Non ci sono più i mostri di una volta…
Circa 3 anni fa Sony Pitcures Animation portò sul grande schermo Hotel Transylvania, un film d’animazione che lanciò sul grande schermo molti nuovi (anti)eroi che in pochissimo tempo sono diventati beniamini dei più giovani, fornendo un assist perfetto al seguito di cui vi parliamo oggi, Hotel Transylvania 2, già un successo al Box Office statunitense dopo soli pochi giorni di proiezione e in uscita nei cinema italiani in data 8 ottobre. Il film si collega direttamente al primo capitolo, che riuniva i più iconici mostri del folklore occidentale sotto lo stesso tetto, vale a dire quello dell’Hotel Transylvania, fondato e diretto nientemeno che da Dracula in persona, con lo scopo di creare un luogo solo per i mostri al sicuro dalla “malvagità” degli umani.
Questo almeno fino al momento in cui la stessa figlia dell’iperprotettivo Principe dei Vampiri, Mavis, non incontrerà e si innamorerà del giovane e stralunato Johnny. A quel punto anche il burbero Dracula dovrà cedere e accettare gli umani nella sua vita. Oggi Mavis e Jhonny sono sposati e hanno un bambino casinaro la cui natura è ancora incerta. Nonno Dracula dovrà far in modo di far emergere i geni “vampireschi” nel piccolo Dennis, per potersi finalmente dire orgoglioso di avere un nuovo vampiro in famiglia. Ma se Dennis fosse un semplice umano? Tutto Hotel Transylvania 2 ruota intorno a questa semplice domanda, che come facilmente potrete intuire, trova la sua risposta solo alla fine del film. Nel mezzo ritroviamo il classico format “comedy” che contraddistingue la maggior parte dei film animati degli ultimi anni. In questo caso la verve del film non sta certo in un’ironia particolarmente estrosa o in delle gag oltremodo esilaranti, anzi diciamo pure che la pellicola intera è infarcita di un buonismo generale fin troppo ostentato che rende sicuramente il film piuttosto ingenuo per un pubblico “maturo”. Tuttavia l’idea di mostrare figure come Frankestein, la Mummia, l’uomo invisibile e Wayne (l’uomo lupo di mezza età stressato dalla vita familiare e padre di un branco di scalmanati lupacchiotti) in chiave comica, come personaggi che hanno esaurito tutto il loro potere “spettrale” in un mondo moderno che non ha più paura di certe cose, non è assolutamente da buttare, e riesce in qualche modo a divertirci sino alla fine.
Questo secondo capitolo anzi funziona anche meglio del primo, che non presentava alcun vero villain nel cast (mentre ora ritroviamo il vecchio padre di Dracula e la sua cricca di “bestie vampiriche”, unici personaggi a conservare un barlume di cattiveria pura in un mondo in cui per regola, i mostri non fanno più male a nessuno) e si dimostra decisamente un intrattenimento con un ritmo più sostenuto costellato in realtà da ben pochi momenti morti. Rimane un po’ di amaro in bocca per sceneggiatura e dialoghi “all’acqua di rose” che non esaltano oltremodo, cosi come per un paio di momenti melensi leggermente ammorbanti ed altri musicali in cui i protagonisti si lasciano andare a danze epilettiche e canti di dubbio gusto che, fortunatamente, rimangono piuttosto contenuti.
Nota di “semi-merito” per il livello artistico e tecnico del film, che seppur pecca un po’ di banalità nello stile, dona agli eroi su schermo un’espressività molto spiccata, che in questo tipo di produzioni va sempre bene. Infine chiudiamo con il doppiaggio: pur non potendo contare sulle carismatiche voci di Adam Sandler, Steve Buscemi e Mel Brooks della versione originale, pure i nostri Claudio Bisio, Paolo Villaggio e compagnia bella, fanno sicuramente un buon lavoro.