Fuori dal ring tutto è così noioso
I film di ambito sportivo sono spesso e volentieri di due tipi: quelli epici e quelli a sfondo comico. Questa regola, quasi sempre valida, non vale per i film di boxe. Quello che da sempre viene riconosciuto come lo sport nobile per eccellenza non ha mai mostrato il fianco a ricostruzioni scherzose, rivelando anzi un’anima seria e spesso drammatica, raccontando atti di eroismo e sacrificio, sogni americani e desiderio di rivalsa in un mondo crudo che non regala niente a nessuno, finché non lo si guadagna con forza e determinazione. Abbiamo dunque deciso di stilare per voi una lista dei 10 (più due bonus) film sulla boxe da vedere assolutamente, se siete appassionati del genere, o semplicemente vi piace cercate una storia piena di dramma, cazzotti e sudore.
1 – Il campione (1931)
Considerato il primo film mai girato sulla boxe, Il Campione porta su pellicola la storia di Champ, un ex pugile ormai caduto in disgrazia e preda dell’alcolismo, rimasto ormai solo con suo figlio Dink. Nonostante le continue delusioni causate dal padre, l’amore del figlio non cessa mai, portando il piccolo a fare di tutto pur di poter sostenere il padre nella speranza che quest’ultimo torni ad essere il campione di una volta. Un film estremamente drammatico che valse al film due Oscar, uno come Miglior Attore Protagonista per Wallace Beery e uno per la Miglior Sceneggiatura a Frances Marion, oltre alla nomination come Miglior Film.
Curiosità: Franco Zeffirelli nel 1970 realizzò un remake del film, stroncato dalla critica ma ricordato come uno dei film più tristi di sempre.
2 – Toro Scatenato (1980) (Amazon)
Il mondo della boxe ha visto passare sul ring una vasta gamma di atleti dalla vita turbolenta, primo fra tutti Jake LaMotta, pugile italoamericano tra i più celebri, soprattutto per aver rivelato le infiltrazioni mafiose all’interno del circuito del pugilato professionistico. La sua vita e la sua biografia si tramuteranno nella sceneggiatura di Toro scatenato, probabilmente tra i migliori biopic di sempre, miglior film di boxe e uno dei film cardine della cinematografia americana, diretto da Martin Scorsese e con una magistrale interpretazione di Robert De Niro, pupillo del regista. La sua performance intensa sia dal punto di vista attoriale che fisico, con l’attore che ingrassò di ben 30 chili per mostrare il decadimento fisico del boxeur dopo la fine della sua carriera gli valse un premio Oscar come Miglior Attore.
Curiosità: La scelta di girare il film in bianco e nero non fu solo dettata dal desiderio di Scorsese di rendere il film più fedele agli anni ’50, ma anche in virtù di un passaggio dell’autobiografia di LaMotta, il quale spesso ricordava la sua vita come, appunto, un film in bianco e nero.
3 – Rocky (1976) (Amazon)
Il sogno americano è stato raccontato dal cinema in tanti film, ma nessuno è riuscito ad eguagliare la forza trascinante di Rocky. Scritto e interpretato da un quasi emergente Sylvester Stallone (che sarà anche regista di tutti i seguiti, ad eccezione del IV, diretto da Avildsen come il primo capitolo), la pellicola racconta l’epopea di Rocky Balboa, pugile di Philadelphia che non ha mai avuto modo di sfondare sul ring che sopravvive ad una vita che non gli ha mai dato un’occasione. Tutto cambia quando il campione del mondo Apollo Creed decide di fare un incontro per i 200 anni degli Stati Uniti, sfidando un pugile a caso: lo Stallone Italiano. Un film rimasto nella memoria per i tanti riferimenti autobiografici di Stallone, che fece del film una ragione di vita, andando contro tutto e tutti, finendo infine per riceve ben 10 nomination agli Oscar, vincendo le statuette relative al Miglior Montaggio, Miglior Regia e Miglior Film e lanciando l’attore italoamericano dalle stalle alle stelle, letteralmente. Successivamente, Rocky fu l’inizio di una serie di film più o meno validi, tra i quali è doveroso menzionare Rocky IV, Rocky Balboa e Creed.
Curiosità: Pur di produrre il film Sylvester Stallone arrivò a vendere il suo cane, Buktus, per appena 50 dollari. Una volta raggiunto un accordo per la produzione di Rocky, tuttavia, tornò dall’acquirente per riprenderlo, pagando ben 15mila dollari e facendolo “recitare” nel film come il cane di Balboa.
4 – Il Grande Match (2013) (Amazon)
Negli ultimi anni tanti film e attori sono tornati alla ribalta, un po’ per accontentare i fan, un po’ perché il mutuo della casa di Beverly Hills non si paga da solo. Frutto di questa tendenza è Il grande match, diretto da Peter Segal, che riunisce i due film sopra citati mettendo sul ring Henry “Razor” Sharp e Billy “The Kid” McDonnen, due pugili di Pittsburgh, eterni rivali all’apice della loro carriera, che tornano ad anni di distanza per stabilire chi è il più forte dopo l’inspiegabile ritiro del primo poco prima dell’incontro definitivo. Interpretato da un Sylvester Stallone 67enne e un Robert De Niro che ha tagliato il traguardo dei 70 anni, il film non offre una trama particolarmente brillante e soffre di un abuso di cliché notevole, tuttavia se vi farete rapire dalla nostalgia potrete godere di un film che omaggia due icone del pugilato hollywoodiano.
Curiosità: Oltre alle numerose citazioni di Rocky e Toro Scatenato, una scena del film mostra il camion di Razor, il cui nome è Road Hawk, un easter egg dedicato al film Over The Top e il suo protagonista, Lincoln Hawk, interpretato da Sylvester Stallone.
5 – Southpaw: L’ultima Sfida (2015) (Amazon)
Sono molti i film che, a dispetto di una storia non proprio appassionante, riescono ad essere ricordati grazie ad interpretazioni fenomenali. È il caso di Southpaw: L’Ultima Sfida, diretto da Antoine Fuqua, che racconta la discesa nell’abisso di Billy Hope, un pugile professionista imbattuto ma sulla via del ritiro dopo aver fatto i conti con la sua salute e la sua età. A complicare le cose c’è però un nuovo pugile, Miguel Escobar, che non manca di provocare fino ad una rissa durante una cena di beneficenza dove, nella confusione, rimane uccisa Maureen, moglie del protagonista e madre della figlia Leila, lasciando il nostro protagonista in preda alla depressione. Ovviamente il pugile avrà modo di riscattarsi, finendo per affrontare Escobar e vendicare sportivamente la morte della moglie. Un film che non lesina in quanto a cliché drammatici e una narrazione estremamente telefonata, ma che riesce comunque ad essere godibile grazie all’incredibile performance di un Jake Gyllenhaal ormai in stato di grazia, oltre all’ottima prova di Forest Whitaker, suo antagonista.
Curiosità: Originariamente doveva essere un seguito metaforico di 8 Mile, film interpretato da Eminem, liberamente ispirato a Il Campione. Pur abbandonando il proposito iniziale, il rapper ha comunque collaborato al film producendo la colonna sonora e firmando il singolo Phenomenal che si può ascoltare nei trailer del film.
6 – The Fighter (2010) (Amazon)
Diretto da David O. Russel, The Fighter è un altro esempio di biopic sui personaggi della boxe, nello specifico il campione di pesi welter Micky Ward (Mark Whalberg) e la sua difficile ascesa a causa della turbolenta famiglia, a partire dal fratellastro Dick (Christian Bale), anche lui ex pugile, ricordato più per i suoi trascorsi di droga che per le vittorie sul ring, passando per la madre Alice (Melissa Leo), il padre George (Jack McGee) e la sua fidanzata Charlene (Amy Adams). Un film dai toni drammatici, avvincente, capace di gestire con equilibrio sequenze sportive e familiari restituendo una storia meravigliosa grazie anche ad un cast eccezionale. Collezionando ben sette nomination agli Oscar e due statuette per i migliori attori non protagonisti, è considerato uno dei migliori film sportivi del decennio.
Curiosità: entrambi gli attori principali del film sottoposero il loro corpo a dura prova per il film. Whalberg si allenò ogni giorno per il ruolo dal 2005, con le riprese che iniziarono solo nel 2009, mentre Bale dimagrì di oltre 14 chili per rappresentare al meglio il fratello tossicodipendente di Micky.
7 – Million Dollar Baby (2004) (Amazon)
Protagonista assoluto degli Oscar 2005 con la vittoria delle quattro statuette principali, Million dollar baby è la consacrazione definitiva di Eastwood come regista e interprete, un successo senza precedenti per un film sportivo e, in particolare, sulla boxe. Incentrato sulle figure di Frankie Dunn, allenatore messo a durissima prova dalla vita, e Maggie Fitzgerald, anch’essa provata da una giovinezza tutt’altro che serena e che trova nel pugilato le motivazioni per andare avanti, il film sviluppa il loro rapporto inizialmente difficoltoso, ma che poi prende lentamente il volo. Un film diretto con maestria, sfuggevole nel suo muoversi sulla linea sottile tra dramma e melodramma senza mai sfociare nel sentimentalismo becero, insieme ad un finale che stritola il cuore e lascia il segno.
Curiosità: il successo del film fu davvero strepitoso, i cinema americani lo tennero in programmazione per oltre sei mesi e, dalla nomination alla serata degli Oscar, non uscì mai dalla Top 5 degli incassi al box office.
8 – Alì (2001) (Amazon)
Torniamo sul genere biopic per parlare ovviamente di Alì di Michael Mann, incentrato sul pugile più celebre di sempre, Muhammad Alì, venuto a mancare nel 2016. Il film si concentra sul decennio 1964-74, anni in cui la sua vita subì enormi cambiamenti sia dal punto di vista atletico che personale, come la sua conversione all’Islam e il suo attivismo contro la segregazione razziale, passando per il suo rifiuto di combattere la guerra del Vietnam e la stigmatizzazione successiva. Un film pregevole e che rappresenta la consacrazione per la carriera attoriale di Will Smith (nonché una delle sue ultime interpretazioni valide), trampolino di lancio per Jamie Foxx, che ebbe già modo di confrontarsi con il mondo della boxe nel trascurabile La grande promessa con Samuel L. Jackson.
Curiosità: Originariamente Will Smith aveva rifiutato di recitare nel film, salvo poi cambiare idea dopo una telefonata. A chiamarlo fu lo stesso Muhammad Alì, che lo riteneva l’unico in grado di poter interpretare il ruolo.
9 – Lassù qualcuno mi ama (1956)
Non è un caso che gli italiani siano particolarmente apprezzati in ambito sportivo: la storia di gran parte degli sport ci vede infatti protagonisti assoluti, anche quando si tratta di emigrati, come testimonia l’incredibile carriera di Rocky Graziano, pugile italoamericano stimato tra i più forti di sempre. La sua storia fu narrata nel 1956 in Lassù qualcuno mi ama, ispirato alla sua biografia, dalla difficile adolescenza passata tra un padre ubriaco ed egoista alla via del crimine, tanto facile quanto pericolosa, in una serie di vicissitudini tutte legate dal filo conduttore della boxe, unica cosa che riesce a quel ragazzo che, su pellicola, ha il volto di Paul Newman. Solo l’amore e la determinazione riusciranno a portare Rocky nella giusta direzione e ad una vita pulita, onesta e vincente.
Curiosità: il ruolo di Rocky Graziano era stato scritto per James Dean, il quale aveva anche firmato il contratto per il film, prima di morire in un incidente stradale il 30 settembre del 1955.
10 – Cinderella Man (2005) (Amazon)
Chiude la nostra rassegna Cinderella Man, noto in Italia con il sottotitolo Una ragione per lottare, anch’esso ispirato alla vita di un altro ex campione della boxe, James J. Braddock, interpretato da Russel Crowe. Il pugile divenne famoso non solo per le ottime prestazioni sul ring, bensì per la sua forza di volontà granitica che, nonostante i danni fisici riportati in combattimento e l’aver rinunciato alla sua carriera per aiutare la famiglia durante la Grande Depressione, gli permise di tornare alla vetta senza mai perdersi d’animo. Un film con un buon riscontro di pubblico e critica ma che si rivelò un flop commerciale, nonostante il buon lavoro svolto da un Ron Howard in cerca di riscatto dopo l’altrettanto fallimentare The Missing.
Curiosità: anche Russel Crowe si allenò duramente per il film, procurandosi tuttavia una serie di traumi fisici, da numerose contusioni alla dislocazione di una spalla, incidente che fede slittare le riprese di ben due mesi.
Film Bonus
Snatch (2000) (Amazon)
Film cult che consacra Guy Ritchie tra i registi più abili del nuovo millennio, Snatch basa parte della sua trama nel mondo della boxe underground, fatto di sfide tanto violente quanto poco limpide, sviluppando un intreccio impossibile da dipanare se non arrivando alla fine del film. A comprovare la qualità del film ci pensa un cast che vede attori temprati come Brad Pitt e Benicio del Toro dividere la scena con un semisconosciuto Jason Statham, scoperto da Ritchie stesso, regalando performance brillanti e drammatiche in un turbinio d’azione imperdibile.
Rocky Joe: L’ultimo round (1981) (Amazon)
Il secondo bonus è invece dedicato al Sol Levante, terra dove la boxe arrivò verso la metà dell’800, pur non scalfendo la popolarità delle arti marziali giapponesi. Il riscatto di questo sport arrivò oltre un secolo dopo grazie a Rocky Joe, scritto da Ikki Kajiwara e illustrato dal mangaka Tetsuta Chiba, che diventò in breve tempo un simbolo della rinascita economica del dopoguerra. Il personaggio di Joe Yabuki, infatti, incarnava le speranze dei giapponesi di un futuro migliore, da costruire a tutti costi armandosi di forza e lavorando duramente, senza pensare ai drammi di oggi ma alle possibilità offerte dal domani e che solo noi possiamo tramutare in qualcosa di concreto. Oltre al manga e all’anime dedicato, Rocky Joe è stato anche protagonista di tre film di cui uno solo arrivato anche in Italia, ovvero Rocky Joe: L’ultimo round, che segue le vicende di Joe dalla sua infanzia fino alla gloria del professionismo.