Chi ha incastrato Roger Rabbit: dieci incredibili curiosità sul film
Quando si pensa alla tecnica mista, l’associazione con Chi ha incastrato Roger Rabbit viene immediata. Sebbene si tratti di una tecnica già utilizzata diverse volte anche in film antecedenti il 1988, è col capolavoro di Zemeckis che molto spesso viene identificata.
Sono passati ormai 30 anni dall’uscita nelle sale di questo masterpiece. Trent’anni che hanno reso questo film un cult senza consumarlo, ma facendoci affezionare sempre di più a tutti gli elementi che lo compongono e che abbiamo imparato ad apprezzare col tempo.
Molti di noi hanno infatti visto Chi ha incastrato Roger Rabbit in età infantile, con l’ingenuità e lo spirito tipico dei bambini, ed ora a distanza di anni ci siamo recuperati una serie di informazioni e curiosità sull’opera in questione, alcune delle quali si sono rivelate davvero bislacche.
E voi, siete sicuri di conoscere tutto a riguardo? Scopritelo leggendo questa lista di dieci cose che forse non sapete su Chi ha incastrato Roger Rabbit.
Chi ha incastrato Roger Rabbit: le differenze con il libro
Chi ha incastrato Roger Rabbit è ispirato al romanzo di Gary Wolf, Who Censored Roger Rabbit? e presenta una serie di differenze con il romanzo, molte delle quali piuttosto marginali, ma qualcuna degna di nota, tra cui la più consistente riguarda l’omicidio intorno al quale ruotano le vicende. Come si può intuire dal titolo del romanzo infatti l’indagine è proprio sulla morte di Roger Rabbit, e non di Marvin Acme. Certo non un dettaglio, ma dobbiamo dire che forse la scelta di Zemeckis & co. si è rivelata quella giusta.
Terry Gilliam VS Robert Zemeckis
La Disney acquistò i diritti del libro nel 1982, assumendo Jeffrey Price e Peter S. Seaman per la sceneggiatura. Fu invece proprio Zemeckis a proporsi come regista dell’opera, ma siccome i suoi film precedenti avevano ottenuto uno scarso successo al box office non venne considerato. La scelta ricadde così su Terry Gilliam, già regista di Monty Python and the Holy Grail. L’eccentrico cineasta di Minneapolis però rifiutò successivamente l’incarico, ritenendo il progetto troppo complicato (ed in seguito se ne pentì amaramente). Nel frattempo Zemeckis sbancava il botteghino con Ritorno al Futuro e All’inseguimento della pietra verde, facendo tornare la Disney sui suoi passi, affidandogli la regia del film. Per fortuna, aggiungiamo noi!
Non solo Disney
Durante l’ora e 43 minuti di durata del film fanno la loro comparsa tantissimi personaggi animati, ma non tutti Disney. Ci sono 9 cartoni infatti che fanno capo alla Warner Bros, 1 della Metro-Goldwyn-Mayer, 2 della Paramount Pictures, 2 della Universal Studios e 3 della Terrytoons. E poi, ovviamente, 27 della Disney. Un bel mischione, non c’è che dire.
Touchstone Pictures
La Touchstone Pictures è un marchio della The Walt Disney Studio , una vera e propria costola della multinazionale di Burbank, nata nel 1984 per commercializzare produzioni pensate e realizzate per un pubblico non infantile. Le origini di tutto questo vengono fatte risalire tra la fine degli anni ’70 e l’inizio degli anni ’80, quando dopo l’uscita di The Black Hole e film come Tron o Condorman, Disney subì pesanti critiche per le tematiche considerate inappropriate per ciò che rappresentava ormai il loro logo nell’immaginario comune, nonostante tali pellicole fossero vietate ad una determinata fetta di pubblico.
La distribuzione di Chi ha incastrato Roger Rabbit era inizialmente affidata a Disney, ma siccome Zemeckis si rifiutò di eliminare una serie di allusioni e scene dai contenuti giudicati troppo hot da parte di Michael Eisner, l’allora AD di Disney, si decise di distribuire il film sotto il marchio Touchstone.
Dito medio alla WB?
Per concedere il permesso di utilizzare il “suo” Bugs Bunny, Warner Bros. impose alla Touchstone che questi fosse presente sullo schermo con lo stesso minutaggio di Topolino. Zemeckis e soci accettarono, ed infatti i due personaggi compaiono praticamente sempre nelle stesse scene. È qui che, secondo molti, la Touchstone prese in giro Warner Bros e le sue bizzarre richieste, con Bugs Bunny che mostra palesemente il dito medio nella scena del paracadute.
Harvey il coniglio
E sempre a proposito di conigli e citazioni, quando Morton entra nel bar di Dolores alla ricerca di Roger, fa la conoscenza di un uomo che prova a farsi beffe di lui, mostrandogli un fantomatico coniglio invisibile dal nome Harvey. La citazione è del noto film di Henry Koster con James Stewart, datato 1950, ovvero tre anni dopo la data in cui sono ambientati i fatti della pellicola di Zemeckis. Errore? Neanche per sogno, visto che è adattato dalla piéce di Mary Chase del ’45.
La spada e Frank Sinatra
La scena in cui Eddie estrae la spada per difendersi contiene ben due riferimenti alla cultura pop.
Innanzitutto proprio il nome di Eddie Valiant si rifà a quello del principe Valiant, personaggio dei fumetti creato dall’autore canadese Harold R. Foster ed armato appunto di spada, che viene quindi omaggiato in tal modo. Ma non finisce qui, poiché la spada in questione canta ed ha il volto cartoonesco di Frank Sinatra, così come la canzone che sentiamo.
Bart Simpson in salamoia
Ricorderete tutti la famosa scena in cui il temibile giudice Morton mostra ad Eddie come si uccidono i cartoni, sciogliendo la scarpa in un bidone di salamoia. La povera scarpa, conscia del triste destino che la attende, ovviamente si lamenta ed emette dei suoni, e nonostante non si possa certo dire che si tratti di un personaggio importante ai fini della trama, è una sequenza che ci è rimasta innegabilmente impressa nella mente.
Ebbene, quelle urla e quei suoni della scarpa furono affidati a Nancy Cartwright, una doppiatrice allora semisconosciuta, ma che solo un anno dopo avrebbe dato la sua voce a Bart Simpson.
Chi ha ispirato Jessica Rabbit?
Vestito sexy rosso fuoco, scollatura e décolleté da urlo, labbra come canotti: questi sono i tratti che hanno reso iconica Jessica Rabbit, in grado di far innamorare cartoni e personaggi in carne ed ossa. Ma da dove hanno preso queste caratteristiche? Non è facile dirlo con certezza.
Se infatti l’ispirazione originale deriva dal cortometraggio Red Hot Riding Hood di Tex Avery, pare che la fonte di influenza umana sia Vikki Dougan, bellissima modella degli anni ’30 le cui fattezze ricordano i tratti della Rabbit, che tra l’altro è stata anche l’amante di Frank Sinatra, il che ci rimanda ad una curiosità precedentemente enunciata.
Chi ha spogliato Jessica Rabbit?
C’è una scena, verso la fine del film, in cui Jessica ed Eddie finiscono con il taxi contro un palo e la ragazza ci mostra le sue nudità, un po’ alla Basic Instinct. Si tratta di una sequenza di pochi secondi ma è divenuto uno dei paused movie moments più famosi di sempre. In sostanza Zemeckis & co. hanno voluto giocare un po’ con noi, e mettendo in pausa si potrà notare Jessica Rabbit senza mutandine.