Una lista di film che (purtroppo) non sono mai stati realizzati
Quando ci si sediamo in poltrona, che sia quella del salone della nostra casa o quella di un cinema, ci godiamo lo spettacolo spesso senza pensare all’enorme lavoro che c’è dietro e alla gestazione a volte lunga e travagliata subita dai film, prima di vedere finalmente la luce.
Soprattutto quando si parla di piccole produzioni non è facile partire dalle idee iniziali, dal soggetto o dai primi script per giungere al prodotto finale, ma questo vale anche per le grandi major del cinema, che possono incorrere in tanti diversi problemi che, non di rado, portano al fallimento del progetto.
Abbiamo quindi deciso di immergerci nel mare delle pellicole naufragate, raccontandovi dieci film che, per un verso o per un altro, nonostante le buone intenzioni iniziali non sono mai stati realizzati. Alcuni di questi erano quasi in dirittura d’arrivo ma sono inciampati su qualche imprevisto al rush finale, ed altri non sono proprio riusciti a partire.
Ecco a voi 10 film mai realizzati, ma che avremmo visto con particolare interesse.
Napoleon di Stanley Kubrick
Tra i film mai realizzati, uno di quelli potenzialmente più interessanti sarebbe stato senza ombra di dubbio Napoleon di Stanley Kubrick. Si tratta di un progetto mastodontico, che il regista studiò in ogni minimo dettaglio per più di trent’anni, iniziando subito dopo 2001: Odissea nello spazio.
Ovviamente, come il titolo lascia intuire, sarebbe stato incentrato sulla vita di Napoleone Bonaparte, cercando di portar sul grande schermo i momenti più importanti della vita dell’imperatore francese, analizzando la sfera privata, quella politica e militare, e quella religiosa.
Lo stesso Kubrick manifestò i suoi dubbi circa una perfetta realizzazione, ma aggiunse pure che se fosse riuscito nel suo intento sarebbe venuto fuori probabilmente uno dei migliori film della storia del cinema.
Il regista si dedicò in prima persona alla stesura dello script, dopo essersi documentato grazie alla lettura di tantissime biografie e di opere letterarie sull’impero francese e sull’era napoleonica, scattando personalmente migliaia di fotografie sui luoghi selezionati per le riprese, previste in quattro paesi: Francia, Italia, Gran Bretagna e Romania.
Naturalmente i costi per un progetto simile erano esosi, e uno dei primi problemi arrivò dagli Universal Studios, che inizialmente si erano dichiarati interessati alla produzione di Napoleon, ma che fecero un passo indietro dopo il flop al box office di Waterloo.
Nel 1967 si fece così avanti la Metro-Goldwyn-Mayer, e solo dopo un paio d’anni – nel 1969, Kubrick inviò loro la prima sceneggiatura ma qui il regista dovette fare i conti con problemi di tipo economico. Anche la MGM infatti tornò sui suoi passi, valutando il bugdet previsto eccessivo per l’epoca, e per di più avevano appena distribuito Guerra e Pace: Natascia – L’incendio di Mosca, ambientato durante la campagna napoleonica in Russia.
Dopo questo ulteriore rifiuto, nonostante tutti gli sforzi profusi, Kubrick si decise ad abbandonare il progetto, concentrandosi sulla realizzazione di un altro film storico: Barry Lyndon.
Spider-Man di James Cameron
Siamo agli inizi degli anni ’90 e la Carolco Pictures sta acquistando i diritti per l’adattamento cinematografico di Spider-Man, proponendo a James Cameron di dirigere un film sull’eroe Marvel. Il regista sembra davvero intenzionato a procedere, anche per via dei buoni rapporti con la casa di produzione, con cui è legato ad esempio da Terminator 2.
Cameron inizia a imbastire la sceneggiatura e sceglie subito il villain: si tratta di Octopus e per interpretarlo pensa nientepopodimenoché a Arnold Schwarzenegger!
Purtroppo la strada verso la realizzazione sembra più tortuosa del previsto, anche per via dei molti dubbi del regista sulla trama, al punto che sostituisce il villain (e quindi anche il nostro Schwarzy) con Electro e l’Uomo di Sabbia. Quando lo script è in fase di completamento però arriva il classico fulmine al ciel sereno: è il 1995 e la Carolco dichiara bancarotta, rimettendo pertanto sul mercato i diritti per un eventuale franchise su Spider-Man.
Un vero peccato, perché l’idea di un progetto simile affidato ad uno come James Cameron ci avrebbe letteralmente fatto “volare”, da un muro all’altro.
She-Hulk con Brigitte Nielsen
Il personaggio di She-Hulk è uno di quelli di cui, in ambito cinecomic, si è parlato molto circa la realizzazione di un film ad hoc, senza poi arrivare a dama. Di dama in realtà ce n’era una, e portava il nome di Brigitte Nielsen, scelta per gli anni ’90 come protagonista per una pellicola su She-Hulk, un progetto del quale sappiamo poco ma per cui erano state addirittura realizzate locandine promozionali con l’intenzione di proporre il film a Cannes. Il tutto purtroppo naufragò, sebbene di She-Hulk si tornò a parlare negli anni, a più riprese, come ad esempio nel 2017 quando venne fatto il nome di Jennifer Lopez per interpretare la supereroina verde. Ma anche stavolta il progetto svanì nel nulla.
Alle montagne della follia di Guillermo del Toro
Gli amanti di H.P. Lovecraft lo sanno bene: Alle montagne della follia è un romanzo horror del celebre scrittore statunitense, pubblicato nel 1936.
Guillermo del Toro si era incaricato dell’adattamento dell’opera sul grande schermo, ma come i progetti già menzionati, il tutto finì in fumo.
E dire che del Toro si sentiva piuttosto sicuro della realizzazione del film: c’era un budget sostanzioso già in cassa, Tom Cruise come attore, e James Cameron tra i produttori. Eppure alcuni aspetti non andarono giù alla produzione, ed il fatto che fosse vietato ai minori è stato il problema principale, quello che ha portato alla bocciatura del progetto.
Luke Cage di Quentin Tarantino
Quando è uscita la serie Netflix su Luke Cage, Quentin Tarantino non ha atteso molto prima di spendere parole poco positive nei confronti dell’adattamento sul piccolo schermo, affermando di esser rimasto insoddisfatto per via della poca fedeltà al fumetto.
Non è un caso che il regista di C’era una volta a Hollywood abbia voluto esprimere un parere su questa particolare serie TV, poiché tempo fa proprio Tarantino dichiarò che poco prima di Pulp Fiction, e quindi subito dopo Le Iene, andò vicino alla realizzazione di un film su Luke Cage.
Furono dei suoi amici appassionati di fumetti, con delle accese discussioni sul papabile protagonista (Tarantino pensava a Fishburne, loro a Wesley Snipes), a ridimensionare il suo hype per questo progetto e, probabilmente, a fargli dedurre che avrebbe potuto scottarsi.
Ad ogni modo, le sue idee sul film erano piuttosto chiare: fedeltà al fumetto e tanta blaxploitation.
Un vero peccato non l’abbia più realizzato, ma considerando che l’alternativa è stata Pulp Fiction, ci è andata di lusso.
Superman Lives di Tim Burton, con Nicolas Cage
La foto con Nicolas Cage vestito da Superman l’avrete vista tutti. Il Superman Lives di Tim Burton è riuscito a diventare, appunto, il Superman Lives di Tim Burton senza esserlo mai stato.
Negli anni ’90 il regista di Burbank, nel momento più florido della sua attività, e poco dopo l’uscita di Batman, decise di restare in orbita DC e supereroi e dirigere questo epico adattamento di Superman, con un protagonista, Nicolas Cage, che ai tempi partecipava mediamente a due film all’anno.
Ma andiamo con ordine.
Superman Lives, innanzitutto, non era il titolo scelto in origine. La sceneggiatura realizzata da Gregory Poirier era stata particolarmente apprezzata in WB, ma in seguito ci rimise le mani Kevin Smith, che la stravolse con l’intento di realizzare un progetto ben più corposo, dal nome The Death of Superman. Un titolo tuttavia troppo “dark” per la produzione (se li sentissero ora in DC…), che rovesciò le carte trasformandolo in quello ormai noto a tutti, ovvero Superman Lives.
Nonostante uno script abbastanza fedele al fumetto, il design previsto da Smith era piuttosto rivoluzionario e prevedeva – al contrario dell’immagine di Supes con Cage – un costume nero (come potete vedere in questo video https://www.youtube.com/watch?v=GkRxXicAuYo ). Inoltre il supereroe non avrebbe avuto la capacità di volare.
Insomma un Superman piuttosto sfigato. Un progetto particolarissimo che inizialmente sarebbe dovuto finire tra le mani sapienti di Robert Rodriguez, che però rinunciò presto all’idea per far ricadere la scelta della produzione sul già citato di Tim Burton.
Prima di Nicolas Cage, oltretutto, venne considerato (tenetevi forte) Ben Affleck, mentre per il ruolo del villain Lex Luthor naturalmente Burton scelse il fedele Jack Nicholson. Dopo una serie di problemi, due nuove riscritture operate prima da Wesley Strick e poi da Dan Gilroy, WB iniziò ad avere seri dubbi sulla distribuzione, cominciando a dimezzare il budget, il che portò Tim Burton a rinunciare al progetto. La palla passò idealmente a diversi registi, fino a che, con grande dispiacere di Nicolas Cage, si sgonfiò del tutto.
Robin di Christopher Nolan
Sempre in tema di supereroi e cinecomic, viene ora il turno di un film che in realtà in questa lista non dovrebbe nemmeno starci, ma di cui in molti hanno sognato la realizzazione.
Il finale de Il cavaliere Oscuro – Il ritorno infatti, lascia chiaramente intendere che l’agente di polizia impersonato da Joseph Gordon-Levitt diverrà Robin, e in sala tutti abbiamo pensato ad un quasi certo sequel o spin-off con protagonista il supereroe, storica spalla di Batman.
Un progetto che in molti, negli anni, si sono augurati e sul quale lo stesso Nolan e la produzione si lasciarono una strada aperta, pur consci delle numerose difficoltà.
Non se ne fece nulla e probabilmente non verrà mai realizzato, non da Nolan e non con Gordon-Levitt protagonista, ma sul web per un periodo impazzavano le fan art, a dimostrazione di quanto il pubblico avrebbe gradito questa soluzione.
Ronnie Rocket o l’Assurdo Mistero delle Strane Forze dell’Esistenza di David Lynch
Ogni film di David Lynch, vero o potenziale, richiama inevitabilmente la nostra attenzione.
Era il 1977, più di 10 anni prima di Twin Peaks, qualche anno prima di Dune e subito dopo il primo lungometraggio del maestro: Eraserhead.
Fu proprio dopo il successo di questo film, che il regista progettò Ronnie Rocket, un’opera che, per come ci venne descritta, sarebbe stata sicuramente molto lynchiana, e che prevedeva come protagonista un uomo alto circa 90 centimetri, motivo per cui contattò Michael J. Anderson (che dopo collaborò con Lynch ne I segreti di Twin Peaks e Mulholland Drive).
Il plot si basa su storie probabilmente incrociate, una in cui un detective cerca di entrare in una seconda dimensione, grazie alla sua capacità di stare su una sola gamba, ma viene inseguito da alcuni “Uomini Ciambella”, in grado di usare l’elettricità come un’arma; l’altra con il protagonista Ronald d’Arte, adolescente affetto da nanismo, vittima di un incidente chirurgico per via del quale ogni tanto deve collegarsi ad una fonte di energia elettrica, ma grazie a ciò riesce a controllare l’elettricità.
Un’opera dunque in pieno stile Lynch, ma il regista presto si rese conto dell’impossibilità di trovare finanziamenti per un film del genere, ripiegando su The Elephant Man.
Atuk
Veniamo ora ad uno dei più famosi film mai realizzati. Tratto dal romanzo L’incomparabile Atuk dello scrittore canadese Mordecai Richler, lo script di Atuk è considerato maledetto per via delle strane morti ad esso collegate e che ne hanno poi di fatto impedito l’adattamento.
Siccome, paradossalmente, si tratta di un soggetto con sfumature comico-grottesche, negli anni ottanta diversi studi cinematografici di Hollywood si mostrarono interessati al progetto, e sembrava si potesse realizzare un film. John Belushi fu il primo attore a leggere il copione, ma poco dopo morì per overdose. Subito dopo toccò a Sam Kinison, che accettò il ruolo da protagonista per poi pretendere una riscrittura quando tutto era ormai pronto per le riprese. Atuk venne rinviato ma ormai i costi di produzione erano aumentati, e dopo aver girato pochissime scene il progetto si arenò. Dopo poco, nel 1992, Kinison perse la vita in un incidente d’auto.
Nel 1994 allora il ruolo da protagonista passò a John Candy, che morì prima di poter iniziare la riprese per un infarto, e nello stesso anno si spense per un’emorragia cerebrale anche Michael O’Donoghue, che aveva partecipato alla sceneggiatura.
Era il 1997 quando Chris Farley, in trattativa per accettare la parte, morì di overdose come Belushi.
Ormai Atuk era considerato da molti come un film maledetto, ma ciò non evitò a Phil Hartman, grande amico di Candy, di interessarsene e di leggerne il copione valutando di accettare la proposta. Purtroppo però venne assassinato dalla moglie, nel 1998.
Negli anni 2000 la sceneggiatura fu messa all’asta su eBay, ma non sappiamo se sia stata comprata da qualcuno e che fine abbia fatto costui.
Justice League: Mortal di George Miller
Aggiungiamo una vera potenziale perla: Justice League: Mortal, ovvero il film che il maestro George Miller avrebbe dovuto girare nel 2008, ma che purtroppo venne cancellato a pochi mesi dall’inizio delle riprese.
Sarebbe stato davvero epico, o meglio “folle”, per usare le parole di Jay Baruchel, che avrebbe recitato nei panni di Maxwell Lord nel film. E non facciamo fatica a credergli, perché l’idea di un cinecomic di questo tipo girato da Miller ci apre ad un’infinità di soluzioni tutte incredibili, a maggior ragione dando un’occhiata al cast.
Vi basti pensare che Wonder Woman sarebbe stata interpretata nientepopodimeno che da Megan Gale! Sì, avete capito bene. Del resto non ci stupiamo nemmeno troppo, dato che l’ex testimonial Vodafone (Omnitel, pardon) ormai è una mascotte del maestro, e che recita praticamente solo nei suoi film: dopo Mad Max: Fury Road, la vedremo infatti anche in Three Thousand Years of Longing.
Anche gli altri membri del cast artistico destano curiosità. Avremmo avuto infatti un acerbo Armie Hammer nei panni di Batman, il rapper Common in quelli di Green Lanter, un insolito Aquaman interpretato da Santiago Cabrera, il compianto Hugh Keays-Byrne nelle vesti di Martian Manhunter e infine D.J. Cotrona come Superman e Adam Brody come Flash. Una curiosità: questi ultimi due hanno comunque preso parte a film DCEU, recitando in Shazam!.
Insomma, le premesse per qualcosa di stravagante c’erano tutte…
L’assedio di Leningrado di Sergio Leone
Chiudiamo con uno che, se fosse stato realizzato, probabilmente ora sarebbe tra i più importanti film della storia del cinema.
L’assedio di Leningrado è una pellicola che il maestro Sergio Leone aveva in programma di girare prima di essere improvvisamente colto da un infarto nel 1989.
Il film, ispirato al libro I 900 giorni. L’epopea dell’assedio di Leningrado di Harrison E. Salisbury ovviamente avrebbe raccontato l’assedio della città durante la Seconda Guerra Mondiale, attraverso una una storia d’amore tra una ragazza russa e un giornalista statunitense, per il quale si parlava di Robert De Niro.
Nel 2003 anche Giuseppe Tornatore si interessò a realizzare un film riprendendo l’idea di Leone, ma pure stavolta finì tutto prima di cominciare.