La Top 10 di Stay Nerd!
Come da tradizione, arriva il listone conclusivo sui migliori film che hanno caratterizzato un anno intenso e pieno di sorprese, ma anche ricco di delusioni.
Specifichiamo sin da subito che abbiamo preso in considerazione le uscite italiane del 2016, e quindi in questa classifica troverete anche film che in America sono usciti nel 2015, magari portandosi già a casa qualche statuetta alla cerimonia degli Oscar.
Ovviamente, come sempre in questi casi, l’oggettività non esiste, e potreste non essere d’accordo con le nostre scelte, ma al solito cogliamo la palla al balzo per discuterne insieme e confrontarci. In fondo il bello del cinema, e dell’arte in generale, è questo.
1) Il caso Spotlight (di T. McCarthy)
Oscar per miglior film e per miglior sceneggiatura originale. Basta? Perché qualora non fosse sufficiente potremmo parlare per delle ore di un’opera avvolgente e completa, che l’eccezionale Tom McCarthy ha saputo porci in maniera trascinante ma lineare, anche a dispetto di un tema complesso e pericoloso come quello trattato. Tutto funziona a meraviglia, da una sceneggiatura perfetta pure nelle virgole, ad un cast indovinato e la cui unione si respira e si percepisce, donando un’atmosfera perfetta per far fuoriuscire lo spirito redazionale. OK, forse saremo anche un po’ di parte, ma dopo i riconoscimenti ottenuti da Spotlight, possiamo senza dubbio permettercelo.
2) Animali Notturni (di T. Ford)
Animali Notturni è uno dei più bei film d’amore del cinema contemporaneo. Ed è un thriller. Ci parla di vendetta, di un odio patinato ed innocente, quello di un uomo a cui è stato tolto tutto dalla donna che amava, da una persona che riteneva diversa e che invece si è dimostrata tutto l’opposto di ciò in cui lei stessa credeva. Tom Ford ci racconta una sorta dura e cruda, in cui si resta attoniti di fronte al dipanarsi degli eventi, mentre si sciolgono gli intrecci narrativi e rimane legato quel nodo alla gola, lo strazio di vite consumate che incedono singhiozzanti al pari di un plot convulso e che non può non intaccare l’animo dello spettatore, stordendolo e ponendolo di fronte ad un bivio perenne, conscio che qualsiasi strada intraprenda sarà ormai un loop di dolore, infinito.
3) Revenant (di A.G. Iñárritu)
Si è parlato a lungo di questo film. Il tanto atteso Oscar a DiCaprio (da noi ampiamente previsto, tanto per tirarcela), e i rumors che si sono scatenati già prima che la pellicola venisse proiettata nelle sale, hanno forse distolto più del dovuto l’attenzione di critica e pubblico da un’opera assolutamente affascinante. Non è un caso che Revenant si sia portato a casa le statuette della miglior regia e della migliore fotografia, e chi non si è lasciato distrarre dal circo mediatico ne era già consapevole a proiezione terminata.
Quando si parla di regia, il nome di Iñárritu è una garanzia, e anche stavolta il cineasta messicano non ha deluso le aspettative; mentre per quanto riguarda l’aspetto visivo non sono rari i momenti in cui, con Revenant, si resta a bocca aperta. Tanti motivi, quindi, per vedere questo film qualora lo abbiate colpevolmente perso.
4) Café Society (di W. Allen)
L’amore, le scelte, il cambiamento. Nell’incantevole cornice della Hollywood anni ’30, il maestro Allen compie un viaggio a ritroso fatto di allegorie e crude verità , dipingendo la vera dolceamara essenza della vita. Personaggi straordinari, con la sorprendente Kristen Stewart e un Jesse Eisenberg che ammicca alla figura dell’Allen attore laddove nessuno era riuscito, e una fluente sceneggiatura coadiuvata dalla magica fotografia di Storaro. Nonostante l’amarezza di fondo, non potete fare a meno di guardare questo film.
5) Sully(di C. Eastwood)
L’ultima opera targata Clint Eastwood si dimostra l’ennesimo masterpiece di un regista che non perde mai quota. Racconta una storia vera, difficile e toccante: quella del capitano Chesley “Sully” Sullenberger, costretto a tentare un ammaraggio sul fiume Hudson in una gelida giornata del gennaio 2009. 155 passeggeri, 155 sopravvissuti; un vero e proprio miracolo. Il maestro Eastwood mette in scena l’indagine in cui si trova tuttavia coinvolto Sully, partendo dalla figura dell’eroe per arrivare a quella dell’uomo, sicuro ma al contempo fragile, tremendamente umano.
6) The Nice Guys (di S. Black)
The Nice Guys è la sensazionale commistione tra follia e razionalità . La pellicola di Shane Black si contorce scientemente tra il noir umoristico, il thriller ed il buddy movie. Il regista prende l’ago e lo tiene fermo, ma i fili che si intrecciano sono Ryan Gosling e Russel Crowe, coppia perfetta oltre le più rosee aspettative. Il compito glielo facilita un copione fantastico, ma è grazie alla loro interpretazione che un attimo ridiamo di gusto ed il secondo dopo siamo in ansia per ciò che potrebbe accadergli. La tela è una favolosa Los Angeles anni ’70, un assoluto ricamo di macchinoni, criminalità e scazzottate, reso armonico da una playlist talmente indovinata che fa venire la nostalgia anche a chi quel periodo l’ha vissuto soltanto guardando vecchi film. Per ora invece ci godiamo questo, con tanto di ringraziamento a Shane Black.
7) The Neon Demon (di N. Winding Refn)
Un allucinogeno trip in cui Nicolas Winding Refn ci mostra la sua concezione di cinema del futuro. Non è una mera esaltazione del digitale, ma il frutto di una razionale follia nella quale l’elogio dell’estetica raggiunge picchi mai visti prima. La bellezza è tutto, lo è per i suoi personaggi così come per il suo modo di lavorare. The Neon Demon è l’emblema del suo perfezionismo, del narcisismo ossessivo. Atmosfere pulp e narcotiche si fondono con uno sviluppo narrativo volutamente convulso. Non è un film per tutti, perché non vuole esserlo, ma senz’altro non potete fare a meno di guardarlo almeno una volta.
8) La grande scommessa (di A. McKay)
Candidato all’Oscar come miglior film, La grande scommessa di Adam McKay si porta a casa invece la statuetta della migliore sceneggiatura non originale, nella cui stesura il regista è stato coadiuvato dal sapiente Charles Randolph. Si tratta di un film molto discusso, che non ha diviso soltanto pubblico e critica, ma anche la critica stessa; tuttavia il suo essere convulso ed irrequieto, alcune strampalate scelte stilistiche e di narrazione, risultano più che riuscite e vincenti. Di sicuro originali. Uno dei film più discussi dell’anno, ma secondo noi anche uno dei migliori. Vale la pena vederlo.
9) Kubo e la spada magica (di T. Knight)
Volevamo assolutamente inserire almeno un film d’animazione, ma la scelta è stata affatto semplice. Da Zootropolis, a La mia vita da Zucchina, passando per Alla ricerca di Dory, il 2016 è stato un anno ricco di uscite interessanti. Il nostro voto è finito poi su Kubo e la spada magica, diretto da Travis Knight e prodotto dai Laika Studios.
Una storia avvolgente e affascinante, personaggi ben strutturati ed efficaci per questo film in stop-motion che non ha nulla da invidiare ai lungometraggi in CGI di case di produzione più grandi e famose. Con la sua fusione di oriente e occidente, Kubo è un successo in grado di far innamorare anche chi ormai ha superato l’età dello stupore.
10) Deadpool (di T. Miller)
Come per i sovracitati film d’animazione, anche le trasposizioni cinematografiche Marvel e DC hanno vissuto un anno intenso. Da un lato ci siamo divisi (in tutti i sensi) per Civil War, e per certi versi anche per Doctor Strange, al punto che anche internamente alla nostra redazione in molti l’hanno apprezzato tantissimo ed altri l’hanno trovato semplicemente un buon film. Ci siamo trovati poi piuttosto d’accordo nel giudicare X-Men Apocalisse un’opera discreta, ma niente di esaltante. Sponda DC invece siamo stati abbastanza uniti nella delusione generata dalla visione di Suicide Squad e di Batman V Superman.
L’unica opera verso la quale il verdetto è risultato pressoché unanime è stata Deadpool. Non a caso è persino candidato ai Golden Globe come miglior commedia, ci vien da dire.
Il personaggio di Deadpool è caratterizzato alla perfezione, le citazioni ci sono, sono tante e divertenti. Riesce ad essere un prodotto visceralmente Marvel, pur discostandosene per certi versi.
Insomma, onore al Dottore, al team Stark e al team Cap e a tutto l’esercito DC, ma sul gradino più alto del podio supereroistico – un po’ a sorpresa – ci sale Wade Wilson. Con la benedizione di Beverly Hills, ovviamente.