Luis Antonio scrive e dirige 12 Minutes, thriller interattivo in esclusiva per Pc e Xbox
Quando si gioca a 12 Minutes, nuovo titolo esclusivo per Pc e console Xbox, non si può fare a meno di pensare immediatamente alla commedia Ricomincio da capo. Il cult del 1993 con protagonista Bill Murray, narra la storia di un uomo costretto a vivere la stessa giornata all’infinito, finendo per diventare un’entità non solo immortale, ma anche onnisciente del mondo che lo circonda. Questa premessa, se reinquadrata all’interno di un contesto videoludico, descrive alla perfezione il ruolo del giocatore all’interno di pressoché qualsiasi videogioco.
Pensateci: in (quasi) ogni opera videoludica, chi vi interagisce agisce come entità che non può morire, ma al massimo ricominciare la sequenza di eventi leggermente spostata indietro nel tempo. Ogni volta che falliamo un incontro con un boss di Dark Souls, per esempio, non facciamo altro che riavviare un loop dove ogni cosa si azzera eccetto la nostra conoscenza degli eventi. Al prossimo giro con i nemici che ci hanno sconfitto, sapremo come schivare e quando attaccare, e diventeremo inevitabilmente padroni assoluti di quel mondo virtuale.
Giocare un’opera come 12 Minutes, significa interagire con un titolo che fa delle proprie caratteristiche videoludiche il fulcro centrale del racconto. Significa, in sintesi, di star giocando al videogioco per eccellenza.
In questa nuova esclusiva Pc e Xbox interpretiamo un uomo che torna una sera a casa da lavoro. Ad accoglierci nel piccolo bilocale c’è nostra moglie, che ha preparato un dolce da mangiare a lume di candele. Ha un annuncio da fare: è incinta, e presto diventeremo genitori. Il festeggiamento della lieta notizia viene però interrotto da un uomo che bussa alla porta. Dice di essere un poliziotto, entra prepotentemente, accusa nostra moglie di omicidio e inizia a fare strane domande su un orologio. In men che non si dica ci mette le mani addosso e…
Siamo di nuovo all’inizio, a quando abbiamo appena varcato la soglia di casa. Ci accorgiamo ben presto di essere bloccati in un loop temporale dalla durata di poco meno di un quarto d’ora.
L’obiettivo di 12 Minutes è quello di sventare l’assalto dell’uomo misterioso e impedire che la serata degeneri in un’escalation incontrollata di violenza. A scrivere e dirigere troviamo lo sviluppatore indipendente Luis Antonio; a recitare abbiamo invece James McAvoy nel ruolo del protagonista, Daisy Ridley in quello della moglie, e Willem Dafoe in quello dell’antagonista, consacrando tra l’altro il suo ritorno al mondo dei videogiochi a otto anni di distanza da Beyond: Two Souls.
L’opera di Antonio prende molto spunto dall’immaginario del cinema di registi come Alfred Hitchcock, Stanely Kubrick e David Fincher. A livello narrativo infatti, ci troviamo di fronte a un thriller alquanto classico per quanto ben congeniato. L’originalità e la freschezza del titolo risiedono nelle meccaniche di gioco, tipiche dell’avventura grafica, che si integrano alla perfezione con lo sviluppo tematico della storia. Ci troviamo a frugare tra gli oggetti di casa, ad anticipare eventi di cui siamo già a conoscenza e provare decine di risoluzioni alternative per portare a casa la pelle. Tutto seguendo una logica coerente che non ci blocca mai in enigmi ottusi o improbabili, solitamente tipici del genere.
Un realistico dramma domestico
Se per un secondo mettiamo da parte il discorso del loop temporale, 12 Minutes si rivela essere in realtà un videogioco estremamente realistico. È molto raro infatti vedere su Pc o Xbox dei titoli in grado di affrontare temi come il matrimonio, la vita domestica, il futuro e il senso di colpa con così tanta sensibilità. Tematiche che, loop dopo loop, entrano sempre più in profondità nella psiche del protagonista e del giocatore.
Come detto all’inizio, praticamente ogni gioco prevede la ripetizione della stessa sequenza di eventi per poter progredire. Ma in 12 Minutes, come in altri titoli simili prima di lui tipo Outer Wilds, Minit o Hitman, la progressione non avviene nelle meccaniche di gioco, o anche solo nell’avanzamento verso una nuova scena. La storia è sempre la stessa e lo svolgersi degli eventi è sempre uguale. Quello che cambia, è la conoscenza del giocatore dello spazio che lo circonda e il modo con cui può interagire col mondo di gioco. Il palcoscenico di 12 Minutes funziona come una simulazione, nella quale possiamo interagire nei modi più disparati, o anche solo rimanere passivi e lasciare che la serata vada avanti per conto suo.
Il gioco di Luis Antonio prende così coscienza della propria natura ripetitiva e ci dà la libertà di spezzare la quotidianità nel modo in cui meglio crediamo. Esiste un finale conclusivo, legato alla rivelazione del grande mistero che ruota intorno alla coppia, ma la realtà è che assistiamo a una diversa conclusione della storia ogni dodici minuti. C’è quella in cui veniamo strozzati dal poliziotto, in cui ci spariamo in testa, in cui usciamo dall’appartamento o in cui riusciamo a goderci la serata mangiando il dessert di nostra moglie e andando a letto felici.
La sperimentazione è la chiave di 12 Minutes, così come la voglia di riuscire a vedere cosa si nasconde dietro ogni piccola scelta. Un piccolo cambio di programma, sulla ferrea tabella di marcia del loop, può portare a nuove rivelazioni inaspettate.
In conclusione, questa nuova esclusiva Pc e Xbox, non fa altro che guardare direttamente a quello che rende speciale i videogiochi. La capacità di prendere una storia e piegarla, modificarla, indirizzarla o spezzarla a proprio piacimento. Lo fa riferendosi a tematiche universali e ancorate al mondo reale, con uno sguardo citazionistico al cinema classico thriller e noir. Un’opera in grado di intrattenere per diverse ore e di far riflettere il giocatore sulla natura dell’interattività e della ripetizione.
Disponibile con Xbox Game Pass e pubblicato da Annapurna Interactive.