Metti le cuffie e premi Play
Tredici (o meglio 13 Reasons Why) è a tutti gli effetti un successo. Un successo mediatico, in primo luogo, visto che da quando la serie TV è arrivata sulla piattaforma Netflix non si parla d’altro.
Quando un serial raggiunge in breve tempo la cresta dell’onda e finisce vittima incontrastata delle attenzioni dei social e del web, arrivano inevitabilmente i giudizi più disparati, che causano soltanto confusione.
Il nostro obiettivo è far chiarezza in quel mare di opinioni in cui nuotano i giudizi di chi la considera un capolavoro assoluto e di chi non vede l’ora di gettar fango sull’ennesima serie di successo, solo per il gusto di screditare ciò che diviene improvvisamente mainstream.
Tredici è un’ottima serie. Probabilmente non è la migliore che abbiamo visto su Netflix, magari non sarà neppure la migliore di questa prima metà del 2017, ma senza dubbio merita il nostro tempo, ed oggi siamo qui a darvi 13 ragioni perché 13 reasons why (ops…) è una serie da vedere assolutamente.
Cominciamo, allora. Questo è il vostro nastro.
1. Perché il mistero è coinvolgente
Il mistero alla base dell’opera è un po’ il traino di Tredici. Quando una serie punta molto su quest’aspetto deve assicurarsi che sia davvero avvincente e che riesca a coinvolgere lo spettatore per l’intera durata dello show. 13 puntate di circa 50 minuti ciascuna non sono certo poche, e il saper mantenere alta la tensione rappresenta indiscutibilmente un valore aggiunto.
Un ulteriore plus è dato dal fatto che questo grado di coinvolgimento provenga sostanzialmente da un drama, e non da una storia investigativa.
Le attese di Clay, il suo perenne contrasto tra la voglia di scoprire dove i nastri vadano a parare e la paura di conoscere la verità viene vissuto intensamente anche dallo spettatore. E questo, come dicevamo, è un punto a favore.
2. Per i personaggi
Non solo Hannah e Clay: i personaggi di questo serial sono fantastici. Lo stereotipo del college americano fuoriesce in maniera prepotente ma nel senso migliore del termine, prendendo spunto da diversi teen drama a cui abbiamo assistito in passato. Le cheerleader, i bulli, i bullizzati, i ricconi figli di papà, gli studenti omosessuali al confronto con i disagi dettati dalla società, tutti questi personaggi vengono esasperati ma mantengono le proprie caratteristiche, adattandosi al corpo in cui vengono inseriti. Ognuno di loro ha una doppia faccia, il risvolto della medaglia che ci mostra cosa si nasconde veramente dietro la maschera che la scuola e i dettami della società gli costringono ad indossare. Questo rende ogni protagonista una scoperta fantastica che strada facendo ci regalerà colpi di scena.
Merito del cast, ma anche e soprattutto del plot, che grazie alla sua struttura dona un’importanza pressoché equa ai tanti protagonisti, che in questo caso possono veramente definirsi tali.
3. Perché ha dei tempi perfetti
Tredici è scandita e montata benissimo.
Il montaggio è serrato e riuscitissimo, elemento imprescindibile per accompagnare degnamente il mistero di cui abbiamo parlato nel punto 1.
Ma è il modo in cui vengono scanditi i tempi, i frequenti salti temporali tra passato e presente a costituire in tal senso il vero asso nella manica del serial.
Clay, mentre ascolta i nastri, ripercorre i luoghi del mistero, facendoci rivivere – e rivivendole lui stesso – le (dis)avventure di Hannah, contribuendo in maniera fondamentale a questa perfetta alternanza temporale.
4. Perché la recitazione è convincente
Abbiamo parlato del cast, asserendo quanto i personaggi messi in scena rappresentino una mescolanza perfetta. Tra i meriti degli interpreti c’è sicuramente una recitazione convincente. Non sempre i teen drama brillano per quest’aspetto, ma in tal caso possiamo stringere virtualmente la mano ai protagonisti. Ognuno sa stare al suo posto, e se Katherine Langford aka Hannah Baker è abile nel farci emozionare vivendo le sue vicissitudini, è altrettanto vero che Dylan Minnette è assolutamente credibile nel ruolo di Clay Jensens, portando sullo schermo una sorta di Seth Cohen più cazzuto. Il classico protagonista con il quale, pur se non ti ci rispecchi, non puoi che esser solidale. E poi ci sono tutti gli altri, altrettanto bravi nel saperci accompagnare nell’arco delle 13 puntate.
5 Perché ci sono le audiocassette
L’effetto nostalgia sembra ormai essere una componente fondamentale negli ultimi serial di grande richiamo. Se in Stranger Things l’ambientazione anni ’80 ed i riferimenti ad alcuni cult di un tempo hanno generato in noi il sovracitato effetto, in Tredici la nostalgia viene evocata in maniera meno onirica e più definita da semplici audiocassette.
Hannah avrebbe potuto utilizzare diversi modi per far arrivare i propri messaggi vocali a destinazione, e invece opta per le audiocassette. La produzione qui compie una scelta assolutamente perfetta.
6. Perché è perfettamente multigenere
Tredici non è soltanto un teen drama, o uno school drama. C’è il mistero di base, che lo rende (come specificato nel primo punto) una sorta di racconto di investigazione articolato e coinvolgente, ed inoltre i temi che tratta, in particolare il bullismo ed il suicidio sono così significativi e rilevanti che, oltre a far salire l’asticella del livello, contribuiscono a dare all’opera una dimensione assolutamente multigenere. È indefinibile sotto tale aspetto, ma nel senso positivo del termine.
7. Perché ha una colonna sonora pazzesca
La selezione musicale è eccezionale, ma soprattutto è funzionale alla storia. Ogni lato del nastro è un racconto, e ad ogni racconto è associata una canzone che accompagna la narrazione per poi esplodere nel finale. Si passa dai Cureo dai Joy Division ai Chromatics o Selena Gomez: insomma, ce n’è davvero per tutti i gusti, ma soprattutto è assortita in modo studiato. Un’opera certosina, che in un contesto fatto di walkman e audiocassette si esalta ancor di più.
8. Perché è originale
L’avete capito ormai, anche se non l’avete ancora vista. Tredici è una serie innovativa, piena di spunti interessanti, che forse si specchia un po’ troppo spesso e si crede più luminosa e bella di come sia realmente, prestando il fianco a qualche piccolo difetto, a qualche lieve calo di ritmo (che rimane comunque uno dei punti di forza dell’opera), ma dobbiamo constatare l’indubbia originalità del serial.
A partire dal suo essere – come detto – multigenere, arrivando ai temi che tratta, Tredici prende spunto da tante cose ma formula una ricetta innovativa, ed assolutamente vincente.
9. Perché può essere utile
Per quanto utile possa essere un serial televisivo, ovviamente.
Il tema del bullismo e quello del suicidio vengono affrontati in maniera specifica e certosina, cercando di non tralasciare niente. Prova a spiegare l’importanza della comunicazione, un fattore spesso assente o mal approfondito dalla nostra società, soprattutto tra i giovani.
Ogni persona ha una propria vita, affronta quotidianamente le proprio battaglie, interne ed esterne, e se imparassimo a giudicare meno gli altri e a comunicare più spesso e meglio tra di noi, un miglioramento generale non sarebbe escluso.
Insomma, forse Tredici non servirà a cambiare le cose, ma può essere un buono spunto di riflessione.
10. Perché è ciò che vuole essere
Una serie come Tredici sa già, pure in pre-produzione, che susciterà clamore e farà parlare tanto di sé. Sa che ci sarà gente che si esalterà e la esalterà, e sa che ci saranno invece i detrattori, che non perderanno occasione di parlarne male in tutti i modi. Tuttavia Tredici ha le spalle grosse, e va avanti per la sua strada, magari con le assurde pretese di doverci indicare la via dell’etica, magari con la superbia di chi si crede perfetto. O magari no.
Sicuramente è ciò che vuole essere, e non fa sconti.
11. Perché non puoi non affezionarti ad Hannah
Katherine Langford è la Natalie Portman 2.0. Oltra all’indubbia somiglianza con l’attrice israeliana, Hannah Baker (ovvero la Langford) si dimostra una valida narratrice, le cui insicurezze ci lasciano perennemente il dubbio di trovarci di fronte ad una verità o ad una bugia, o più semplicemente davanti ad una verità distorta. Tuttavia il suo modo di essere, le sue paure, e le sue tristi vicissitudini fanno di lei una ragazza da abbracciare virtualmente, da compatire (in senso buono), e non potete davvero fare a meno di affezionarvi ad Hannah.
12. Perché è tra le migliori produzioni Netflix del momento
Siate sinceri: cosa vi sta proponendo Netflix di così favoloso, attualmente? Ci sono così tanti prodotti migliori di 13 Reasons Why? Non sarà un capolavoro, non sarà la serie migliore dell’anno, ma rimane comunque uno delle più interessanti produzioni del momento.
13. Per farsi una propria idea
Capolavoro? Bufala incredibile? Per quanto ci riguarda non si tratta né dell’una, né dell’altra, ma di un’opera assolutamente interessante, originale nella forma e soprattutto nei contenuti, per tutti i 12 motivi discussi finora.
Una cosa è certa: il web non fa che parlare di 13 Reasons Why, quindi dovete vederlo assolutamente, se non altro per farvi una vostra idea.
E poi diteci che ne pensate.