Anche gli angeli mangiano fagioli…
Non è semplice per me spiegare cosa significhi la morte di Bud Spencer, ma chi ha sulle spalle almeno un trentennio saprà certamente capirmi. Il gigante buono delle botte in tv, l’impareggiabile spalla del duo formato con Terence Hill… Bud Spencer è stato un autentico mito del cinema italiano, seppure alle spalle non conti nessuna blasonata produzione, nessun capolavoro classicamente inteso, nessun memorabile sbalzo di carriera. Bud Spencer, che per molti era inespressivo e forse neanche così bravo, è stato in realtà un mito popolare. Un uomo, e poi un personaggio, che ha calamitato su di sé l’affetto – meritatissimo – di almeno un paio di generazioni di spettatori televisivi e non. Personalmente ricordo con affetto ogni pellicola, ogni scazzottata, ogni sceneggiato televisivo. Anche quelli di qualità più infima, in cui i registi si mascheravano con nomi internazionali per non sfigurare con le americanissime location del caso. Li ricordo con un affetto sincero, visto il modo con cui mi hanno accompagnato per praticamente tutta la mia infanzia e oltre. E credo che questo pensiero, del tutto onesto e non dettato dal momento (almeno per quel che riguarda me) sia condivisibile da molti, moltissimi di voi, che hanno passato le loro domeniche d’infanzia sul divano, magari con papà, a guardare Bud e Terence prendere a schiaffi il vile Mezcal o il perfido Paganini. Siamo tutti in lutto per un amico che va via, per l’infanzia che muore, per i ricordi che ora potranno essere ricordi e basta. E allora, visto che si deve molto a Bambino, a Piedone, a Joe… visto che gli si deve quanto meno un tributo sincero, ho pensato che invece di piangere la morte di un amico, sia meglio onorarne la memoria. Con la dignità che si deve ai re, agli eroi, agli affascinanti divi di un tempo, questi sono i miei 15 modi per ricordare Bud Spencer. 15 modi che ho scelto per ricordare un amico che ora è più lontano che mai. Lacrime, applausi, sipario. Addio.
Tuffati e fai una lunga nuotata
Perché Bud di nuotate se n’è fatte tante. Arrivato alle cronache grazie ai suoi palmares sportivi, Bud Spencer (che all’epoca si chiamava semplicemente Carlo Pedersoli) comincia la sua carriera proprio nell’ambito del nuoto agonistico dove conquista ben 11 ori nell’ambito del Campionato Italiano. Bud ha sempre adorato il nuoto, e la sua specialità era lo stile libero nelle cui gare da 100m è stato a lungo un campione consacrato e riconosciuto, membro della nazionale italiana dal ’49 al ’60. Poi, con la definitiva consacrazione cinematografica, il nuoto ha lasciato il posto alla recitazione, ma Bud ha sempre ricordato quegli anni con piacere e nostalgia tenendo a riferimento della sua vita lo sport, per lui primo e più grande maestro di vita.
Fatti una passeggiata sul lungomare di Napoli
Si tende a dimenticarlo spesso, ma Bud Spencer era napoletano. Nato proprio nella capitale partenopea nel 1929, Bud vi si era allontanato per trasferirsi a Roma, cuore del cinema italiano dove, serenamente, si è poi spento nel suo letto. Ma Bud non ha mai dimenticato i suoi natali, e più volte ha ricordato al mondo il suo amore per Napoli, la sua passione per i suoi vicoli, l’affetto caloroso del popolo di Partenope. Bud Spencer era napoletano, ed era un nuotatore. Un giro sul lungomare di Napoli, passando di fianco al Maschio Angioino e a Castel dell’Ovo, guardando il mare fintanto che si può camminare, sarebbe di sicuro un qualcosa che apprezzerebbe. Specie se poi il tutto si trasforma in un’occasione per visitare i luoghi e le stradine in cui si avventurò con il personaggio di Piedone.
Canta a squarciagola un brano degli Oliver Onions
Bud Spencer è sempre stato un uomo riservato, che raramente ha parlato di sé, specie in interviste televisive e non. Per questo motivo si tende a dimenticare la moltitudine delle sue passioni tra cui, neanche a dirlo, spiccava la musica. La musica, spesso chiassosa e divertente, ha accompagnato praticamente tutti i suoi film, un po’ secondo il gusto degli anni ’70 e ’80 (periodo dei suoi successi) un po’ secondo quello dello stesso Bud, che per alcuni film come “Lo chiamavano Bulldozer” ha composto e suonato parte della colonna sonora insieme agli indimenticabili Oliver Onions. Al di là di tutto, proprio gli Oliver Onions hanno accompagnato alcuni dei più celebri film di Bud e Terence, come “Continuavano a chiamarlo Trinità”, “Più forte ragazzi” o alcune pellicole in solitaria di Spencer come la celebre serie di “Piedone Lo Sbirro”.
Passa del tempo con un amico
Se pensi a Bud Spencer, pensi immediatamente a Terence Hill, forse il duo più famoso del cinema nostrano, all’altezza della memoria di altre memorabili coppie comiche del cinema come Totò e Peppino, Stanlio e Ollio o Fernandel e Gino Cervi. Bud e Terence si conobbero sul set di “Dio perdona… io no!”. Era il 1967 e i due si chiamavano ancora Carlo e Mario. Il film era uno spaghetti western, il primo vero esponente del genere italiano che tanto bene farà in giro per il mondo. La nascita dell’accoppiata fu un caso, di quelli che si ricordano negli annali. Bud era stato scelto per il ruolo di Hutch “Earp” Bessy, ma per il ruolo di Cat “Doc” Stevens c’era invece Pietro Martellanza, in arte Peter Martell secondo il canone ben noto di americanizzare il più possibile il proprio nome d’arte. Martellanza tuttavia si infortunò gravemente ad un piede e la produzione, non potendo restare in stallo troppo a lungo, fece un recasting per il protagonista che portò, dopo pochi giorni sul set, un tale Mario Girotti. Pedersoli e Girotti girarono la pellicola con un impagabile affiatamento, e quando fu il tempo di esportarlo in America, la produzione chiese loro di “americanizzare” i propri nomi per non lasciar intendere al pubblico l’origina italiana del film. Nacquero così Bud Spencer e Terence Hill e tutto quel che venne dopo è semplicemente leggenda. I due hanno all’attivo 18 film, di cui 16 come coppia protagonista, e sono rimasti grandi amici anche dopo il definitivo scioglimento del duo a al cinema, il cui ultimo film è stato “Botte di Natale” nel 1994.
Pranza e cena con fagioli e birra
Ora è difficile sapere quanto e se Bud abbia continuato ad amare i fagioli, viste le “performance culinarie” a cui spesso si è sottoposto nei suoi film, ma quel che è certo è che tanto lui quanto Terence Hill hanno mangiato un gran quantità di legumi. I fagioli sono stati un simbolo del duo, tanto che più di una persona ha poi dedicato loro una personalissima versione di fagioli in padella, la cui variante in fricassea simile a quelli “a la Trinità” è spesso chiamata “fagioli alla Bud”. Ma Spencer era anche un amante della birra (perfetta coi fagioli, a pensarci bene), tant’è che il suo nome d’arte altro non è che “un tributo” alla celebre etichetta Budweiser che, proprio in Italia, viene comunemente chiamata Bud e di cui lui era, a suo dire, un grande estimatore.
Guarda (o riguarda) “Capitani Coraggiosi”
Anno 1938, regia di Victor Felming, basato sull’omonimo romanzo di Kipling, Capitani Coraggiosi è uno dei più celebri film con protagonista Spencer Tracy, astro del firmamento della Hollywood degli anni ’30 e premio Oscar proprio per questo film. Bud Spencer amava Spencer Tracy, tanto da eleggerlo il suo preferito in assoluto nell’ambito della cinematografia mondiale. E così se il suo nome altro non era che una goliardica citazione al luppolo, il suo cognome lo dedicò proprio all’impareggiabile attore statunitense, rimasto alla ribalta per oltre 30 anni.
Organizza una maratona cinematografica
Non che Bud ne abbia mai organizzate, ma ci sono almeno due occasioni in cui il nostro si è destreggiato in sequel bellissimi e apprezzabili che possono ben valere una visione in sequenza. Il nostro consiglio è quello di concentrarsi sui due film dedicati a Trinità, giustamente considerati capolavori del genere spaghetti western, anche da quei cineasti il cui nome fa impallidire qualsiasi paragone (metti un Quentin Tarantino a caso, che ha citato Trinità persino nel suo Django Unchained). Se però volete tributare il solo Bud, senza Terence, allora il consiglio è di dedicarsi alla serie di Piedone lo sbirro, in cui il nostro interpreta un poliziotto napoletano tutto d’un pezzo, spesso accompagnato da una pietra miliare del cinema nostrano, il compianto Enzo Cannavale.
Fai un giro su una Dune Buggy
Meglio ancora se fosse una Puma rossa con la cappottina gialla. La dune buggy, simbolo degli anni ’70, è, come saprete, la grande protagonista del divertentissimo “Altrimenti ci arrabbiamo”. Molte sono le scene memorabili del film (tra cui il famoso coro dei pompieri) ma è innegabile che proprio la dune buggy si sia erta a desiderio forsennato di diverse generazioni di cinefili. Difficile che ne riusciate a trovare una (o che la possediate) ma poter scorrazzare con la cappottina al vento sarebbe veramente un tributo perfetto tanto a Bud, quanto a quello che è considerato uno dei più bei film del duo.
Organizza un viaggio
Si potrebbe dire, quasi banalmente, che Bud Spencer ha viaggiato per tutto il mondo. Ed è vero, specie perché il nostro ha partecipato a produzioni che lo hanno portato diverse volte fuori dal Bel Paese. Ma al di la di ciò, Bud ha sempre avuto la passione per il viaggio e, con essa, quella per il volo, tanto da aver conseguito persino un brevetto di volo ed aver partecipato, seppure solo brevemente, alla costruzione di una società di volo. Tra i luoghi che lo hanno visto turista ricordiamo sicuramente l’Africa e l’Argentina, in cui si innamorò di Buenos Aires dove visse anche per molto tempo prima della carriera cinematografica, prima come professionista dello sport e poi come semplice lavoratore.
Fatti bello dal barbiere e fatti crescere la barba
“Barba o capelli?”. La scena è leggendaria, il film è “Lo chiamavano Bulldozer”, in cui il povero barbiere prende gli schiaffi a causa di Osvaldo. Alla fine Bud non si taglierà la barba e non si taglierà i capelli. Proprio la barba che prima della consacrazione cinematografica era solito rasarsi e che poi, per mantenere quell’aspetto “da duro”, deciderà di farsi crescere. Unita alla sua statura massiccia, essa fu uno dei tratti più distintivi del suo aspetto, perfetto per il genere spaghetti western che insieme a Terence Hill consacrò al cinema di tutto il mondo.
Riguarda un film di Dario Argento
Bud Spencer non si coniuga adeguatamente con il cinema d’orrore, eppure il nostro ha cercato, nel corso della sua carriera, di spaziare dal genere della “commedia”, che lo ha visto spesso protagonista, anche attraverso il poliziesco e l’horror. In realtà l’unico film d’orrore che lo ha visto partecipe è stato “4 mosche di velluto grigio”, ultimo film della “trilogia degli animali” di Dario Argento, dove Bud interpreta Diomede, un ambiguo vagabondo con l’animo del filosofo. La partecipazione di Bud al film fu come un fulmine a ciel sereno, ed il film in sé fu un vero e proprio successo.
Leggiti il Satyricon con una toga addosso
Forse pochi lo sanno, ma quando Fellini si apprestava a selezionare il cast del suo Satyricon, per il ruolo di Trimalcione il grande regista pensò proprio a Bud, la cui figura possente era perfetta, a suo dire, per il Liberto di Petronio. Spencer rifiutò la parte, andata poi a Mario “Il Moro” Romagnoli, poiché nel film sarebbe dovuto comparire anche nudo, la qual cosa non gli andava a genio. Il bello è che non si sarebbe trattato del primo “peplum” per il nostro, che proprio ai suoi esordi aveva partecipato come comparsa ad un altro leggendario film di genere, quel “Quo Vadis?” di Mervyn LeRoy in cui un giovane Carlo Pedersoli si cimentava come guardia imperiale.
Guarda uno spettacolo di stunt
Non puoi pensare ai film di Bud se non pensi alle scazzottate. Da solo o in compagnia, lo schiaffo dal caratteristico rumore, spesso accompagnato da persone che volano attraverso vetri, avanti e indietro con i trucchi del montaggio, sono stati un marchio di fabbrica del cinema di genere. La commedia, in cui la violenza non è mai cruda, in cui non si vede mai il sangue, era un omaggio al genere slapstick ed a chi accusava lui ed il suo socio di eccessiva violenza, Bud ha sempre risposto che il suo intento era far ridere, e non certo desensibilizzare alle botte o alla violenza in sé. Il riferimento erano i cartoni animati e la vecchia comicità del cinema d’autore. I suoi film erano quindi un tripudio di voli e stunt, in cui controfigure varie sopperivano là dove non bastavano le doti fisiche di Spencer e Hill, che pure partecipavano a sedie rotte e tavoli volanti, diventando forse due dei più mirabili esempi del nostrano cinema “fisico”.
Fai colazione con pane e marmellata
Non sappiamo se Bud fosse o meno goloso di marmellata, ma se avete dimestichezza con la sua filmografia ricorderete la famosa “Marmellata Puffin”, che faceva da sponsor alla traversata in barca di Charlie, suo personaggio in “Chi trova un amico trova un tesoro” (Corbucci, 1981). La marmellata Puffin, il cui motto era “Solo Puffin ti darà, forza e grinta a volontà”, divenne celeberrima e fu poi davvero creata come etichetta commerciale in Germania, in cui la Puffin utilizzava lo stesso slogan del film. La citazione fu più che voluta e per nulla casuale visto che, dopo l’Italia, la Germania è il paese in cui Bud Spencer (in coppia anche con Terence Hill) ottenne il maggior riconoscimento e amore da parte dei fan.
Fai del volontariato ai più piccoli
Se siamo qui, se stiamo parlando di Bud Spencer, se lo stiamo ricordando con affetto, è perché con lui siamo cresciuti. Una vita dedicata al cinema definito “leggero”, scritto e interpretato con l’intento di divertire i più piccoli. Film come cartoni animati dal vivo, in cui spesso i bambini sono state spalle del divertimento (come nel famoso “Chissà perché… capitano tutte a me”). Bud ha sempre espresso la sua voglia di divertire il giovane pubblico, da cui la volontà di non proporre mai l’aspetto estremo della violenza al cinema, cercando di interpretare sempre personaggi positivi, anche quando questi avevano un carattere duro ma, in fondo, un cuore d’oro.