Lo spiritello colpisce ancora.
Ritorna Hadez con Mezzanotte di Fuoco, secondo capitolo della Trilogia di Ilaria Catalani e Silvia Tidei (che noi di Stay Nerd abbiamo avuto il piacere e l’onore di intervistare), edita da Dentiblù. Nato come Web Comic, premiato come fumetto indipendente al Lucca Comics 2014, Hadez è l’esempio perfetto di quanto il fumetto italiano sia vivo e pulsante anche al di fuori degli ambienti più “tradizionali”, come Topolino e Bonelli, che pure hanno ormai sviluppato un’attenzione particolare verso autori esordienti / indipendenti.
Le due giovani autrici collaborano a soggetto e sceneggiatura, e si dividono i compiti della sezione artistica: disegni a Ilaria Catalani e colori a Silvia Tidei. Assolutamente niente da ridire al riguardo: disegni e colori morbidi, soffici, caldi e avvolgenti. In poche parole, funziona tutto a meraviglia! Se conoscete già la serie, sarete contenti di ritrovare qui lo stesso stile ironico di figure e situazioni, con espedienti grafici imparentati con il lontano mondo del manga. Questa varietà di ispirazioni è graditissima e si lascia apprezzare proprio in considerazione della singolarità di Hadez, della sua indipendenza e marcata tendenza a non appartenere a categorie di fumetto preesistenti.
La storia, se avete bisogno di un’infarinatura generale, racconta le avventure di adolescenti qualunque (Ike, Kurt, Meredith e altri ancora) alle prese con il mondo di magie, malocchi, rituali e, soprattutto, con l’infido spiritello Hadez. Ovviamente in questo secondo capitolo le cose si complicano: più personaggi, più spiritelli, nuovi punti di vista, colpi di scena, sorprendenti alleanze e così via. Colpisce molto positivamente che, pur dando priorità alle classiche vicende adolescenziali dei protagonisti, alterate dall’elemento magico (far ammalare la prof. in modo da saltare il compito in classe, perché no?), Hadez offre anche brevi spunti su temi più “difficili”, come una rottura famigliare e la percezione che ne ha il ragazzo di turno, vittima che si sente colpevole.
Per quanto bello e divertente, Hadez non è ancora privo di difetti. Le sequenze cui assisterete sono tutte affollate e scoppiettanti, sia dal punto di vista grafico che da quello delle battute. Questo è senza dubbio un bene, visto che non si rischia mai di annoiarsi, tuttavia qualche volta il montaggio finisce per soffrirne un po’, mancando di chiarezza. Non è facile raccontare tante cose in un numero di tavole non estesissimo (il Volume è di 96 pagine), e d’altronde se siete abituati a questo tipo di fumetto non avrete difficoltà nell’orientarvi, ma se vi avvicinate per la prima volta alla serie e al genere potreste ogni tanto provare un pizzico di confusione e unire qualche puntino personalmente. Non è tanto un difetto, comunque, quanto una scelta di linguaggio. Se si vuole costruire un fumetto tanto frizzante e vivace come Hadez, difficilmente risulterà accessibile a tutti. Allo stesso modo di come, se si vuole scrivere un thriller noir introspettivo-investigativo, non si potrà usare lo stille del Piccolo Principe.
Altra piccola cosa da notare, Hadez 2: Mezzanotte di Fuoco intrattiene a dovere, ma racconta una fase intermedia della storia che, partendo dal Volume 1 ci traghetta verso il Volume 3. Quindi, se cercate una storia a sé stante, vi conviene aspettare l’ultimo capitolo e acquistate l’intera Trilogia.