Un cult senza tempo
L’8 febbraio 1976 le sale cinematografiche statunitensi accoglievano Taxi Driver.
Uno dei tanti capolavori del Maestro Scorsese, ad oggi film cult di genere, cementava le basi del sodalizio tra il regista ed il già premio Oscar Robert De Niro, qui alle prese con un ruolo che resta indubbiamente uno dei suoi più riusciti.
Gli spunti di discussione che ci lascia Taxi Driver sono tanti, a partire dalla fine, con un epilogo semiaperto, tornando poi indietro ed allargando la vista su una New York tanto caotica quanto desolante.
Numerose scene di questa straordinaria pellicola accompagnano i ricordi dei cultori del cinema, ed alcune espressioni fanno ormai parte persino del nostro lessico e del nostro modo di scherzare.
Omaggiamo quindi questa pietra miliare, infilandoci dietro le quinte e raccontandovi 10 aneddoti e curiosità di cui forse non siete ancora a conoscenza.
Tutto in famiglia
Jodie Foster aveva all’epoca 12 anni, ed ovviamente non poteva essere parte attiva di alcune scene un po’ hot all’interno del film.
Per risolvere questo inconveniente si decise di fare tutto in famiglia, affidandosi quindi all’aiuto della sorella maggiore Costance detta “Connie”, che di anni ne aveva 19. Nonostante ciò la bambina prodigio fu obbligata ad avere diversi colloqui con uno psichiatra prima delle riprese del film, in modo che fosse preparata adeguatamente.
Il gran rifiuto: Melanie Griffith
La parte di Iris fu offerta a Melanie Griffith, che però rifiutò.
Non sappiamo come sarebbe cambiata la sceneggiatura nel caso in cui l’ex moglie di Banderas avesse accettato, ma possiamo immaginare che – vista la differenza d’età tra la Griffith e la Foster – qualche leggera modifica circa l’anagrafica del personaggio si sarebbe resa necessaria.
Il gran rifiuto parte 2: Dustin Hoffman
Anche il ruolo di Travis fu proposto originariamente a Dustin Hoffman, che come la collega non accettò la parte. In questo caso facciamo meno fatica ad immaginarcelo nei panni del protagonista, ma quello che ci fa sorridere sono le motivazioni che hanno spinto l’attore a dire no. Dichiarò che all’epoca non conosceva Martin Scorsese, e quando si presentò all’appuntamento il regista non aveva con sé nemmeno lo script. Glielo descrisse semplicemente a voce, parlando con estrema velocità e con atteggiamento frenetico. “Credevo fosse un pazzo”, ammise Dustin Hoffman.
Troppo rosso
La MPAA (Motion Picture Association of America) obbligò Scorsese ad attenuare il forte colore di alcune scene in cui il rosso primeggiava in maniera quasi scioccante. L’idea del regista era quella di garantire la violenza dell’impatto visivo, ma una volta ultimate le modifiche fu comunque molto soddisfatto perché in questo modo il film risultava paradossalmente più inquietante.
Taxi driver di mestiere
Robert De Niro, per imparare meglio la parte ed immedesimarsi nel suo Travis, guidò veramente un taxi per le strade di New York, arrivando a girare per la città fino a dodici ore al giorno, alternando la guida solamente con lo studio di manuali dedicati alle malattie mentali.
Non facciamo certo fatica a crederci.
“Stai parlando con me?”
Chi non hai mai ripetuto a gran voce – almeno una volta nella vita – la scena cult del film, quella in cui Travis recita il monologo davanti allo specchio?
Vi sembrerà incredibile, ma quella sequenza fu frutto dell’improvvisazione di Robert De Niro, che partì da un mero spunto di sceneggiatura nel quale tutto questo era solamente accennato.
E così “Travis parla da solo davanti allo specchio”si tramutò in qualcosa di storico.
Il regista naturalmente andò in visibilio per la performance dell’attore e non esitò un secondo ad inserirla nel film. Fortunatamente, aggiungiamo noi.
Scorsese come Tarantino
Quentin Tarantino si diverte moltissimo a partecipare attivamente al cast artistico dei suoi film. In rare occasioni si è persino designato un ruolo mediamente importante, mentre nella maggior parte dei casi lo abbiamo visto in piccole apparizioni che ci hanno fatto sorridere.
Martin Scorsese non ha questa vocazione, eppure in Taxi Driver c’è anche lui.
In una giornata chiave per le riprese del film, l’uomo che avrebbe dovuto interpretare un cliente del taxi (un uomo irrequieto per via di sua moglie) diede forfait e così il regista prese in carico il ruolo, affidandosi proprio ai consigli di Robert De Niro.
Premiazioni
Vi chiederete quali premi ha ottenuto un film come Taxi Driver, considerato da tutti un capolavoro della storia del cinema.
La pellicola sembrò da subito destinata al successo, vincendo la Palma d’oro a Cannes nel 1976.
L’anno seguente infatti guadagnò due nomination ai Golden Globe:
Miglior attore (Robert De Niro) e Migliore sceneggiatura (Paul Schrader). Risultato? Nessun premio.
Venne il turno degli Oscar: nomination per Miglior attore (Robert De Niro), Miglior attrice non protagonista (Jodie Foster), Colonna sonora (Bernard Herrmann) e Miglior film. Statuette vinte? Nessuna.
Attentato a Ronald Reagan
John Hinckley Jr. fu un criminale statunitense che nel 1981 organizzò un folle attentato al presidente degli Stati Uniti Ronald Reagan. La motivazione che spinse Hinckley a questo incredibile gesto fu il tentativo di attirare su di sé l’attenzione di Jodie Foster, dalla quale era ossessionato. L’uomo fu riconosciuto non colpevole per incapacità di intendere e volere.
Colonna sonora
La bellissima colonna sonora del film fu composta da Bernard Herrmann, già premio Oscar con L’oro del demonio.
Il compositore morì il giorno della vigilia di Natale del 1975, poche ore dopo aver concluso le sessioni di registrazione della soundtrack di Taxi Driver.