6 Underground: Michael Bay è su Netflix
Ci permettiamo di utilizzare uno dei motti più amati da Zlatan Ibrahimovic, “Only God can judge me”, tatuato anche sulla sua pelle, vista l’eccellente e alquanto bizzarra operazione di marketing di Netflix, che ha presentato il nuovo film di Michael Bay, 6 Underground, con uno spot con il calciatore svedese protagonista. Ibrahimovic, noto per essere un duro per nulla facile da impressionare sembra entusiasta dell’action adrenalinico del regista di Transformers, e dopo la visione possiamo affermare di essere piuttosto d’accordo con Zlatan. Anche perché non avremmo il coraggio di andargli contro.
Michael Bay è più esplosivo e audace che mai, dando la netta sensazione di divertirsi come pochi altri alla regia, senza farsi troppi scrupoli del giudizio altrui, leggi quello della critica, dove peraltro iniziare a guadagnare sempre più estimatori.
I 6 fantasmi di Michael Bay
“I fantasmi hanno un potere: tormentare i vivi per ciò che hanno fatto”.
Attraverso un breve monologo il personaggio di Ryan Reynolds ci introduce in un racconto dal ritmo irrefrenabile, con 6 Underground che parte letteralmente in sesta, regalandoci circa 20 minuti di inseguimenti automobilistici e sequenze adrenaliniche senza sosta, che hanno anche l’obiettivo di presentarci i 6 del team: La spia della CIA (Melanie Laurent), il miliardario (Ryan Reynolds), l’acrobata (Ben Hardy), il medico (Adria Arjona), il sicario (Manuel Garcia-Rulfo), l’autista (Dave Franco). Ci sarà poi un settimo elemento (Corey Hawkins), ma non vi diciamo altro per evitarvi spoiler.
È una vera e propria squadra di “fantasmi”, professionisti che hanno scelto di fingersi morti per dare la caccia ai vivi che rovinano il mondo, criminali come il dittatore Rovach Alimov (Liol Raz), leader del Turgistan, paese immaginario del Medio Oriente ma il cui nome in realtà risale ai tempi dell’impero sasanide in una zona che possiamo identificare oggi, orientativamente, come il Pakistan.
Inizia quindi un fantastico e vorticoso giro del mondo che porta i nostri “eroi” dall’Italia (e noterete dei fantastici luoghi comuni) alla Francia, agli Stati Uniti fino al Medio Oriente.
È un vero e proprio tour con poche soste per prendere il respiro, dopodiché si torna immediatamente in apnea nell’action più puro e in quell’intrattenimento ormai marchio di fabbrica di Michael Bay. Siamo abituati a vedere questo genere di film al cinema, ma il regista americano ci dimostra che ormai i tempi sono maturi per farli uscire anche direttamente sul piccolo schermo, e come al solito Netflix vuole essere in prima linea.
La mano di Bay è gigantesca, si vede e si percepisce in ogni momento e le infinite sequenze action vengono riprese da ogni tipo di angolazione e utilizzando ogni strumento immaginabile per rendere il più potente possibile l’impatto visivo. Quando pensate di aver visto tutto in un genere ultra abusato e in cui ormai, solitamente, ci accontentiamo dei cliché purché riesca ad intrattenere e divertirci, ecco che Michael Bay ci stupisce con delle favolose scene in cui fa volare da una parte all’altra un mare di gente con dei potentissimi magneti, grazie al genio e alle risorse del suo Tony Stark, cioè il numero 1 dei fantasmi: Ryan Reynolds.
Certo lo script è, quasi inevitabilmente, convenzionale e già visto, ma 6 Underground è di fatto un minestrone pieno di ingredienti saporiti, che grazie alla mano di uno chef esperto come Bay diventa più che gradevole. C’è tutto in questo film, dall’ultra citato action adrenalinico, allo splatter, all’ironia a tratti pura e a tratti nera e graffiante, in un mix che culmina con un trionfo di esplosioni ed effetti speciali. Encomiabile anche il lavoro sulla fotografia del direttore Bojan Bazelli, che passa dai colori sabbiosi delle ambientazioni mediorientali, ad accese macchie cromatiche che bucano lo schermo in alcune sequenze in Europa o negli States.
Il cast risponde presente, con un Reynolds che zoppica un po’ nei panni del leader ma tutto sommato sa tenere le redini del gruppo, affiancato da un Manuel Garcia-Rulfo che fa il bello e il cattivo tempo e soprattutto una straripante Melanie Laurent, vera e propria atomica bionda più di una categoria sopra gli altri. Qualche personaggio, a dirla tutta, risulta tratteggiato un po’ sommariamente, però nel complesso il team funziona.
Nel tripudio dell’intrattenimento Michael Bay si prende ogni tipo di licenza, arrivando persino a citare, o meglio omaggiare, Apocalypse Now in un finale che tra l’altro lascia spazio ad un possibile sequel. Per ora, intanto, Netflix ci regala l’ennesimo prodotto più che dignitoso, confermando i recenti progressi qualitativi della piattaforma.