Stay Nerd continua a celebrare il ricordo della Prima Guerra Mondiale. A 100 anni esatti dallo scoppio di un conflitto che costò la vita a diversi milioni di vittime, vogliamo mantenere viva la memoria di una guerra lontana, ma fondamentale per quella che fu la formazione dell’Europa del ‘900. Questa settimana ci va di raccontarvi un po’ della guerra con una delle nostre tipiche liste, una roba semplice che, come un bignami, vi racconti alcune curiosità non note a tutti. Mettetevi comodi, celebriamo oggi con le “7 cose da ricordare sulla WW1”
7 – La conta delle vite
La Prima Guerra Mondiale è stata uno dei più sanguinosi conflitti registrato nella storia dell’umanità. Vi parteciparono ben 30 nazioni, con una mobilitazione di oltre 65 milioni di soldati. A causa della lunghezza della guerra, ma anche di un periodo storico in cui si scontravano concezioni belliche antiquate con la nascita di armi sofisticate, molti paesi spesero le vite dei loro uomini in modo quasi forsennato. Sebbene la conta precisa delle vittime resti incerta, storicamente si attribuisce alla WW1 un numero di morti compreso tra i 15 e i 17 milioni. Le perdite, in totale (ossia considerando anche feriti e mutilati) si stima intorno ai 37 milioni. Delle vittime, oltre la metà erano civili, che subirono indirettamente la guerra a causa di invasioni, bombardamenti o scontri dovuti alla conquista di punti strategici fondamentali. Spaventoso inoltre constatare come, in corrispondenza del conflitto principale, si svilupparono diversi altri focolari bellici (come la guerra civile russa) che aumentano sensibilmente la già enorme conta di vittime. L’Italia, che partecipò alla guerra dal 24 maggio 1915 (dichiarando guerra all’Austria), pagò al conflitto il dazio di 1,24 milioni di vite umane. Di questi 651 mila erano militari, e 589 mila civili.
6 – Aspettative di vita
La guerra passò alla storia per la sua lentezza e per la trincerazione degli eserciti, che portò ben presto a un vero e proprio logoramento dell’umanità. L’aspettativa di vita in trincea era bassissima, e ciò non solo a causa della guerra in sé, ma anche delle pessime condizione igienico-sanitarie. Se per i feriti, in pratica, difficilmente c’era speranza, per una persona sana l’aspettativa di vita restava comunque bassa e si stimava attorno alle sei settimane! Per motivi tattici, ufficiali e barellieri (entrambi fondamentali, per scopi diversi) erano i primi bersagli del nemico e, salvo i feriti, erano gli uomini con l’aspettativa più bassa di tutti: neanche un mese.
5 – Guerra di Trincea
La Prima Guerra Mondiale fu combattuta fondamentalmente in trincea, il che l’ha resa lunga ed esosa in termini di vite. Si stima che solo sul fronte occidentale siano stati scavati oltre 25 mila chilometri di trincee. Se di per sé la cifra è già in grado di farvi impallidire, dovreste anche ricordare che tali “fosse” non furono scavate che con l’ausilio di pale, picconi ed esplosivi, e che la velocità con cui furono realizzate fu notevole. La creazione di una trincea infatti garantiva alla truppa un minimo di sopravvivenza dagli attacchi della prima linea, nonché la possibilità di rispondere al fuoco nemico contando su una qualche forma di riparo. Le migliori realizzate, ci risulta, furono quelle tedesche, alcune delle quali erano dei veri e propri quartieri interrati con tanto di finestre e porte. Questo perché i tedeschi progettarono le proprie trincee per arroccarsi e difendere i propri confini, a differenza degli alleati che tentavano invece di avvicinarsi il più possibile al nemico grazie ad una rete di scavi e gallerie. In tal senso è emblematico il sistema di trincee rinvenuto a Ypres (Belgio), in cui le trincee avversarie non distavano che 50 metri le une dalle altre.
4 – La tregua calcistica
Non tutti lo sanno, ma nel Natale del 1914 la guerra si fermò brevemente in Belgio per… una partita di calcio! Le truppe tedesche e quelle inglesi, si radunarono infatti nei pressi della città, in una striscia di terreno che, non essendo contesa da nessuna delle parti, venne definita neutra e quindi “Terra di Nessuno”. La partita si concluse con una vittoria tedesca per 3-2.
3 – Personaggi celebri
Sono diversi i personaggi storici della Prima Guerra Mondiale che hanno influenzato la cultura popolare negli anni che hanno seguito il conflitto. Alcuni di essi furono essenziali nello sviluppo della guerra, chi per meriti prettamente bellici, chi invece in ambito squisitamente logistico. Tra i più celebri ricordiamo certamente il barone Manfred von Richthofen, detto “Il Barone Rosso”, che detenne il record di ben 80 aerei alleati abbattuti prima di essere sconfitto; e Mata Hari, la ballerina olandese che si infiltrò tra gli alleati come spia dei tedeschi, e che fu smascherata grazie ad un’intercettazione effettuata dalla Torre Eiffel. Entrambi, come tante altre eminenze storiche, hanno arricchito la fantasia di tante generazione, e lo fanno ancora! Vi basti pensare che, sull’idea di Mata Hari, Quentin Tarantino ideò il personaggio di Bridget Von Hammersmark in Bastardi Senza Gloria. Tra gli altri, in ogni caso, ricordiamo: Alan Alexander Milne, J.R.R. Tolkien, Guillaume Apollinaire, Enest Hemingway e Gabriele D’Annunzio.
2 – La guerra delle innovazioni
La Prima Guerra Mondiale fu teatro di un grande numero di innovazioni belliche, sia da parte degli alleati, che dalle forze nemiche. Fu, in tal senso, una guerra di transizione, in cui si scontrarono le antiche convenzioni belliche, con i più moderni armamentari. Assieme ai 100 anni dalla guerra, si “festeggiano”, insomma diversi centenari di brevetti celebri, tra cui vale la pena di ricordarne qualcuno: maschere antigas, carri armati, ma anche il semplice elmetto in metallo. Tutti questi strumenti furono creati proprio in occasione della guerra. Se vi incuriosisce l’argomento non vi resta che attendere l’articolo della prossima settimana, in cui analizzeremo proprio le evoluzioni tecnologiche del grande conflitto.
1 – Boom delle nascite e influenza spagnola
Ritornati dalla guerra con un solo desiderio: quello di vivere, i soldati diedero inizio ad un vero e proprio boom delle nascite, tale che tra il 1918 e il 1920 il numero di nascituri aumentò del 45%! Tuttavia, come se il mondo non fosse stato già abbastanza flagellato, attorno al 1918 ci fu lo scoppio di una violenta pandemia, quella dell’influenza spagnola che, per il numero di vittime che causò, e per la sua durata, fu chiamata “La Grande Influenza”. Si fatica a ricordarlo, ma la Grande Influenza fu molto più letale e virulenta della Peste Nera e causò circa 50 milioni di decessi registrandosi, a tutti gli effetti, come il più grande caso di pandemia mai registrato.