Che il merchandising sia con te!
Il mondo del merchandising è strano, molto strano. Se poi si prende ad esempio un marchio come quello di Star Wars, potete solo immaginare la quantità di gadget e memorabilia creati ad hoc per i fanatici della saga di George Lucas, al punto che anche quell’idea geniale che vi venne in mente a riguardo, sicuramente esiste già.
Ovviamente la nostra curiosità – in tale direzione – è oltre ogni logica, ragion per cui ci siamo rimboccati le maniche ed abbiamo deciso di raccogliere per voi, in uno speciale listone, i Memorabilia più strani a tema Guerre Stellari, a dimostrazione che la lucida follia dei nerd non ha limiti.
Il parasole per la macchina
Cominciamo con qualcosa di semplice e altamente desiderabile per ogni fan dotato di un veicolo a quattro ruote: la tendina parasole. Un accessorio fondamentale durante i mesi caldi, per evitare di lasciare interi lembi di pelle sulla vostra macchina, procurandovi ustioni di raro dolore e, in ultima analisi, un’ulteriore possibilità di personalizzazione del proprio mezzo che, ovviamente, deve essere sempre riconoscibile. Ecco dunque il motivo per cui la tendina parasole a tema Star Wars è tanto eccentrico quanto utile, grazie anche alle numerose fantasie disponibili. La nostra preferita è quella dedicata alla truppa del Millennium Falcon ma, vi assicuriamo, ce ne sono per tutti i gusti.
Il portascotch
L’ufficio è di base un ambiente di lavoro neutro, dunque non è strano voler lasciare qualche traccia di sé per renderlo più personale: si può fare con delle foto, qualche poster motivazionale, sempre mantenendo una certa professionalità. Ecco, tale dettaglio forse è stato trascurato dal designer di questo portascotch dedicato a C3PO, uno dei droidi più iconici del film, dalle forme vagamente futuristiche ma che, nonostante le diverse analisi, resta un oggetto davvero difficile da poter descrivere. Indubbiamente, oltre ad essere un potenziale suggerimento sull’evoluzione delle toilette stellari, ha dalla sua un fascino indiscutibile, la cui ciliegina sulla torta è rappresentata dallo sguardo di quel potevo droide tale da rendere il contatto visivo pressoché impossibile, generando altresì una forma viscerale di pietà palpabile, soprattutto se vi ritroverete a guardarlo mentre siete in riunione con il boss.
Il sacco a pelo
Ognuno di noi ha la sua personale fantasia su Star Wars: c’è chi sogna di pilotare un X-Wing, c’è chi vorrebbe volteggiare tra i nemici brandendo una spada laser come un vero Jedi. E poi c’è chi sogna di passare una fredda nottata nel corpo di un Tauntaun squartato per l’occasione.
Un desiderio, scusatemi, viscerale al quale molti devono aver pensato: inizialmente fu ThinkGeek, un sito che vende oggetti a tema nerd, che propose l’oggetto in occasione di un Pesce d’Aprile. L’accoglienza del prodotto fu incredibile, abbastanza da portare il sito a mettere effettivamente in produzione questo oggetto macabro, per quanto caldo e sofficioso.
Il fortino
Non so voi, ma essendo nato e cresciuto nel cemento ho sempre sofferto la mancanza di quei grossi alberi americani dove padri amorevoli si mettevano a costruire case sugli alberi.
Non parliamo nemmeno dei cosìddetti fortini: ecco dunque che a vedere il fortino ufficiale de Il ritorno dello Jedi ho avuto ben più di un sussulto.
Strano è strano, non c’è niente che dire: una tensostruttura dalla stabilità improbabile, con una riproduzione di sala di comando e, dulcis in fundo, un’altalena a forma di Scout Trooper.
Eppure, nonostante ciò, è impossibile non restare affascinati da cotanta maestria costruttiva pre-Ikea, riaccendendo il nostro desiderio di essere bambini negli anni ’80.
Cose da donne
Siamo a conoscenza del fatto che parte del pubblico che ci segue è anche femminile, un segno tangibile dei tempi che cambiano. Anche l’industria lo sa e Star Wars non poteva rimanere indenne. Abbiamo visto di tutto, dalle linee di make up brandizzate a leggings a tema Chewbacca, arrivando infine a toccare il top del cafone con queste scarpe: opulente all’inverosimile grazie al bronzo lucido, una suola che sembra uscita da uno scarto di fabbrica e un tacco a forma di spada laser che, manco a dirlo, si accende ed è ricaricabile via micro USB.
Citando un nostro caro membro dello staff, allibiamo.
Le Action Figure in differita
Questa memorabilia ha dietro una storia divertente, di quando il marketing era puro genio.
Parliamo della fine degli anni ’70, quando fu messa in vendita la licenza per produrre action figures di Star Wars, che finì nelle mani della Kenner. Questa piccola compagnia sottostimò non poco il successo del film al punto che, nonostante Episodio IV uscì nel Maggio del ’77, non riuscì in alcun modo ad arrivare preparata all’assalto del Natale.
Da qui, l’intuizione vincente: l’Early Bird Certificate Package o, in parole povere, un cartonato con le immagini dell’intera collezione di action figures previste e, in allegato, una cartolina da inviare alla Kenner per ricevere le prime quattro disponibili (per la cronaca: Luke Skywalker, Princess Leia, R2-D2 e Chewbacca). Certo, c’erano anche degli adesivi, qualche foto promozionale e l’emblema dell’iscrizione ad un fantomatico club di Star Wars, ma ciò che conta è questo: qualche bambino ha ricevuto un pezzo di cartone a Natale e ciò dovrebbe far riflettere non poco.
Il Lecca Lecca
Ci siamo tenuti per ultimo il piatto forte, anche perché pure il cibo vuole la sua parte: se pensate ad un alimento qualunque, freddo, caldo, solido o liquido, è probabile che ci abbiate visto almeno una volta quel pacioccone di Darth Vader o qualunque altro personaggio della galassia. E poi andiamo sui dolciumi, beh, Dio ce ne scampi (magari sono brandizzati pure quelli). Tuttavia ci sono orrori che non si dimenticano, ad esempio quello che potete ammirare in tutta la sua orrida bellezza: sì, perché Jar Jar Binks gode già di una popolarità negativa tale che il terrore che possa apparire nei futuri film ci attanaglierà vita natural durante. Se poi lo usiamo come base per creare un lecca lecca e l’unica idea ritenuta valida è questa, beh, abbiamo un degno avversario del Calippo.
Scherzi a parte, ci auguriamo che nessuno di noi abbia avuto a che fare con una tale aberrazione, o che almeno abbia rimosso tutto con l’aiuto di un terapista.
A cura di Francesco Paternesi