Jack Nicholson: un po’ di curiosità sull’attore
Jack Nicholson: una vita da “cattivo ragazzo”, ma apprezzato da tutti.
Amato dalle donne, verso le quali ha ricambiato i sentimenti guadagnandosi la fama di latin lover di Hollywood; stimato dagli uomini, che non hanno potuto non provare invidia per un personaggio così estroso, che oltre ad essere un grande attore ha sempre avuto fascino da vendere.
Ultimamente si è allontanato dalle scene, demotivato dall’attuale modo di fare cinema e dalla triste tendenza dei giovani, colpevoli – a suo dire – di non sapersi più emozionare.
La nostra speranza è quella di vederlo ancora una volta sul grande schermo, ma nel frattempo vogliamo omaggiarlo con una raccolta di bizzarre curiosità sul suo conto. Ecco una lista di otto cose che potreste non sapere su Jack Nicholson.
Infanzia shock
L’attore del New Jersey non ha mai conosciuto suo padre, tale Donald Furcillo, uno showman italo-americano.
Ma non è questo il fatto più scioccante della sua infanzia: la donna che riteneva fosse sua sorella (June Nicholson) è infatti sua madre, mentre quella che credeva sua madre, è in realtà la nonna.
Scoprì tutto questo solamente nel 1974, quindi a 37 anni, grazie ad una giornalista del Time che stava lavorando ad un articolo su di lui. Venne fuori che il padre aveva problemi di alcolismo e mise incinta June Nicholson quando ella aveva soltanto 17 anni, abbandonandola dopo il parto.
La via dei cattivi ragazzi
Jack Nicholson Vive sulla “Bad Boy Drive“, ovvero Mulholland Drive a Beverly Hills, in California.
Questa strada ha assunto nel tempo tale denominazione per via della lunga lista dei “cattivi ragazzi” di Hollywood che scelsero di abitarci, creando un vero e proprio status quo.
Oltre a Jack Nicholson infatti si stabilirono qui anche Warren Beatty, Marlon Brando, Dennis Hopper.
Dopo la morte dell’amico Brando (suo vicino di casa), egli ne acquistò la villa ma fu costretto a demolirla poco dopo per via delle disastrose condizioni dello stabile, ormai divorato dalla muffa.
Un Corleone mancato
A Jack Nicholson fu chiesto di interpretare il ruolo di Michael Corleone ne Il Padrino, ma la sua risposta fu lapidaria:”I ruoli da indiani devono andare agli indiani, e così quelli scritti per gli italiani“.
Dopo di lui Coppola propose il ruolo di Michael anche a Dustin Hoffman e Warren Beatty, ma rifiutarono anch’essi. La parte finì così ad Al Pacino.
Chissà come sarebbe stato Michael Corleone interpretato da Nicholson…
Predestinato
Potremmo definirlo senz’altro così. La sua gioventù fu infatti costellata di situazioni ed incontri che lo portarono sulla strada del Cinema.
Sappiamo infatti che è stato un amico d’infanzia di Danny De Vito (sono dettagli che ci fanno sempre sorridere), e che da ragazzo si iscrisse quasi per caso ad un corso di arte drammatica.
Iniziò per far compagnia ad un amico e si ritrovò ad avere a che fare con la recitazione di fronte a un insegnante come Martin Landau. Nello stesso corso c’erano: Dennis Hopper; Roger Corman; Harry; Dean Stanton, e Dean Stockwell. Come è strana la vita…
Un “particolare” stile di vita
Tempo fa la sua ex fidanzata Susan Anspach rilasciò un’intervista in cui svelò alcuni particolari dello stile di vita poco virtuoso dell’attore, in particolar modo nei primi anni della sua carriera. La Anspach dichiarò che Jack Nicholson faceva abitualmente uso di LSD, cocaina ed altre sostanze. Inoltre, sempre secondo i racconti della donna, pare che egli avesse anche continue fantasie omoerotiche e persino riguardanti la castrazione.
L’attore ovviamente non si è mai pronunciato riguardo gli ultimi due punti, e pure sulle droghe ha mantenuto le sue riserve, tuttavia ha confermato di aver fatto in passato un saltuario uso di marijuana perché lo aiutava a concentrarsi nella scrittura e per lo studio dei suoi personaggi.
Anche questa senza dubbio con merito in questa lista di curiosità su Jack Nicholson.
Paura della solitudine
“Nessuno esce vivo dalla vita”, recitò una volta nei panni del Joker in Batman.
Eppure, nonostante questa amara certezza, il nostro caro Jack Nicholson ha un vero e proprio terrore della morte. O meglio, non proprio della morte in sé, ma che questo avvenga in solitudine.
Si sente solo, vittima di quella nomina di latin lover e “piacione” che lo ha portato a condurre una vita di divertimenti e soddisfazioni, ma che ora avverte come un vero e proprio fallimento dal punto di vista emotivo.
I silenzi sul set
Tutti conosciamo il capolavoro di Forman: Qualcuno volò sul nido del cuculo. Abbiamo apprezzato moltissimo sia il film che la magistrale interpretazione di Jack Nicholson.
Eppure pochi sanno che il regista e l’attore ebbero delle accese discussioni sul set, al punto di non parlarsi più ed usare addirittura intermediari per comunicare.
Il tutto nacque dalle opposte visioni su alcuni punti del plot.
Forman infatti voleva che i pazienti fossero già ribelli ed indisciplinati, mentre Jack Nicholson pretendeva che questo avvenisse solamente con l’ingresso nella clinica del suo Randle McMurphy.
Alla fine fu quest’ultimo ad avere la meglio (fortunatamente, col senno del poi), ma i rapporti non si sanarono mai del tutto.
Il Joker: un’ossessione
“Il Joker per me ha rappresentato la possibilità di sperimentare la recitazione con la maschera. Lo predicava un famoso manuale di recitazione e fin da quando ero studente mi ero ripromesso di tentare l’esperimento“.
Quel ruolo ha portato, oltre ai grandi riconoscimenti, circa sessanta milioni di dollari ad impinguare le già stracolme casse di casa Nicholson.
Lo ha definito un pezzo di pop art: “Tutto il film di Tim Burton sembra un quadro-fumetto di Roy Lichtenstein. Non credete?”.
Quello che è certo è che il suo personaggio continua a far discutere ed è sempre utilizzato come termine di paragone per tutti gli altri Joker.
Pare che Jack Nicholson provi una vera e propria gelosia compulsiva verso questo personaggio, al punto da rimanerci malissimo il giorno in cui seppe che Heath Ledger era stato scritturato per quella parte nel film di Nolan. Probabilmente ci rimase ancor peggio dopo la visione del film, e dopo aver osservato la leggendaria interpretazione di Ledger.
Successivamente alla morte dell’attore uscirono indiscrezioni riguardanti un forte stress post film, che costrinsero probabilmente il giovane a fare uso di Ambien ed altre sostanze per tranquillizzarsi e dormire, dato che – come ammise lo stesso Heath Ledger – non riusciva a smettere di pensare al personaggio.
Il commento di Nicholson fu deciso e severo: “L’avevo messo in guardia dal Joker”.