Vedere il Giappone con gli occhi di autori stranieri
Il Giappone è fra i Paesi più amati e studiati, poiché la sua cultura millenaria si discosta moltissimo da quella occidentale sotto ogni punto di vista. Il Giappone sarà probabilmente sempre troppo distante per poterlo comprendere appieno, perché racchiude sotto un unico ombrello tantissimi anni di sviluppo culturale, economico, politico e sociale profondamente diverso dal nostro. Fortunatamente, ci sono numerosi studiosi che fanno della conoscenza del Giappone quasi una missione ed ecco che ci arrivano libri di autori stranieri che ci aprono le porte del Paese del Sol Levante, per iniziare a scavare nei suoi meandri, anche quelli più nascosti. Ecco quindi nove libri sul Giappone scritti da autori stranieri con cui cominciare il vostro percorso.
Tokyo Vice – Jake Adelstein
Questa lista non vuole cominciare subito con un romanzo. Tokyo Vice è infatti un memoir dell’autore sugli anni vissuti a Tokyo come reporter per lo Yomiuri Shinbun, uno dei giornali più importanti del Giappone. Si tratta dunque di una storia vera, che vede Jake Adelstein impegnato in una rigorosa indagine sulla mafia giapponese, che spesso comprende prostituzione, droga e anche il mondo della politica, tra estorsioni e minacce. L’autore, tale era il suo coinvolgimento, entrò addirittura nel programma Protezione Testimoni, a dimostrazione di quanto era riuscito a conoscere il crimine organizzato nipponico.
Dal libro, imprescindibile per conoscere uno dei lati oscuri della cultura giapponese, verrà anche tratto un film, con protagonista Ansel Elgort (Baby Driver) affiancato da Ken Watanabe.
Doromizu – Mario Vattani
Mario Vattani ha alle spalle una lunga carriera diplomatica, oltre a una grande passione per la cultura nipponica, come tutti gli autori di questa lista. Oltre ad alcune collaborazioni su quotidiani nazionali, Doromizu è il suo primo romanzo, che certo non passa inosservato grazie ad una tematica forte e a tratti violenta, ovvero quella della pornografia giapponese.
Il protagonista è Alex, un giovane italiano come tanti altri che si trasferiscono in Giappone per studio o lavoro. Alex lavora come fotografo o cameraman in maniera saltuaria, finché non viene preso come aiuto-regista in una produzione a luci rosse. Da qui in poi conoscerà i lati più oscuri, osceni e carnali della sessualità giapponese, in un ambiente costellato da personaggi di ogni tipo, dalla yakuza alle ragazze che osserverà da dietro la telecamera.
Doromizu significa letteralmente “acqua sporca” e in effetti Alex si troverà intrappolato nel gorgo torbido di una Tokyo in cui convivono tantissime realtà e storie di vita affascinanti, raccontate con una scrittura asciutta e attenta ai dialoghi: il racconto della crescita formativa di Alex assume connotati quasi cinematografici, senza alcun timore di raccontare anche le scene più scabrose, che tuttavia non risultano volgari. Lo stile dai toni noir, dunque, ci aiuterà senza fatica ad approfondire la conoscenza di certi aspetti di un Paese poco trattati nella letteratura, specialmente quando si tratta di libri sul Giappone scritti da stranieri.
Tokyo Orizzontale – Laura Imai Messina
Pur rimanendo nella capitale, questo è invece un romanzo diversissimo dal precedente. La sua autrice scrive anche il blog Giappone Mon Amour e, se si conosce il suo stile attraverso le pagine digitali, in quelle cartacee troverete quasi la stessa atmosfera.
Normalmente Laura Imai Messina sa descrivere angoli e momenti nella caotica Tokyo di oggi quasi come se riuscisse a fermare il tempo, sottolineando quell’istantaneità caduca, come se ogni cosa fosse permeata dal mono no aware così caro nella letteratura giapponese più antica. Nel suo libro, Tokyo è protagonista, forse più dei quattro personaggi di cui seguiremo le vicende, soli in una delle città più popolose del mondo. Le loro vite si intrecceranno velocemente, poiché tutto avviene in un weekend nel cuore della città, fra Shinjuku e Shibuya, dove verranno fotografati tanti brevi momenti della frenesia che la caratterizza.
Dato lo stile etereo e sognante, vi troverete immersi nelle loro storie d’amore quasi per caso, proprio come se li aveste incrociati per le vie di una città che magari dovete ancora visitare ma che vi sembrerà già di conoscere, vissuta non guardando verso le cime dei grattacieli ma la strada che ci conduce verso persone che ci cambieranno la vita.
Iro Iro – Giorgio Amitrano
Tra i vari autori stranieri che scrivono libri sul Giappone, come avrete notato, ci sono moltissimi italiani e spesso sono grandi conoscitori e studiosi di una cultura che pare infinita, colma di innumerevoli sfumature. Il titolo di questo libro esprime proprio questa molteplicità (letteralmente iro iro significa “vari, diversi”) perché il Giappone si mostra in tutte le sue sfaccettature anche quando vorremmo concentrarci solo su uno dei suoi aspetti.
È per questo che Giorgio Amitrano, orientalista e traduttore di importanti autori giapponesi come Banana Yoshimoto, Haruki Murakami o Yasunari Kawabata, ci parla di cultura pop con riferimenti ai manga, alla moda e all’arte, ma anche di quella più tradizionale attraverso la letteratura e la lingua che traduce, così ricca di termini e concetti non sempre familiari all’orecchio e allo spirito occidentale ma pur sempre affascinanti e veri, tanto da suscitare in noi anche dei ricordi, se abbiamo avuto già altri contatti con la cultura giapponese.
Iro Iro è quindi un saggio adatto a chi ha già qualche conoscenza di base, per cominciare ad approfondirla tramite le parole disinvolte e amichevoli di chi ha fatto in modo di portarla anche da noi.
Shinrin Yoku – Qing Li
Finora abbiamo trattato principalmente di libri sul Giappone in cui era la città a farla da padrona, tuttavia il Giappone possiede ambienti naturali di grande bellezza. Uno di questi, il più caratteristico insieme alle località marittime, è la foresta.
Il professor Qing Li è un immunologo e fondatore della Società Giapponese di Medicina Forestale ci introduce al concetto di Shinrin Yoku, ovvero “bagno nella foresta”, in cui tutti i nostri sensi vengono coinvolti per farci ritrovare la serenità grazie al contatto con la natura.
Nel manuale, che è diventato un caso internazionale, vengono spiegate semplici regole e modalità con cui approcciarsi a questa pratica perlopiù spirituale che però viene supportata da studi scientifici che dimostrano l’efficacia generale della maggior vicinanza con la natura. Il tutto è accompagnato da bellissime immagini di foreste dalle quali farci ispirare insieme agli spunti di riflessione offerti dall’autore.
Unbroken – Laura Hillenbrand
Da questo libro è stato tratto il film diretto da Angelina Jolie con protagonista Jack O’Connell e la partecipazione del cantante j-rock Miyavi. I due recitarono rispettivamente i ruoli dell’atleta olimpico Louis Zamperini e del caporale giapponese Mutsushiro Watanabe.
Zamperini venne fatto prigioniero durante la seconda guerra mondiale in un campo di prigionia giapponese, dopo esser naufragato con i compagni durante una missione di salvataggio aerea. Watanabe, a capo del campo di prigionia, cercherà di estorcere all’americano informazioni sugli Alleati e non riuscendoci, non farà che umiliare Louis tra percosse e punizioni varie.
La storia è raccontata in maniera scorrevole ed emozionante, mettendo su carta una vita nella quale coraggio, onore e orgoglio sono stati determinanti. Il lieto fine, nonostante le atrocità perpetrate e subite, ridona speranza lasciando comunque dietro di sé quell’amaro in bocca che solo una storia di guerra e un confronto tra individui consapevoli di cosa ci sia in ballo possono dare.
Il gusto proibito dello zenzero – Jamie Ford
Anche in questo caso abbiamo un romanzo storico, scritto da un autore straniero di origini cinesi, sempre ambientato nel periodo della guerra. Se prima abbiamo avuto il punto di vista dei prigionieri americani, questa volta vedremo il trattamento riservato ai giapponesi di seconda generazione residenti negli Stati Uniti. Il destino di Keiko infatti, ragazzina giapponese con cui il protagonista cinese Henry lega una profonda amicizia, sarà di essere internata con la propria famiglia in quelli che di fatto furono campi di prigionia, insieme ad altri giapponesi che ormai si erano integrati nella comunità americana.
Il loro rapporto, tuttavia, andrà oltre il confinamento di Keiko e le loro differenze culturali: la storia dei due ragazzini avviene infatti dopo l’attacco a Pearl Harbour e l’invasione della Cina da parte del Giappone, in un momento dunque di grande tensione bellica che metteva i giapponesi immigrati in America ancor più in cattiva luce di quanto già non fossero. Sia Keiko che Henry, infatti, subirono atti di bullismo a causa delle loro origini e questo e molto altro verrà ricordato proprio dal ragazzino ora adulto, che ritrova vecchi ricordi di un periodo della sua vita molto buio, illuminato solo dall’amore vissuto con Keiko.
Stupore e Tremori – Amélie Nothomb
Con questo brevissimo romanzo autobiografico, Amélie Nothomb racconta la sua esperienza personale in una tipica azienda giapponese di import-export. L’autrice è di origine belga ma ha trascorso tutta l’infanzia in Giappone e vi tornò solamente ormai adulta per approfondire la lingua, venendo assunta come traduttrice in quanto perfettamente bilingue.
Tuttavia, l’esperienza fu molto dura, a causa del suo essere straniera e della donna sua superiore nell’ufficio. Essere stranieri in un’azienda giapponese significa doversi adeguare a determinate regole gerarchiche che Amélie non aveva compreso a fondo, pagandone perciò le conseguenze attraverso varie umiliazioni sul posto di lavoro ma portando comunque a termine il proprio contratto, proprio come avrebbe fatto un giapponese per salvare il proprio onore.
L’ironia dell’autrice sulla propria condizione è palpabile in ogni pagina, anche se questa serve solo a nascondere lo stupore e lo smarrimento che danno il titolo all’opera, uno shock culturale difficile da superare se non si ha grande forza d’animo e, diciamocelo, un pizzico di stravaganza come l’autrice.
Autostop con Buddha – Will Ferguson
Concludiamo con un libro dedicato esclusivamente al viaggio attraverso il Giappone. Nei libri finora citati, abbiamo osservato maggiormente solo alcuni anfratti, specialmente quelli di Tokyo, mentre qui potremo apprezzare luoghi più esterni, anche grazie al fatto che questo viaggio è stato fatto in autostop, decisamente vecchio stile. L’autore ha un bel senso dell’umorismo che rende piacevoli le spiegazioni, talvolta anche di carattere storico, sulle varie tappe, senza dimenticarsi di come siano le persone la vera attrazione del posto. Quelle che per noi occidentali sono considerate stranezze vengono illustrate nei vari incontri fatti dall’autore, che riesce a trasmetterci tutto il suo interesse per questo Paese grazie ad una cronaca semplice, diretta e dai toni personali.