Galeotto fu il globo rubato
Una caduta e tutto ciò che si conosceva rimane un lontano ricordo. Sandor Hop è un ragazzo come tanti e come tanti è uno degli esseri umani finiti a Edro, terra popolata da elfi, nani, skaven, tritoni e lutin. Come altri prima di lui dovrà imparare a vivere in questo mondo a lui sconosciuto e a conoscere gli affascinanti misteri della magia, forza imperitura di questa terra.
Il globo dei draghi è il primo capitolo della trilogia fantasy Oltre le colonne di Vincenzo Picone edito da Santelli editore e già disponibile anche in e-book da agosto. Già al suo terzo romanzo, Picone mette su carta la sua esperienza di giocatore di ruolo in un nuovo percorso letterario della sua carriera di autore.
La scena si apre con la “caduta” del giovane Sandor che trascina il lettore assieme a lui nel suo passaggio attraverso le colonne che dividono il suo mondo da quello che sarà teatro degli eventi che seguiranno. Il ragazzo di Nordwick è però solo uno dei tanti punti di vista della voce narrante, come Freira, una ladruncola che causerà più di un problema al povero Sandor. Aster, invece, è uno skaven, creatura umanoide dalle fattezze animali, incaricato di rubare il globo dei draghi, furto che colpirà il popolo degli elfi e che costringerà il lauren Lorenz a ritrovarlo. Partendo dallo sguardo ingenuo e smarrito di Sandor, lo spettro di visione del lettore si amplifica con gli altri protagonisti, esplorando le varie sfaccettature della realtà di Edro, dagli oscuri sentieri di Aster, alla vita nobiliare del conte Kivan. Inizialmente i personaggi sembrano figurare in una maniera un po’ stereotipata e occorreranno diverse pagine di lettura per iniziare a percepire una certa vita nei protagonisti. Sandor è indubbiamente chi affronta una maggiore evoluzione durante la storia, da buon protagonista di un romanzo fantasy. Freira risulta invece piuttosto piatta nella sua esposizione, il che è un vero peccato dato il ruolo che ricopre, paradossalmente il suo essere disonesta la rende piuttosto prevedibile, fattore che viene esaltato dall’estrema ingenuità di Sandor nei suoi confronti. Chi risulta più interessante è forse Aster, sia per la sua forma meno umana che per la sua natura: nonostante venga posto come un personaggio negativo, il suo percorso porta a delle sfaccettature molto variegate per ciò che riguarda la sua psicologia.
Uno dei temi principali della storia è sicuramente la ricerca, ma prima ancora è l’affermazione di sé legato alla lontananza da casa. Dire che Sandor si senta un pesce fuor d’acqua è mero eufemismo, ma ogni suo errore, ogni sua difficoltà, sono un tassello in più nella costruzione del suo carattere, tanto fragile e smarrito nelle prime pagine. Motore degli eventi è ovviamente il globo dei draghi, il cui furto innescherà un effetto a catena in grado di colpire su ogni fronte della vicenda: questa corsa all’oggetto magico è sì un espediente fin troppo sfruttato, ma l’autore sa riproporlo con freschezza esponendo in maniera interessante come i personaggi si pongono nei confronti del globo dei draghi, caratteristica che non può che essere apprezzata. È interessante come tutta la storia del globo sia un plot che svia completamente dalla macro storia legata al mistero delle colonne che separano questo mondo da quello degli umani e dal perché ci siano tanti “caduti” in un mondo che vede gli esseri umani coma una razza trapiantata in un mondo che non li ha visti nascere. Sta di fatto che su questi interrogativi non c’è dato sapere. Per il momento.
Rimanendo sulla scelta di stile, la scrittura sembra purtroppo avere un certo squilibrio nell’esposizione abusando di aggettivi non necessari mentre, nonostante l’uso punto di vista interno, non sempre si riesce a essere coinvolti nella sfera emotiva del personaggio in questione omettendo un qualche approfondimento che sarebbe stato sicuramente utile.
Piccola postilla, è chiaro che non esiste l’editing perfetto, ma purtroppo la presenza di refusi non aiuta molto la lettura, specie se vengono omesse intere parole. Niente di troppo grave, ma i lettori più pignoli lo potrebbero trovare irritante.
Verdetto
Questo libro parla decisamente la lingua dei giocatori di ruolo, presentando snodi di trama che in più di un’occasione ricordano dei bivi in stile quest da completare e anche diversi dialoghi ricordano certe piccole sfide mentali in stile D&D. Tirando le somme, questa saga sembra rientrare bene nei gusti di un pubblico adolescenziale, con tanta azione dosata al punto giusto per mantenere alta l’attenzione. I lettori più attempati potrebbero storcere il naso su alcuni aspetti, specie sullo stile di scrittura, ma ciò riguarda soprattutto i gusti del singolo lettore. In generale la trama non attira molto l’attenzione per chi ha consumato decine di fantasy, ma l’ambientazione ha il potere di stuzzicare la fantasia di chi legge. La varietà di razze ed etnie colora la storia di elementi intriganti mentre la magia del mondo di Edro gioca con un surrealismo che sa far evadere alla perfezione dalla monotonia di tutti i giorni.