È dura ridursi a fare il garzone in un bar dopo che per anni hai fatto girare milioni e milioni di dollari e avuto a che fare con i criminali più ricercati della tua città. L’orgoglio però l’hai messo sotto le scarpe per salvarti il collo ma può capitare di avere voglia di un pezzo del tuo passato. Lo trovi in un vecchio (ma neanche troppo) baule, sotto forma di VHS, che ti spari manco fosse una dose di eroina, per ricordare chi eri e come sei arrivato dove sei ora. Basterebbero i primi 5 minuti, con quel malinconico bianco e nero e quella colonna sonora per definire il pilota di Better Call Saul eccezionale.
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Poi però quel geniaccio di Vince Gilligan ci fa fare un salto nel passato, dove il giovane Saul, avvocato squattrinato e sommerso dai debiti, prova la sua arringa nel cesso di un tribunale. Peccato che si trovi a difendere tre cerebrolesi che hanno decapitato un cadavere dell’obitorio per poi fare sesso orale con la sua testa. Come se non bastasse deve mantenere un anziano collega troppo orgoglioso per farsi liquidare dallo studio legale che lui stesso ha fondato, una specie di Steve Jobs dell’avvocatura, un mentore piuttosto scomodo, soprattutto quando sei sommerso dai debiti come Saul. È il momento di giocare sporco e dare una svolta alla proprio carriera… Dopotutto è questo che fa un avvocato: gioca sporco…O almeno ci prova.
Vince Gilligan non delude perché BCS ti fa sovvenire quel senso di malinconia che ti costringe a guardarlo e ad amarlo, nonostante la prima puntata non sia di quelle scoppiettanti. Eppure bastano un paio di vecchie conoscenze per farci spuntare un sorriso sulla faccia e portarci indietro di qualche anno. Con quelle inquadrature, quella fotografia, quei dialoghi così sopra le righe da sembrare surreali. Un perfetto connubio tra black-comedy e crime-drama, in onore della serie originale che ha fatto innamorare milioni di spettatori.
La maggior parte del merito di questa clamorosa operazione nostalgia è però di uno straordinario Bob Odenkirk che sembra nato per interpretare Saul Goodman. Insolito vederlo così in difficoltà agli inizi della carriera dopo averlo visto destreggiarsi con innata abilità tra i casini di Walter, Jesse e Gus Frings. Insolito è anche vedere Mike Ermantraut staccare i biglietti del parcheggio del tribunale… Ma Better Call Saul è così: ci fa vedere che per arrivare in alto si parte dal basso, spesso da molto in basso. E l’inizio di questo pilota ci fa notare come, se ti salvi la pelle, potresti anche tornare al punto di partenza. La serie si dipanerà su due linee temporali: prima e dopo gli avvenimenti di Breaking Bad, in modo da farci vedere il percorso di Saul Goodman nella sua interezza, confrontando passato e presente di un personaggio eccezionale.
AMC ha fatto di nuovo centro. L’attesa per Better Call Saul ne è valsa davvero la pena: sarà sicuramente tra le migliori serie di questa stagione e con un po’ di fortuna riuscirà a colmare quella voragine lasciata inevitabilmente dalla conclusione di Breaking Bad.
Ma quella storia è davvero finita?