Pokémon gratis per tutti? Non proprio…
Pokémon Shuffle è il nuovo timido tentativo di mamma Nintendo di arrotondare un pochino utilizzando la consolidata (dagli altri…) formula del free-to-play, che nel mercato degli store per Android e iOS fa spesso e volentieri la fortuna di piccoli e grandi sviluppatori. In effetti, Pokémon Shuffle, scaricabile dallo eShop gratuitamente, sembra in tutto e per tutto un gioco per smartphone, con l’unica differenza che per giocare avrete bisogno di un 3DS.
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Non fatevi ingannare dal titolo, Pokémon Shuffle non è un episodio canonico della serie (come il capitolo Rubino Omega di cui parlammo un po’ di tempo fa per intenderci), bensì un puzzle game in piena regola che però prende qualche elemento dai giochi originali per personalizzare quello che altrimenti sarebbe un “gioco-rompicapo” come tanti altri. Come funziona? Sostanzialmente così: ogni livello corrisponde ad una sfida contro un Pokémon avversario che ha un determinato numero di punti vita. Per azzerarli, e quindi vincere, dovremmo gestire un riquadro composto da sei colonne ognuna delle quali formata da altrettante icone che rappresentano i nostri Pokémon. In che modo? Beh è presto detto, dovremmo allineare 3 (o più) Pokémon dello stesso tipo orizzontalmente o verticalmente in modo che provochino un certo danno all’avversario (e al contempo si annullino “scoppiando”) in base al livello e alle attitudini del Pokémon che siamo riusciti a ragruppare. Una meccanica che, non vi preoccupate, è estremante più facile comprendere console alla mano che descrivere.
Questa è la base, ma ci sono parecchie sotto-meccaniche che rendono il gioco apparentemente più complesso. Innanzitutto, ogni “combattimento” non consiste in una sfida a tempo, ma avremmo piuttosto a disposizione un certo numero di mosse per chiuderlo da vincenti, che siano esse 10, 15, 20 a seconda di quanto avanzato è il livello che state giocando. Inoltre avrete la possibilità di catturare il Pokémon affrontato tramite una serie di variabili che dipendono dall’esito della sfida e da quante mosse avete avanzato una volta sconfitto. Queste statistiche influenzeranno la possibilità di catturarlo, e se fallite, dovrete rifare lo stage se volete riprovarci. Più Pokémon avete più combinazioni di essi potete mettere in campo (utilizzerete quelli che avete negli slot della squadra, e vanno scelti appunto, tra quelli catturati) e più possibilità ci sono di vincere facendo i giusti assortimenti. Ogni dieci stage avrete la possibilità di sfidare un allenatore, vinto il quale, riceverete in dono un power-up in grado di far evolvere uno dei vostri Pokémon. Cosa comporta questo? Che quando riuscirete ad allineare le testoline del Pokémon a cui avete applicato il power-up dell’evoluzione, per ogni combo di danni fatti con tale creatura, aumenterete una barra, riempita la quale, il vostro mostriciattolo evolverà in-game durante la partita e a quel punto ogni suo danno sarà moltiplicato. Anche in questo caso, è più facile a farsi che a dirsi.
Potremmo parlare ancora a lungo di Pokémon Shuffle in quanto dopo una lunga sessione ci si rende conto essere un puzzle game con delle meccaniche intuitive che ti entrano subito sottopelle e risultano fondamentalmente piacevoli, e che le variabili con cui la vita si complica strada facendo (come i vari “intralci” che bloccano temporaneamente file o singole unità dei vostri Pokémon rendendovi difficoltoso muovere le pedine in campo) lo rendendo dopo la prima ventina di livelli, meno ingenuo di quello che può inizialmente sembrare e a conti fatti, anche intrigante. Il problema qual è? Semplicemente che nella sua natura di free-to-play il titolo risulta essere estremamente limitato. A disposizione avrete solo 5 cuori che non solo andranno persi quando verrete sconfitti, ma si consumeranno anche semplicemente superando gli stage, che va detto, non durano che una manciata di minuti. Una volta esauriti tutti i cuori, e credetemi ci vuole davvero poco, vi toccherà aspettare 15 o più minuti per vederne ripristinati sempre un massimo di cinque.
Questo rende il gioco davvero troppo frammentario e anche se capiamo che lo scopo di un titolo simile sia invogliare a comprare i cristalli che permettono di ripristinare 5 vite (che comunque il gioco ogni tanto, ma proprio ogni tanto, vi concederà in singole unità vincendo), siamo del parere che potevano sicuramente concedere qualcosina in più ai giocatori prima di costringere a pagare, non fosse altro che per farli affezionare di più alle dinamiche di gioco. Il fatto poi che ognuno dei suddetti cristalli, che ricordiamo vale come 5 vite, che a loro volta sono 5 MINUTI di gioco, costa 99 centesimi, ci sembra veramente un’esagerazione. Anche perché, per quanto gradevole, il gioco non è niente di cosi trascendentale e irrinunciabile.