Il consiglio cinematografico di oggi è Rush, film di Ron Howard sullo storico duello tra Niki Lauda e James Hunt
Che strano regista Ron Howard. Un artista capace di alternare, nella sua vasta filmografia, pellicole eccezionali come ad esempio Beautiful Mind, per cui ha anche ottenuto gli Oscar al miglior film e miglior regia, ad altri lavori non del tutto riusciti, o quantomeno assai controversi, come la trilogia del Codice Da Vinci.
Ciò che sembra fuori discussione è però la sua attitudine nel descrivere perfettamente e minuziosamente personalità di spessore, come testimoniano due dei suoi film più riusciti, ovvero quel masterpiece di Frost/Nixon e quello di cui vogliamo invece parlarvi oggi: Rush.
Una premessa doverosa per il film in questione, dove emergono con forza tutte le sfumature caratteriali di due grandissimi rivali sportivi e due uomini di grande temperamento, come i protagonisti Niki Lauda e James Hunt, interpretati magistralmente (e rispettivamente) da Daniel Brühl e Chris Hemsworth.
L’accesa rivalità tra questi piloti, che restano tutt’ora tra i più talentuosi della storia della Formula 1, toccò negli anni ’70 picchi mai visti, fino ad arrivare alle conseguenze tragiche che tutti conosciamo e per le quali Lauda, seriamente ferito e gravemente ustionato, ha rischiato la vita.
Il core del film è ovviamente la contrapposizione tra i due, dentro e fuori la pista, con Hunt che ci viene mostrato come un playboy arrogante, che vuole divertirsi e fa di tutto per apparire, e Lauda a fare la parte del vero professionista, serio e riservato, con la “faccia da topo” ed infastidito dai modi di fare e d’agire del collega britannico.
Una completa disarmonia su cui punta forte l’eccellente script dello sceneggiatore Peter Morgan, professionista del biopic, l’uomo nell’ombra senza cui Rush, ma anche il già citato Frost/Nixon, avrebbero perso molto della loro efficacia.
Con la regia di Howard e la penna di Morgan, Rush è quindi un mezzo ben oliato che viaggia spedito a tutto gas per circa due ore, con la telecamera che indugia spesso sui movimenti frenetici delle vetture, lasciandoci anche ascoltare ogni tipo di rumore, dandoci la sensazione di esser quasi sulla pista. Nonostante conosciamo tutti molto bene la storia di Lauda e Hunt (e inoltre c’è sempre Wikipedia), Rush ha il grande pregio di mantenere altissima e costante la tensione, suscitando ansia nello spettatore, gara dopo gara, curva dopo curva e lasciandoci in apprensione anche durante incidenti dei quali sappiamo già gli sviluppi.
Ovviamente buona parte del merito della riuscita di Rush va ai due già menzionati protagonisti.
Chris Hemsworth dismette i panni del dio del tuono, ma mantiene la stessa boria di una divinità e lo fa in modo superbo, dovendosi contrapporre ad un Daniel Brühl che sicuramente tra i due ha il compito più difficile, ovvero quello di interpretare un Niki Lauda riservato e perfezionista, ossessionato dalla vittoria e dal desiderio di battere a tutti i costi lo spocchioso Hunt.
Se con Frost/Nixon il duello prendeva vita a distanza e nel silenzio di una camera, qui è il rumore a spadroneggiare pur nel grande spazio aperto di una pista, e stavolta quando le distanze aumentano è un problema per uno o per altro.
Con tutte le diversità del caso, anche qui la sfida è all’ultimo sangue e nessuno vuole perdere e dare al mondo un’immagine sbagliata di sé.
In questa frenetica ma coinvolgente cronistoria Howard, oltre che da Morgan, è ben supportato dall’attenta fotografia di Anthony Dod Mantle, e dalle musiche del maestro Hans Zimmer, a completare un comparto tecnico che fa faville.
Vi suggeriamo dunque la visione di Rush, uno dei migliori di Ron Howard ed uno dei migliori film sulla Formula 1, pur se la Formula 1 diventa di fatto il mero pretesto per raccontarci questa affascinante e a tratti sconvolgente storia di due grandissimi rivali.