L’ultimo atto dell’incubo iniziato da Mikami è tra noi
Scrivo questo pezzo a pochi minuti dai titoli di coda che hanno seguito la conclusione di questo DLC, per cui con la mente ancora immersa negli orrori dello S.T.E.M., mi appresto a condividre con voi le mie impressioni a caldo su The Evil Within: The Consequence. Stiamo parlando della seconda parte di storia dedicata a Juli Kidman, cominciata con Il primo set di capitoli nominati The Assignment, che ci aveva lasciati piuttosto tiepidi nei confronti del gameplay e totalmente sospesi per quanto riguardava la storia, che si faceva carico di esplicitare molti punti poco chiari delle vicende di Sebastian, prendendosi anche la libertà di aggiungere non poca carne al fuoco. Al secondo e ultimo DLC riservato alla bella agente (ce ne sarà un terzo totalmente indipendente), il gravoso compito di portare a compimento tutte le premesse fatte in precedenza.
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Allora, cominciamo subito con il chiarire quello che più vorrete sapere: si spara questa volta, oppure come in The Assignment, il gioco vira totalmente verso il versante stealth lasciando poco/niente alle vostre necessità di violenza diretta e azione? La risposta è semplice, ma solo in parte soddisfacente: si, questa volta avrete la possibilità di scaricare qualche caricatore della vostra pistola (e non solo), MA comunque, solo in certi frangenti che rappresentano una percentuale piuttosto bassa delle circa 3 ore di gioco, che personalmente ho trovato però sufficiente per sfogare la voglia di risolvere con un po’ di sana violenza qualche situazione spinosa, senza dover per forza tentare un approccio più prudente. In ogni caso, The Consequenze non ingrana certo la quinta da subito, visto che inizialmente soffre di una grande carenza di gameplay, di qualsiasi tipo, rendendo gli incontri con i nemici sporadici e permettendovi solo di camminare nei lunghi corridoi delle ambientazioni (tutte o quasi riprese dal gioco base e dal precedente DLC) con una torcia in mano, ascoltando dialoghi e incontrando principalmente sequenze scriptate che approfondiscono vecchi e nuovi risvolti narrativi.
In questo però, The Consequence fortunatamente non delude. Il fantasma di Ruvik, il ruolo di Sebastian, le macchinazioni del professor Jimenez, tutto è trattato con coerenza per incastrarsi perfettamente con i pezzi del mosaico imbastito originariamente da Mikami fornendo dettagli più espliciti sulla storia e anche qualche nuova interessante chiave di lettura. Non di meno, risulta ugualmente esaustivo l’epilogo dei retroscena personali di Kidman con il nuovo villain introdotto in The Assingnment, il “megadirettore” della misteriosa società Mobius. Tutto il resto, è una copia carbone delle situazioni di gioco semi-stealth del precedente DLC, vi rimando alla precedente recensione per ulteriori dettagli, in modo da evitare di essere ripetitivo e andare al sodo, su quello che c’è di “nuovo”. Non molto in realtà, piuttosto qualche timida variante delle vecchie meccaniche. La prima riguarda una nuova fonte di illuminazione, con cui avrete a che fare quando Kidman perderà la torcia e sarà costretta a lanciare delle torce chimiche (con scorte poco credibilmente infinite) per illuminare piccolissime zone di ambiente intorno a lei. Niente di trascendentale, ma un buon espediente per giocare in maniera diversa con l’oscurità e relative conseguenze in termini di tensione.
La seconda consiste in alcune aree, o meglio stanzoni, in cui dovremmo cercare di eliminare o aggirare tutti i nemici in maniera un po’ più tattica e meno guidata del solito (sulla falsariga di come succedeva in innumerevoli sezioni di The Evil Within) per raggiungere e dare fuoco indisturbati ad alcuni obiettivi necessari per il proseguimento del gioco, dislocati in vari angoli delle stanze. Infine, come già accennato in precedenza, in un salendo narrativo che porterà il ritmo di gioco a farsi più adrenalinico verso le fasi finali dell’avventura, ci sarà la catartica occasione di esplodere qualche colpo e risolvere tutto con l’immancabile “ignoranza” che caratterizza solitamente questo genere di giochi.
The Cosequence è questo e niente più, condito da qualche piccolo enigma ambientale (trova la combinazione per la cassaforte e sblocca il file nascosto) e una buona atmosfera horror. The Assignment e The Consequence sono assolutamente da considerare complementari l’uno all’altro, non ha senso giocarne solo uno, ma d’altro canto, nemmeno insieme sono strettamente indispensabili al gioco base, che rimane in ultima analisi completamente ludicamente autosufficiente e di tutt’altra cifra qualitativa. Questo non vale però dal punto di vista narrativo: moltissimi dettagli sugli eventi che nell’avventura di Sebastian rimangono molto vaghi, qui trovano nuove e più chiare spiegazioni (alcune delle quali volutamente implicite), e non vengono risparmiati nemmeno importanti colpi di scena e risvolti originali che aprono la strada a nuove interpretazioni sui fatti e sul finale di The Evil Within. Tutto ciò vale i vostri 9.99 euro (venti per entrambi i DLC)? Dipende solo dalla vostra passione per l’universo di The Evil Whitin. A buon intenditor…