Il 4 vs 4 online di Ninja Theory ha del potenziale, ma ha bisogno di qualcosa in più per non essere dimenticato dopo un paio di giorni
Fin dal suo annuncio, Bleeding Edge non ha mai suscitato chissà quale scalpore. Questo perché nonostante provi a proporre comunque un look dallo stile piuttosto gustoso e alcune soluzioni interessanti, gli manca quel guizzo in più che gli dia una forte identità. Noi abbiamo giocato Bleeding Edge grazie ad un codice review offertoci gentilmente da Microsoft e nel complesso ci siamo anche divertiti. Il titolo di Ninja Theory in fin dei conti qualcosa di buono ce l’ha, in particolar modo quel feeling tipico dei videogiochi arcade oriented. Tuttavia risulta carente dal punto di vista dei contenuti, davvero irrisori per un prodotto di questo tipo.
Se con Sea of Thieves Rare e Microsoft hanno potuto rilasciare sul mercato un prodotto totalmente embrionale al lancio, poiché si faceva comunque forte di una formula di gioco originale e che lasciava alla casualità degli eventi la sua varietà, non si può dire lo stesso di Bleeding Edge. Quello di Ninja Theory è un multiplayer online 4 vs 4 e due modalità di gioco (tra l’altro abbastanza simili) non sono il massimo. Il rischio di giocarci per qualche giorno e poi lasciarlo nel dimenticatoio è quindi piuttosto alto. Certo, se si gioca con un gruppo di amici potrebbe risultare decisamente più appagante, ma il rischio comunque rimane.
Addestramento
Bleeding Edge ci invita a seguire un tutorial prima di addentrarci nel gioco vero e proprio. Qui è possibile imparare tutte le meccaniche dell’opera, fermo restando che solamente giocando assiduamente si comincia a capire bene come approcciarsi all’ultima fatica di Ninja Theory. Dal punto di vista prettamente ludico, Bleeding Edge non è affatto male: abbiamo svariati personaggi tutti diversi (non solo nell’estetica) ed è possibile eseguire un buon numero di azioni.
Ritroviamo attacchi standard e tre skill che si ricaricano in un lasso di tempo specifico. Lo stesso vale per le schivate; non è possibile abusare del roll in quanto, consumata l’apposita barra, il personaggio resta maggiormente vulnerabile alle offensive avversarie. Con il medesimo tasto dedito alla schivata è possibile eseguire anche una parata, ma è necessario il giusto tempismo. Un sistema apparentemente un po’ scomodo, ma de facto utile a dare un pizzico di tecnicismo all’approccio. Ultima, ma non per ultima, un’abilità speciale che si ricarica dopo un po’ ed una volta raggiunto il 100% il giocatore può sfoderarla in tutta la sua devastazione.
In linea di massima le meccaniche principali sono queste, poi sta al giocatore scegliere i personaggi che meglio si sposano alle proprie esigenze. Va considerato che il titolo di natura è una sorta di ibrido tra beat’em up e hack ‘n slash, ma alcuni personaggi dispongono pure di armi da fuoco. L’approccio, però, come specificato in precedenza, è molto arcade, graziato dai tecnicismi delle varie tecniche e schivate a tempo. Terminato l’addestramento sarà possibile accedere al Dojo dove sbizzarrirsi a far pratica di tutto quello che Bleeding Edge mette a disposizione.
L’unione fa la forza
Il titolo Ninja Theory è un multiplayer 4 vs 4, ergo il gioco di squadra risulta fondamentale. State pur certi che avanzare in solitaria senza coordinarsi con gli altri player non garantisce la buona riuscita delle vostre offensive. Chiaramente affrontare le partite con i propri amici permette approcci strategici migliori e un coordinamento più mirato, ma la semplicità di fondo di Bleeding Edge garantisce anche a perfetti sconosciuti di avere una certa sinergia. Essendo i personaggi tutti diversi tra loro, anche le abilità cambiano. Ad esempio non tutti hanno skill curative, per cui in maniera del tutto naturale il compito di curare i compagni riverserà su chi dispone di tali abilità.
Il vero problema sorge quando ci si accorge che le modalità sono giusto due e pure simili tra loro, come accennato poc’anzi. Una consiste nel conquistare diversi punti di controllo e mantenerne il possesso entro un tempo limite, mentre nell’altra bisogna prendere delle celle energetiche da consegnare in destinazioni specifiche con la possibilità di rubarle anche agli avversari stessi. Vince la squadra che per prima totalizza 600 punti e questi si ottengono anche eseguendo delle kill. L’equilibrio tra obiettivi e uccisioni nel complesso funziona ed è fondamentale concentrarsi su entrambe le cose per vincere la partita. Tuttavia, finisce anche qui quello che Bleeding Edge offre.
Siamo sicuri che nei mesi a seguire arriveranno nuove modalità per dare un pizzico di pepe in più alla produzione di Ninja Theory, poiché risulta veramente povera al momento e l’assenza di una campagna single player si fa maggiormente sentire. Stando ad alcune recenti dichiarazioni, sembrerebbe che il team di sviluppo voglia integrarla in futuro e riteniamo possa essere una mossa saggia, soprattutto perché il gameplay e la struttura ludica di Bleeding Edge, con le giuste idee, potrebbero garantire senza dubbio un single player avvincente, grazie al suo mood decisamente arcade oriented.
Tirando le somme
Bleeding Edge è al momento un prodotto ancora acerbo, ma senz’altro con il giusto supporto post-lancio potrebbe ritagliarsi un piccolo spazio tra i multiplayer online, complice anche la sua presenza sin da subito nel Game Pass. I contenuti potrebbero non bastare a giustificare l’acquisto, ma la possibilità di poterlo provare grazie al servizio in abbonamento di Microsoft ben si sposa con l’offerta del titolo Ninja Theory che nella sua semplicità si dimostra comunque divertente e immediato (cosa non da poco).
Dal punto di vista tecnico il gioco fa il suo dovere, mostrandosi solido nel frame rate. Rarissimi sono i casi in cui ci siamo imbattuti in qualche lag dovuto all’online. Graficamente non fa gridare al miracolo, ma l’estetica delirante e il mix di colori tanto bastano per lasciarsi catturare. Non da meno le musiche che fanno la loro figura, graziando l’esperienza di gioco mentre il level design delle mappe finora disponibili è di pregevole fattura. Bleeding Edge mette a disposizione anche delle personalizzazioni estetiche, ma per acquistare i vari elementi dell’editor sarà necessario ottenere valuta in-game partecipando ai massacri online.
Ci troviamo dinanzi ad un’opera dal buon potenziale, ma che necessita da parte degli sviluppatori qualche guizzo creativo in più che dia al titolo quel valore aggiunto che ancora manca, ma che per sua natura potrebbe avere senza problemi. Il gameplay è molto piacevole, per cui se ben supportato con le giuste modalità, Bleeding Edge potrebbe mostrare il suo reale potenziale.
Crediamo quindi che al lancio la creatura di Ninja Theory si sia mostrata un po’ troppo timidamente e che qualcosina in più non avrebbe di certo guastato, specie senza una campagna single player. Quest’ultima tra l’altro, visto lo stile di gioco dell’opera, potrebbe regalare un’esperienza di livello. E non ci aspettiamo di meno dagli autori di Enslaved: Odyssey to the West.