Tre anni dopo la sua versione originale, Persona 5 Royal è il motivo perfetto per ricominciare l’aspra lotta contro i cuori corrotti.
Inutile girarci intorno: quando Persona 5 uscì nel 2017 su PlayStation 3 e PlayStation 4 fu un enorme successo, in grado di portare sotto le luci dei riflettori mainstream una serie di nicchia tipicamente nipponica, nata al tempo come spin-off di Shin Megami Tensei. Tale successo deriva da un amalgama di elementi che prende spunti dalle visual novel, dai JRPG tradizionali e dai dating-sim per raccontare una storia che ha come focus lo svelamento dei vizi umani, rappresentati da adulti corrotti. Temi profondi – come molestie sessuali, sfruttamento delle multinazionali, svalutazione dell’arte e molto altro – prendono forme simboliche e morbide tipiche degli anime, e vengono snocciolati attraverso il punto di vista di un gruppo di adolescenti, i Phantom Thieves. Persona 5 racconta insomma lo scontro generazionale vissuto tra gli obblighi della quotidianità e l’esplorazione surreale del subconscio.
A tre anni di distanza, il capolavoro di Atlus (qui la recensione del 2017) torna in una nuova veste chiamata Persona 5 Royal. Perché tanto entusiasmo per una riedizione di un gioco che ha tre anni sulle spalle? La risposta è semplice: Royal non è una mera riproposizione dell’originale, ma è un arricchimento di diversi fattori, che alla fine dei conti rendono l’esperienza di gioco ancora più appagante e ricca di quanto visto in precedenza.
It was over when you started with us: le novità di Persona 5 Royal
Già questo sentore era evidente dai diversi trailer di Persona 5 Royal, rilasciati per introdurre due nuove figure: una è Kasumi Yoshizawa, studentessa modello del primo anno nonché promettente ginnasta, l’altra è Takuto Maruki, consulente assoldato dalla Shujin Academy per fornire supporto psicologico ai giovani liceali. Due entrate che portano in campo sia una nuova combattente dotata di una sua Persona – o spirito di ribellione – che prende ispirazione da Cenerentola; sia una nuova parentesi narrativa derivata dal massimo rapporto di confidenza con il timido ma affascinante Maruki.
La trama già consolidata di Persona 5 si adatta alla perfezione all’intrusione di questi due interessanti personaggi, rendendo ancora più travolgente la (ri)scoperta della lotta dei Ladri Fantasma, che non sono più i Phantom Thieves. Una delle novità più apprezzabili di Persona 5 Royal è infatti la localizzazione dei sottotitoli in italiano. A volte fa capolino qualche sbavatura nella traduzione, ma l’effetto finale rende comunque più fruibile e godibile la massiccia mole di dialoghi, i quali si affidano al doppiaggio inglese o giapponese. Per una completa immersione nel mondo di gioco, mi permetto di consigliare la lingua nipponica, volta ad esaltare lo stile e l’eccentricità del titolo di Atlus.
Questo perché uno dei tanti elementi su cui si fonda il successo di Persona 5 è l’appeal stilistico, sia visivo che musicale. Partendo dal primo punto, poc’anzi il riferimento agli anime non era casuale. Il design dei luoghi e dei personaggi è pregevole, catapultando noi giocatori in una Tokyo immensa, variopinta, ma allo stesso tempo soffocata dal giudizio collettivo della gente. Ad arricchire la “giapponesità” dello stile, vi sono gli intramezzi video realizzati in forma di anime, davvero gustosi per gli occhi. Persona 5 Royal espande tutto questo, con una resa grafica più pulita e lucente, evidente non solo negli intermezzi sopramenzionati (e per capirlo basta l’opening iniziale, inedita), ma anche nei nuovi modelli dei personaggi, dotati di un’espressività semi-statica ma perfettamente calzante con il mood dei dialoghi.
Riguardo la musica, gli appassionati di Persona 5 dovranno cedere alla nuova Take Over su Last Surprise. Anche in questo caso sorge la domanda: ma se già il primo risultato era soddisfacente, perché cambiarlo? Perché, fidatevi, è giusto così. Le note dei nuovi brani, che rimangono sui ritmi del groove, servono ad enfatizzare la ventata d’aria fresca portata da Persona 5 Royal.
Remind us what we’re here for, ossia l’importanza del gruppo
La nuova essenza è palpabile sin dall’inizio, in primis appunto dall’estetica, per preparare noi giocatori ai tanti accorgimenti che rendono Persona 5 Royal un titolo interessante ed imperdibile per chi ha adorato l’opera originale, e non solo. Partiamo dalle attività giornaliere, utili per accrescere le statistiche sociali e il rapporto con i vari confidenti incontrati nel corso dell’avventura. Tra questi occorre aprire la parentesi di Goro Akechi, che finalmente ottiene un ruolo più pregnante, attraverso cui si comprende meglio l’acceso rapporto di rivalità con il protagonista.
Conoscenza, Coraggio, Perizia, Gentilezza e Fascino possono essere potenziate più facilmente, grazie alla possibilità di abbandonare la sera il Leblanc, l’adorabile Cafè di Sojiro Sakura che ospita il nostro protagonista, sin da subito. Partendo per la volta di Tokyo, vecchie e nuove attività si ritrovano a Shibuya, Akihabara, Shinjuku, tra noleggio di DVD e nuovi negozi. A tutto questo si aggiunge anche il bel quartiere di Kichijoji, che ospita diversi stili di vita a seconda se lo visitiamo di giorno o di sera.
Negozi di abiti usati, jazz club, biliardo e freccette: sono alcune delle inedite attività inserite per raggiungere diversi obiettivi. Nel caso degli abiti, saremo in grado di ottenere dei punti da riscattare come oggetti speciali, mentre biliardo e freccette serviranno a migliorare la resa del combattimento non solo del nostro protagonista, ma anche dei nostri compagni, tramite crescita del Danno Tecnico o da Staffetta. Quest’ultima, nota in origine come Baton-Pass, assume un ruolo ancora più incisivo in battaglia, rendendo la sinergia tra i diversi componenti del gruppo ancora più impattante negli scontri con le Ombre, ovvero gli avversari del subconscio. Anche le lotte contro i boss meritano la giusta organizzazione, con delle variabili rispetto all’originale che lasciano intatto il senso di sfida.
E a proposito di sinergia tra il protagonista e i diversi membri dei Ladri Fantasma, grazie alle nuove attività da svolgere, l’idea di appartenenza ad un gruppo appare ancora più forte. Ne viene fuori un saldo incrocio di amicizie e rapporti, che può portare anche allo sblocco di mosse speciali da fare in coppia: un meraviglioso spettacolo nonsense per concludere gli scontri con il massimo stile.
Ciò facilita la scalata verso i Palazzi/Dungeon, che rappresenta la seconda fase su cui si basa l’offerta ludica di Persona 5. Anche in questo caso Royal aggiunge elementi per un’esplorazione meno lineare. Grazie all’uso del rampino, si possono raggiungere nuove zone, molte delle quali celano una porta dentro cui sono custoditi i Semi della Bramosia.
Sono tre in totale per ogni dungeon, e raccoglierli non solo ci permetterà di riacquistare piccole porzioni di SP – fondamentali per sfruttare le debolezze elementali dei nemici – ma anche di ottenere un amuleto unico. Vi è pure un miniboss messo a guardia dell’ultimo seme. In questo modo, la scalata verso la cima dei Palazzi risulta più varia e audace da svolgere. Persino le fusioni delle Persona nella Stanza di Velluto richiedono maggiore strategia, grazie al nuovo status d’allarme che si genera dopo aver vinto una serie di scontri, e che permette di ottenere dei preziosi alleati da combattimento con abilità uniche.
Inoltre, come in molti sanno, non è solo nei dungeon del cattivo di turno che si combatte. Vi è pure il Memento, l’inconscio collettivo che prende le forme inquietanti di una fermata della metropolitana. Nell’ottica di gameplay il suo scopo è quello di allenare la squadra tramite obiettivi minori prima di accedere alla conquista del tesoro dei Palazzi. In Persona 5 Royal ciò è reso meno ripetitivo e frustrante, grazie alla presenza di un terzo, nuovo personaggio: Jose. Si tratta di un bambino dai capelli grigi e gli occhi gialli, ed è interessato alla comprensione del Memento.
Oggetto chiave per questo proposito sono i fiori, e per questo trovarne in grandi quantità durante i nostri giri tra le vie oscure della metropolitana ci garantirà dei premi. A ciò si aggiungono anche i timbri, sempre da convertire tramite Jose, che aumentano i punti esperienza, i soldi o gli oggetti guadagnati dagli scontri del Memento.
Ultima, succosa novità è Il Covo dei Ladri, una sorta di hub dove poter spendere monete del gioco per potere sbloccare filmati, foto, statuine dei personaggi, oltre ad intrattenersi con una giocata a carte con gli altri membri dei Ladri Fantasma. Un’aggiunta sfiziosa, soprattutto per chi desidera staccare dalla frenesia dovuta alle attività giornaliere e scontri notturni.
Perché giocare Persona 5 Royal adesso
Finora ho speso 1384 parole per illustrare la miriade di novità presenti in Persona 5 Royal. Sono parecchie, eppure la verità è che mi sono limitata solamente ad elencare le differenze con la versione originale. Solo giocando è possibile capire l’enorme lavoro di accortezze fatto da Atlus, giunta a confezionare un titolo imperdibile, e per diverse categorie di giocatori. Primi, coloro che hanno apprezzato Persona 5, e vogliono avere un motivo valido per rigettarsi nella lotta contro i cuori corrotti. Ne troverete più di uno, e ne uscirete più che soddisfatti.
Secondi, coloro che non hanno mai avuto il coraggio di approcciarsi prima al celebre JRPG, in parte dovuto all’enorme longevità. Rispetto alle canoniche 100 ore della prima versione, per Persona 5 Royal si parla circa di una cinquantina di ore in più, soprattutto se siete completisti. In questi giorni, costretti a casa, venire catapultati nel mondo frenetico, qui rappresentato egregiamente dal punto di vista giapponese, può rivelarsi un modo interessante di analizzare la società come l’avevamo lasciata prima della pandemia, fatta di relazioni, lavoro, uscite, ma anche di lotte per i propri diritti. A tal proposito ne ho parlato nella puntata podcast di Stay Nerd, Gaming Wildlife.
Infine, mi sento di consigliare fortemente Persona 5 Royal ai videogiocatori occasionali, soprattutto quelli affascinati dalla cultura giapponese. La storia dei Ladri Fantasma rappresenta uno spaccato sì esasperato ma verosimile del Giappone, con temi che toccano il fenomeno degli hikikomori, dell’infatilismo tipico dei maid cafè, ma anche dell’importanza del cibo e della socialità in una società chiusa dai dogmi del pensiero collettivo. In breve, Persona 5 Royal è un’opera che risulterà splendida agli occhi di più tipologie di giocatori, per questo non merita di passare in secondo piano, pur essendo una riedizione – corposa – dell’originale. Peccato solo sia esclusiva PlayStation 4.