Il mondo di My Hero Academia è composto da tante particolarità, quanti i quirk apparsi sino ad ora, se non di più
Gli amanti degli shonen, nell’ultimo ventennio, hanno avuto l’incredibile fortuna di poter crescere con mostri sacri nati dal lascito spirituale dell’opera di Akira Toriyama: Dragon Ball. Da Naruto a Bleach, passando per il leggendario One Piece, i lettori di manga di tutto il mondo hanno potuto godere di combattimenti eccezionali, storie emozionanti e protagonisti entrati di diritto nei nostri cuori.
Negli ultimi tempi, per conquistare il trono di shonen re di questi anni, sono scese in campo le nuove leve rappresentate da Fairy Tail, Black Clover, Boruto e, soprattutto, My Hero Academia, vero dominatore di questo genere. Quest’oggi, però, non parleremo dell’incredibile caratterizzazione di All Might e co., delle epiche battaglie di Midoriya e Bakugo, o i meravigliosi insegnamenti donatici da Horikoshi sensei, ma di qualcosa un po’ più “particolare”. Ebbene, complice anche il padre chiacchierone di quest’opera (il mangaka è solito scrivere tanti aneddoti simpatici inerenti la nascita della sua creatura), vi riporteremo alcune delle curiosità più simpatiche ed interessanti di My Hero Academia.
Preparatevi si va in scena.
Le influenze DC e Marvel
In un mondo dominato da supereroi e villain, il character design rappresenta uno dei lavori più importanti da parte di Horikoshi e il suo team, se non IL più importante.
Tutti i personaggi hanno profondamente bisogno di una caratterizzazione fortemente iconica a livello estetico. Per far fronte a questo enorme lavoro, il mangaka ha preso ampio spunto dalle più celebri opere cartacee apparse nelle fumetterie mondiali in questi anni.
Questo studio ha portato alla nascita di uno dei personaggi più interessanti e approfonditamente disegnati di tutta l’opera: Gang Orca, professore al liceo Yuuei, nonché uno degli Hero più forti del Giappone. L’eroe dalle fattezze animalesche è caratterizzato da un’estetica esplicitamente ricollegabile a quella di un super cattivo e proprio per questo, in patria, viene considerato l’eroe più inquietante tra tutti quanti quelli in attività. L’aspetto dell’insegnante dello Yuuei, però, a dispetto di quanto accaduto a molti altri personaggi dell’opera, non è stato ufficialmente influenzato da opere estere (seppur molti fan abbiano teorizzato delle similitudini con King Shark (DC) e Orca(Marvel)).
Si da il caso, invece, che molti dei suoi “compagni di manga” siano stati partoriti proprio attraverso le pagine dei più importanti comics americani. Ad esempio, il letale killer degli eroi, Stein, è nato da una bozza ispirata dalle Tartarughe Ninja (Leonardo in primis), mentre il più elegante Gentle Criminal è ricalcato sulla figura del Cappellaio Matto, nemesi di Batman.
A loro si aggiunge anche il “buon” Twice, il quale nasce dall’unione del costume di Deadpool (oltre a rievocarne anche la follia) e la maschera del celebre Rorschach.
Character design PLUS ULTRA!
Come direbbe Edna degli Incredibili:”Niente mantelli per i supereroi!”.
Mirio Togata, invece, conscio o meno, di poter far imbestialire la più famosa stilista della storia della Pixar, ha deciso proprio di introdurre un bel drappo rosso nel suo costume. Inizialmente l’equipaggiamento dell’astro nascente dello Yuuei, non comprendeva nel suo vestiario un mantello, ma vista la sua profonda propensione eroistica, ha deciso di aggiungerlo, per poterlo adoperare come coperta per avvolgerci dentro i bambini o i feriti una volta soccorsi.
Nel mondo di My Hero Academia, le curiosità legate ai costumi dei personaggi non finiscono qui, visto che sia Yaoyorozu che Todoroki (gli studenti raccomandati della sezione A) hanno subito più modifiche prima di poter esordire ufficialmente su carta. Momo, dovendo necessitare di grosse superfici di pelle scoperta per poter generare oggetti ingombranti, ha dovuto subire un cospicuo restyle. Via le coperture da braccia e schiena per dar spazio all’ aggiunta di uno spacco centrale sul seno. Shoto, invece, dopo un’iniziale bozza che prevedeva un’attrezzatura molto più articolata, volta a canalizzare meglio i suoi elementi, è stato fatto scendere in campo con un costume più semplice e minimal, composto da una parte sinistra totalmente ignifuga e la destra termica (simile alle tute da sci).
Semplicità al comando.
Ochaco Uraraka – L’Hero più altruista che ci sia
Nonostante il suo carattere mite, buffo e profondamente eroico, la dolce Uraraka (il cui nome significa letteralmente “tè radioso”) è uno dei personaggi che presentano un grandissimo numero di informazioni interessanti nel mondo di Boku No Hero. Partendo già dal fatto che, in realtà, non doveva essere lei la “protagonista” femminile della sezione A, ma bensì Mount Lady.
Originariamente, infatti, doveva esserci la ciclopica professionista al suo posto, ma viste la potenziali difficoltà nel gestire un personaggio in grado di ingigantirsi, Horikoshi ha preferito orientarsi sulla più minuta Ochaco e il suo peculiare quirk. A tal proposito, visto che in My Hero Academia quasi tutti i quirk presentano anche un piccolo svantaggio, e visto che quello di Uraraka le provoca un forte senso di nausea durante le varie azioni, il suo costume prevede due bracciali che esercitano una forte pressione sui polsi. Un metodo molto originale per contrastare il voltastomaco dell’aspirante Hero.
Infine, posto che i più quotati Deku e Bakugo sono soliti rimarcare la propria ammirazione per All Might, vero faro di speranza per i due giovani eroi, la piccola Uraraka, che è un personaggio profondamente votato ad aiutare il prossimo ed intenzionato a specializzarsi nelle operazioni di salvataggio, ha come sua beniamina l’Hero Numero 13, la più importante eroina giapponese nell’ambito delle operazioni di recupero.
Una classe rivoluzionata
Kohei Horikoshi, oltre a fornire ai lettori una quantità spropositata di informazioni utili, e non, sulla sua opera, ci tiene fortemente a farci sapere anche dei suoi continui cambi di idee. Ebbene, il mondo di My Hero Academia poteva essere totalmente diverso da quello che conosciamo visto che inizialmente doveva essere Midnight la coordinatrice di classe della sezione A. L’eroina vietata ai minori, e capace di mettere K.O. qualsiasi nemico grazie al suo gas soporifero, sarebbe stata una guida forte, ma anche un po’ folle e isterica e per questo è stata messa da parte. L’idea di porre al suo posto l’incredibile professor Aizawa è arrivata dalla necessità di inserire una guida più dura e capace di stabilire l’ordine in qualsiasi momento. Scelta azzeccata come non mai visto il clamoroso successo del personaggio tra i lettori.
Altra chicca, restando all’interno del corpo docenti, consiste nel sapere che il burbero Endeavor, padre dello sfortunato Todoroki, era stato inserito, anch’egli, nel ventaglio degli insegnati dello Yuuei. Il suo potere esageratamente superiore alla media, però, ha spinto l’autore a farlo uscire dal corpo docenti.
Tra le curiosità di My Hero Academia legate alla fantasia di Horikoshi non possiamo non menzionare la nascita di alcuni personaggi. In primis, potremmo parlare del comico, quanto strambo, Yuga Aoyama visto che, stando alle parole dell’autore, è un personaggio nato senza un reale scopo (al momento), ma per il creatore dell’opera è molto divertente disegnarlo e per questo non servono altri motivi per giustificarne l’esistenza.
A questi particolari aneddoti possiamo aggiungere anche la nascita dei quirk di Hanta Sero (in grado di produrre nastro adesivo dai gomiti) e Hitoshi Shinso. Il primo è stato partorito dopo aver visto, ovviamente, dello schotch in un mini-market, mentre il secondo è nato da un periodo di insonnia dell’autore, durante il quale ha pensato costantemente a un quirk “profondamente malvagio, ma potenzialmente fortissimo per un Hero”.
Un Midoriya alla “Batman”?
Ebbene sì, inizialmente l’eroico Deku doveva apparire totalmente diverso da quello che conosciamo oggi. Izuku (che contiene all’interno del suo nome i kanjji di “verde” e “valle”) doveva apparire molto più dark e cupo, con un occhio costantemente coperto dalla frangia e un costume da eroe più “maturo” e meno raffazzonato come quello che abbiamo visto agli inizi. Il “vecchio” Midoriya, oltretutto, doveva restare per tutto il manga un personaggio privo di poteri.
Sappiamo bene che l’eredità di One for All rappresenta il motore principale di tutto quanto My Hero Academia, ma Horikoshi aveva pensato di far combattere il nostro protagonista unicamente attraverso l’utilizzo di gadget e armature. Una scelta singolare che, per quanto potesse essere interessante, avrebbe costantemente posto il nostro eroe un bel po’ di gradini sotto i suoi compagni di classe. Fortunatamente quest’idea venne accantonata quasi subito dopo i primi bozzetti, permettendoci di poter godere appieno della costante evoluzione del potere più affascinante di tutta l’opera.
Le curiosità relative al mondo di My Hero Academia, in sostanza, sono veramente tantissime, e a queste ne potremmo aggiungere almeno un’altra dozzina (ad esempio potremmo dire che il primissimo quirk ideato dall’autore è quello di Kyoka Jiro), ma spetterà a voi scoprirli. In fin dei conti il buon, se non ottimo, Horikoshi sarà lieto di farveli conoscere attraverso le pagine di quello che si prospetta essere il nuovo portabandiera di una generazione di shonen.