Scopriamo alcuni dei migliori videogiochi con i mecha della storia
Se in questo articolo si parlava dei robottoni di culto che ogni appassionato avrebbe dovuto conoscere, è arrivato il turno di stilare un elenco che sintetizzi e raccolga assieme alcuni dei migliori videogiochi con i mecha come protagonisti indiscussi. Un compendio di agile e scintillante lettura, come le corazze di queste creature tecnologiche, senza nessuna pretesa enciclopedica ma con l’obiettivo di illustrare, e perché no riepilogare, alcune delle esperienze più significative che hanno scandito la storia del medium videoludico intrecciandosi senza soluzioni di continuità con l’animazione e il panorama manga.
Per un’estate bollente come questa, meglio essere in un cockpit adeguatamente climatizzato!
Migliori videogiochi con i mecha – Xenogears
Sviluppato e pubblicato da Squaresoft nel 1998, Xenogears è un j-rpg fra i più famosi di tutti i tempi e sicuramente uno dei migliori videogiochi con i mecha. I motivi? I principali risiedono nella presenza di una trama profonda e articolata, capace di spaziare da tematiche filosofiche a quelle religiose; senza dimenticare il gameplay adrenalinico in grado dare vita ad azioni spettacolari simili a quelle degli anime più amati dai giocatori.
I protagonisti, infatti, oltre alle normali fasi a piedi, possono salire a bordo di enormi robottoni da combattimenti (i Gears) e ingaggiare combattimenti con i nemici di turno. Scontri mozzafiato, trasformazioni spettacolari e scene meravigliosamente animate (con l’ultimo CD che non è altro se non un lunghissimo racconto non interattivo), trovano in una colonna sonora di grande qualità la perfetta quadratura del cerchio.
Titanfall (Serie)
Autori della serie Call of Duty + robottoni… risultato? Clamoroso. Perché sì, al netto di un successo in termini di vendite molto lontano dai fasti del passato, non possiamo non concordare intorno alla bontà di una serie come quella di Titanfall.
Con un primo capitolo che decide di far entrare con prepotenza i mecha all’interno delle meccaniche, un po’ stantie, del genere degli sparatutto in prima persona online e con un seguito che suggella questo lavoro aggiungendo una solidissima (complice anche un level-design di tutto rispetto) campagna in single player.
Protagonisti sono i Titan, enormi robottoni che si differenziano per tipologie e “abilità”, la cui presenza si amalgama alla perfezione ai ritmi di gioco garantendo spettacolo, velocità e sparatorie al cardiopalma. Senza dimenticare l’immancabile e necessario lavoro di squadra.
Lo stesso Apex Legend, famoso battle royale, non a caso nasce proprio da qui.
Migliori videogiochi con i mecha – MechWarrior (Serie)
Ispirato all’universo del wargame BattleTech, MechWarrior è stato, fin dagli esordi nella fine degli anni Ottanta, il primo simulatore di pilotaggio di un mech. Distribuito per molti anni solamente su PC, il titolo e i successivi seguiti usciti anche per console, fanno dell’immedesimazione uno dei punti nevralgici dell’intera esperienza di gioco.
Forti di una ambientazione e di una storia ben delineate e approfondite, i vari MechWarrior presentano un’anima simulativa che ha da sempre stuzzicato la fantasia dei giocatori: non solo per quanto riguarda la gestione separata delle varie parti di cui è composto il nostro mezzo (come torso e gambe, ad esempio), ma anche per l’attenzione riposta al surriscaldamento delle armi da fuoco e alla localizzazione dei danni capace di inficiare sulla mobilità e sulle prestazioni del nostro mecha.
Tutti elementi che hanno permesso alla serie di rivaleggiare con la produzione giapponese, di sopravvivere nel corso degli anni, evolvendosi anche in titoli esclusivamente online o esplorando il gaming su mobile, e di trovare posto in questo elenco dei migliori videogame con i mecha.
Cyber Troopers Virtual-On (Serie)
Con conversioni e raccolte disponibili anche per l’attuale generazione di console, la serie Cyber Troopers Virtual-On gode tutt’ora di buona salute. Ma è il suo esordio nella sale gioco del 1996, ad opera di Sega AM3, che merita particolare attenzione.
Nell’epoca d’oro delle sale gioco, infatti, SEGA decise di far uscire dei cabinati con sedili e doppia cloche con lo scopo di replicare l’interno dei robot protagonisti del gioco. Enormi figure meccaniche che si muovevano con un’agilità sorprendente all’interno di arene piuttosto spoglie ma capaci di ospitare scontri entusiasmanti basati sulla fluidità e sulla rapidità dei combattimenti: sensazioni decisamente lontane dell’idea di pachidermica pesantezza finora associata a questi prodigi dell’ingegneria.
La successiva conversione per SEGA Saturn, e il seguito per Dreamcast, nonostante l’impossibilità di garantire la medesima esperienza per ovvi motivi, supportava il Sega NetLink e di conseguenza una primitiva, ma pionieristica, rete di gioco online di SEGA.
Migliori videogiochi con i mecha – Super Robot Wars (Serie)
Forse la serie più prolifica fra le presenti, sia in termini di età (circa 25 anni) che di numero di titoli pubblicati (una quarantina) e distribuiti fra le varie piattaforme, Super Robot Wars, strategico a turni dalla formula consolidata negli anni, deve la sua presenza in questo elenco dei migliori videogiochi con i mecha all’enorme numero di robot su licenza presenti: dai classici appartenenti a franchise storici come quelli di Goldrake, Mazinga e Gundam, ai più ricercati e meno conosciuti anche per un appassionato.
Un roster davvero eccezionale che è anche croce e delizia per il pubblico occidentale, dato lo spinoso problema dei diritti per eventuali pubblicazioni al di fuori del suolo nipponico. L’intervento della scena amatoriale ha cercato, per quanto possibile, di mettere una toppa a questa seccatura, attraverso la realizzazione di patch per la traduzione in inglese di alcuni dei capitoli.
Front Mission (Serie)
Se a prima vista potrebbe risultare l’ennesimo strategico a turni che mescola fantascienza e robottoni, Front Mission, sviluppato e pubblicato da Squaresoft a metà anni Novanta, offre più di qualche spunto per meritarsi un posto in questo elenco dei migliori videogiochi con i mecha. Perché, forte di un brand che ha saputo travalicare il mercato videoludico, abbracciando animazione, fumetti e anche i romanzi più tradizionali, il mondo di Front Mission si è sempre contraddistinto per la compiutezza del background narrativo e la costruzione di un’ambientazione geo-politica coerente e progressiva di capitolo in capitolo.
Le singole trame, infatti, possono essere fruite indipendentemente l’una dall’altra, ma è nella loro visione d’insieme che le corrispondenze reciproche emergono e ci permettono di cogliere la loro influenza sulla storia del mondo che le ospita. Anche la caratterizzazione dei personaggi risponde di questa attenzione e di un buon grado di inclusività, presentando un gruppo di piloti di differenti nazionalità
Il gameplay non si discosta molto dal genere di appartenenza, garantendo comunque una buona dose di personalizzazione dell’esperienza: dalle armi con caratteristiche uniche, al sistema classi, fino alla possibilità di lasciare l’abitacolo del nostro mech per muoverci a piedi.
Migliori videogiochi con i mecha – Zone of the Enders (Serie)
È innegabile: il successo della serie Zone of the Enders si deve anche a Hideo Kojima e alla saga di Metal Gear Solid, nello specifico all’attesissimo e sorprendente secondo capitolo. Questa premessa è necessaria perché molti utenti acquistarono il primo Zone of The Enders sopratutto perché al suo interno era presenta la demo di MGS2. Attratti dal seguito di un capolavoro, rimasero (per fortuna) sorpresi dalla bontà del titolo mecha-like di Konami.
Una produzione un po’ grezza ma che lasciava trasparire in nuce gli aspetti che poi sarebbero esplosi con il ben più riuscito Zone of The Enders: The 2nd Runner: fra tutti l’adesione ai canoni del genere, sia per la trama sci-fi che per la presenza di mecha esteticamente bellissimi fusi sinesteticamente a un’atmosfera metallica illuminata da led, scintille e spade laser; non fanno eccezione, una colonna sonora monumentale e un sistema di combattimento capace di rinnovarsi e di divertire ogni amante del genere.
Una serie culto che ha portato Konami a realizzare diverse rimasterizzazioni con tanto di supporto per la Realtà Virtuale con Z.O.E. The 2Nd Runner: Mars per PlayStation 4.
Armored Core (Serie)
Prima di inventare un genere, quello dei soulslike, e di diventare famosi in tutto il mondo grazie a quel fenomeno dirompente che è stato Dark Souls 1, From Software significava, soprattutto, Armored Core. Una delle serie con i robottoni mecha più longeve e conosciute sul pianeta.
Nata nel 1997 da un’idea di Shōji Kawamori, regista e mecha designer giapponese, questa serie ha saputo conquistare l’amore dei fan grazie alla presenza di un enorme editor che permette di sostituire praticamente ogni parte del proprio mech, ma anche di prestare attenzione a fattori quali il peso, l’alimentazione del motore, e la scelta degli accessori da equipaggiare per realizzare un mezzo equilibrato o totalmente votato alla potenza offensiva o alla mobilità. Un ventaglio di scelte che, insieme alla facoltà di modificare l’estetica dei mech con emblemi e verniciature ad hoc, garantisce libertà di approccio e adesione ai vari stili con cui interpretare le meccaniche di gioco.
La presenza, nei capitoli più recenti, di una modalità online con missioni cooperative multigiocatore e la creazione e gestione dei clan, suggella la maturazione di un brand che non attende altro che l’arrivo di un nuovo capitolo. Magari proprio su Playstation 5 e Xbox Series X.
Migliori videogiochi con i mecha – Steel Battalion
Su Steel Battalion c’è poco da dire, perché parliamo, senza sbagliarci troppo, di un sogno divenuto sostanza tangibile: ovvero della più vicina approssimazione ludica all’essere pilota di un mecha. Un simulatore estremo che era tale grazie a un controller dedicato con tre pedali, una miriade di tasti (una quarantina circa) e una cloche che tentava di replicare “fedelmente” l’ipotetica plancia di comando di un gigante di ferro. Un curriculum che gli garantisce uno spazio sicuro fra i migliori videogiochi con i mecha.
Sviluppato da Capcom in esclusiva per la prima Xbox, Steel Battalion, rispetto alle aspettative e al mercato di nicchia cui la periferica era indirizzata, si rivelò un successo in termini di vendite e di ricezione da parte del pubblico. Un successo che evidenzia l’importante sperimentazione, in termini di dialogo fra tecnologie hardware e programmi software, che l’industria videoludica dovrebbe perseguire con maggiore coraggio.
D’altra parte, la stessa Capcom provò a ripetere il felice matrimonio con il terzo capitolo uscito per Xbox 360, coniugando l’uso del normale pad insieme al Kinect. Uno dei pochi illustri esempi di ciò che avrebbe potuto offrire questa sfortunata “creatura” se adeguatamente supportata.
Tech Romancer
Capcom e robottoni da combattimento ultra-tecnologici sono sinonimo di garanzia. E Tech Romancer, picchiaduro tridimensionale uno contro uno del 1998, non fa eccezione.
In un tripudio di citazioni, lo Studio Nue responsabile del design, ricrea con dovizia e talento il mood e il clima scanzonato degli anime mecha più amati degli anni Ottanta. Il minimalismo stilistico, evidente specialmente nei fondali, unito a una palette cromatica azzeccatissima, evidenzia in tutto il suo splendore la monumentalità dei robot e il senso di scala dei combattimenti. Fra palazzi futuristici, montagne e lande desolate, sarà nostro compito aiutare questo gruppo di eroi nella difesa della Terra dal malvagio alieno Goldibus e dai suoi terribili servitori.
Migliori videogiochi con i mecha – Into The Breach
Laddove conta più l’uso del cervello che della forza bruta, arriva Into The Breach. Parliamo di uno strategico a turni con spruzzate di roguelike sviluppato dalla software house indipendente Subset Games che ci mette al controllo di giganteschi mech per contrastare un esercito di mostri, altrettanto imponenti, chiamati Vek.
Le battaglie si svolgono su delle mappe, i cui scenari sono generati proceduralmente, divise in griglie 8 x 8, al cui interno è possibile pianificare la nostra strategia per fronteggiare i nemici di turno e completare gli obiettivi (divisi in uno principale, di solito proteggere le strutture civili che garantiscono il supporto elettrico per i nostri mecha, e altri secondari) delle varie missione che si susseguono. L’azione può essere paragonata al gioco degli scacchi, dove, mediante un sistema di combattimento a turni, è possibile muovere le pedine a nostra disposizione per coordinare i movimenti in risposta alle mosse del nemico. Un meccanismo di pianificazione e di risposta contestuale interessati più a mantenere la posizione e a sacrificare risorse per ottenere una successiva posizione di vantaggio, che a sopraffare le forze avversarie.
Un gameplay di tale fattura, così cerebrale nel provare a riscrivere l’immaginario ludico-robotico cui siamo solitamente, e una narrativa corroborata dalla penna di Chris Avellone, gli garantiscono senz’altro un posto nell’elenco dei migliori videogame con i mecha.
Robot Alchemic Drive
In un futuro in cui l’esplorazione spaziale è impossibilitata dalla presenza di una sostanza chiamata Space Nectar in grado di uccidere qualsiasi forma di vita organica nello spazio, la Terra si trova a dover interrompere il proprio isolamento a causa dei Volgara: colossali robot alieni che distruggono tutto ciò che incontrano, corpi celesti inclusi.
Proprio per porre fine a questo sterminio e salvaguardare l’incolumità del pianeta, gli esseri umani decidono di creare dei mech a scopo difensivo. La particolarità, nonché elemento caratterizzante di Robot Alchemic Drive, risiede nel fatto che, narrativamente e ludicamente, non esistono piloti all’interno delle cabine di comando, ma essi stazionano al di fuori della macchina per pilotarli attraverso un controller a distanza (un vero e proprio DualShock 2). In questo modo dovremo scegliere fra tre personaggi giocanti e altrettanti robottoni (ognuno con le proprie caratteristiche), muoverci fra le strade cittadine e sfidare i Volgara che incontreremo nei vari livelli. Ulteriore aspetto interessante è l’intelligente crescente degli avversari progredendo nel gioco e le conseguenze di trama provocate dalla distruzione di particolari edifici, tali da modificare le azioni e i comportamenti dei personaggi di supporto.