Disney e la bufera per i ringraziamenti alla fine di Mulan: la CFO Christine McCarthy spiega la decisione dell’azienda
Come vi abbiamo raccontato qualche giorno fa, Mulan si trova nell’occhio del ciclone per via di alcuni ringraziamenti finali indirizzati nei confronti del governo cinese, nello specifico per le scene girate nello Xinjiang, una provincia in cui le minoranze uigure e musulmane vengono ancora perseguitate: Disney ha voluto rispondere alle accuse.
Nello specifico, è stata la CFO Christine McCarthy a parlarne durante un recente meeting. Ecco le sue parole:
“Non mi occupo di pronostici ai box office, ma questa cosa ha generato un sacco di pubblicità . Fatemi mettere le cose nel loro contesto. I fatti sono che Mulan è stato girato, quasi interamente, in Nuova Zelanda. Per poter ricreare accuratamente alcuni dei panorami unici e la geografia della Cina per questo film, abbiamo filmato scene in 20 differenti location in Cina. È risaputo che, per filmare in Cina, devi avere un permesso. Quel permesso viene dal governo centrale. È una pratica comune citare nei crediti il governo locale e nazionale che ti ha permesso di filmare lì. Per cui nei nostri crediti, sono citati sia la Cina che la Nuova Zelanda. La cosa ci ha generato un bel po’ di problemi”.
McCarthy ha poi parlato anche del metodo di distribuzione di Mulan, reso disponibile on demand su Disney+ al costo di 30 dollari (22 euro in Italia). Invitata a parlare della strategia di Disney per l’uscita dei nuovi film, la CFO ha detto che esperimenti come quelli di Mulan appunto, restano ancora possibili, ma che i piani dell’azienda prevedono la distribuzione cinematografica come strategia principale.
“Abbiamo un bel catalogo per il 2021 e oltre. Speriamo che i cinema saranno aperti, e speriamo che la gente sappia che i nostri film, per quelli che sceglieranno di vederli al cinema, rappresenteranno un’esperienza molto diversa rispetto a quella che si può avere da casa”.
Che ne pensate delle sue parole?
(Fonte: Deadline)