Nocturne – Notturno: il nuovo film della Blumhouse (disponibile su Prime Video) ammicca a Black Swan e gioca con ansia e ambizione
Prosegue su Amazon Prime Video il progetto Welcome to Blumhouse, e dopo le uscite di Black Box e The Lie è il turno di Nocturne (Notturno), che come i precedenti fa dell’ansia e delle sfumature da psico-thriller le sue prerogative, giocando con atmosfere angoscianti che non possono non ricordare un’opera come Il Cigno Nero (Black Swan), e ci scuserà Darren Aronofsky per averlo scomodato.
A differenza del film con la Portman protagonista, qui però la regista Zu Quirke (alla sua opera prima) non ci fa entrare in una scuola di danza ma in una prestigiosa accademia musicale, dove facciamo la conoscenza di Juliet (Sydney Sweeney) e Vivian (Madison Iseman), due sorelle gemelle che hanno imparato molto presto a suonare il pianoforte, trasformando questa passione, col tempo, in una ambizione malata che le porta a contendersi ruoli da protagonista, generando delle crepe in un rapporto una volta molto intenso.
Vivian sembra decisamente più brava della sorella, o almeno questo è ciò che vedono gli altri. Di sicuro, a differenza di Juliet, appare come una ragazza soddisfatta, sicura di sé, ha un fidanzato ed è ammirata da tutti, sia a scuola che in famiglia. Juliet è più fragile, vive malissimo il quotidiano confronto con la sorella, non ha una relazione e prende continuamente farmaci ansiolitici. In sostanza, prova invidia per Vivian, per la vita sentimentale e professionale che sta coltivando.
La situazione degenera poi quando Moira, una delle migliori studentesse dell’accademia e appena annunciata come solista nel più importante concerto dell’istituto, si toglie la vita lanciandosi da un terrazzo.
Quel posto adesso è vacante e Vivian, determinata come sempre, sta per ottenerlo. Tutto cambia però repentinamente nel momento in cui Juliet trova il quaderno di Moira, che sembra nascondere il segreto per il “trionfo”. Ma a quale prezzo?
Death note tra le note
Da lì in poi assistiamo a un cambiamento in Juliet, ed è bravissima Sydney Sweeney a mutare azioni ed espressioni, senza reagire in modo innaturale, come una vittima posseduta, ma palesando una fortissima ambizione e sentimenti d’ira e di odio che probabilmente covava internamente, ingabbiati in una coltre di insicurezza. In sostanza quel taccuino, che ironicamente ho rinominato Death Note, sebbene si comporti diversamente dal più famoso quaderno ritrovato da Light Yagami, non fa altro che far uscire allo scoperto l’anima oscura di Juliet.
Zu Quirke butta di tutto nel calderone per colpire lo spettatore: da inspiegabili mestruazioni, a un fidanzato conteso, a insegnati deprecabili, Nocturne – Notturno alterna momenti splatter con altri in cui angoscia, farmaci e psichedelia spadroneggiano, assumendo contorni orrifici. Elementi congeniali, coi quali tuttavia si sarebbe sposata benissimo una componente di “sfida” ulteriormente marcata (altro che Doppelganger Challenge n.d.R.), tra Juliet e Vivian, che nelle fasi iniziali funge da traino per l’interesse dello spettatore, riuscendo a farci empatizzare con la protagonista, pur nei suoi gesti sciagurati ed eticamente scorretti, anche grazie personaggi secondari ancor meno virtuosi e particolarmente sgradevoli.
La musica, come è ovvio, gioca poi un ruolo prevalente nella componente ansiogena e il sonoro tagliente scandisce i passaggi chiave, così come i momenti di trance di Juliet, con immagini oniriche e psichedeliche che ne vanno a coadiuvare la funzione.
Probabilmente il migliore, finora, dei film del progetto Welcome to Blumhouse da noi visti e analizzati, Nocturne – Notturno è comunque un’opera ambiziosa che, come la sua protagonista, ne finisce a tratti divorato, non riuscendo a trasmettere quelle sensazioni di turbamento che si lasciava dietro un film come il citato Black Swan, scioccante e impensabile da rivedere a distanza di poco tempo per come riusciva a manipolare la nostra angoscia, o – restando in tema musicale – anche pellicole molto diverse come Whiplash, dove comunque l’ambizione sfrenata era il leitmotiv ed era palpabile anche per lo spettatore.
In Nocturne permangono le buone intenzioni e le idee sono quelle giuste, ma in fin dei conti, sebbene salti qualche nota, la composizione di Zu Quirke si lascia ascoltare (e vedere) con piacere.