SpongeBob – Amici in fuga arriva su Netflix con un nuovo restyling grafico ma con poca sostanza dietro
Non è la prima volta che la spugna di mare più famosa del mondo riceve una produzione per il grande schermo. Sono passati infatti cinque anni dal successo di SpongeBob – Fuori dall’acqua, e sedici dal meraviglioso esordio cinematografico di SpongeBob – Il film.
Il terzo progetto, destinato originariamente per il cinema, viene intercettato però da Netflix, che coglie la palla al balzo e acquista i diritti per distribuirlo sulla propria piattaforma di streaming (scelta sicura per la Paramount, vista l’attuale situazione delle sale cinematografiche).
SpongeBob – Amici in fuga si differenzia fin da subito dai suoi predecessori per un cambiamento radicale nella sua produzione: il film è stato infatti sviluppato interamente con grafica CGI, rinunciando così al classico stile 2D a cui la serie animata ci aveva abituato nel corso degli ultimi vent’anni.
È inoltre una delle prime produzioni riguardanti SpongeBob a non avere al proprio fianco il suo creatore originale, Stephen Hillenburg, venuto a mancare alla fine del 2018.
Amici in fuga vede i nostri eroi, SpongeBob e Patrick, nel bel mezzo di una missione di salvataggio. Gary, la lumachina domestica del protagonista, è stata infatti rapita da Plankton e portata alla corte di Atlantide per fare da “crema idratante” per il viso di Re Poseidone. Una premessa sicuramente demenziale e surreale, ma lo stesso in grado di comunicare un lieve substrato di critica sociale. Nonostante non sia la prima volta che il mondo di SpongeBob mostri direttamente la tirannia dei padroni e i relativi danni della monarchia, è chiaro sin da subito che l’obiettivo della rappresentazione non è la critica al sistema. La dinamica costruita con il personaggio di Re Poseidone altro non è che un semplice pretesto per avere un cattivo nella propria storia.
Quest’ultima non riesce a trovare un proprio focus, sia tematico che narrativo. Diverse sottotrame si intrecciano con quella principale per risolversi in un nulla di fatto, dando l’impressione di star assistendo più a un’accozzaglia di distinti episodi messi insieme piuttosto che a un unico progetto unificato. Un vero e proprio peccato, visto che i film precedenti di SpongeBob funzionavano soprattutto perché erano in grado di coinvolgere lo spettatore con percorsi narrativi chiari e funzionali, pur rimanendo confinati nella sfera della semplicità.
SpongeBob – Amici in fuga si perde quindi in un bicchier d’acqua, non riuscendo a concentrarsi su un unico tema ma anzi riciclando discorsi già sviluppati nelle opere precedenti. L’onnipresente tema della forza dell’amicizia ritorna in maniera forzata all’interno di un racconto che parte con un forte pretesto di critica al sistema. Ovviamente non ci si può aspettare la rivoluzione da quello che è, alla fine dei conti, un film per bambini senza troppe pretese. Ma se c’è una cosa che i film della Pixar o dello Studio Ghibli ci hanno insegnato, è che anche i film d’animazione più infantili possono nascondere dietro dei forti significati. Amici in fuga, purtroppo, non è tra questi.
Ma non è tutto da buttare. Il film riesce a ogni modo a regalare qualche sorriso, anche grazie alla presenza di simpatici camei come quello di Keanu Reeves e Snoop Dogg. Questo nuovo film di SpongeBob pone inoltre una peculiare attenzione alla sua produzione musicale, con brani inediti di J Balvin, Swan Lee o dello stesso Snoop Dogg. Una scelta produttiva che può ricordare la stessa fatta con la colonna sonora di Spider-Man: Un nuovo universo.
Il punto forte di SpongeBob – Amici in fuga è però senza ombra di dubbio il nuovo restyling grafico che la pellicola propone agli iconici caratteri di Bikini Bottom. Il design dei personaggi riceve una nuova linfa vitale, con un 3D dai toni a metà tra il cartoonesco e il fotorealistico, in un connubio inedito che conferma l’utilizzo della CGI come una delle scelte più riuscite dell’intera operazione. Una gioia per gli occhi che fa ripiangere la poca enfasi messa in fase di scrittura.
Una vera occasione sprecata per un personaggio dalle potenzialità comiche così ampie come SpongeBob, che nonostante la nuova veste visiva, rimane ancorato a vecchi stilemi tematici per bambini. Servirebbe più coraggio, più anima e più spirito per riportare in vita, non solo esteticamente, la nostra spugna di mare preferita.
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