Dash & Lily è la serie Netflix che mostra come, per amare gli altri, bisogna imparare a prendersi cura di se stessi
Dash & Lily: quando intitoli il tuo lavoro come i protagonisti che ne fanno parte tutto diventa già paradigmatico. Sarà ovvio che, fin dal principio, la storia si concentrerà esclusivamente su queste due personalità, sulle individualità che li caratterizzano, su quello che li ha resi meritevoli di diventare l’interesse di qualcuno che ha trascorso il proprio tempo ad accudirli e a donare loro vita.
Il merito, questa volta, è delle mani di David Levithan e Rachel Cohn, passato dalla pagina scritta del loro libro Dash & Lily’s Book of Dares giungendo alla trasposizione originale presa in carico dalla produzione Netflix, di cui a farne parte è anche quella 21 Laps Entertainment sempre da ringraziare per l’ottimo lavoro svolto con Stranger Things.
Ma torniamo al titolo, Dash & Lily. Torniamo ai protagonisti, a come il circoscrivere loro un proprio spazio fin dall’inizio della serie, fino addirittura alla nominazione dell’opera, sia fondamentale per comprendere su cosa va focalizzandosi il lavoro Netflix diviso sulla piattaforma in otto puntate.
Nell’isolare solamente i loro due nomi, facendone faro per una narrazione che vedrà il loro alternarsi andando di episodio in episodio, è sulla totale attenzione all’universo privato di questi due personaggi che va concentrandosi il lavoro dell’ideatrice Joe Tracz, che sceglie di prendersi carico delle indoli particolareggiate e, soprattutto, personalissime dei suoi protagonisti, rendendoli carne e ossa, nonché timori, perplessità e idiosincrasie.
Austin Abrams e Midori Francis sono Dash e Lily nella serie natalizia Netflix
Con il focalizzarsi tanto sulle interiorità e il rapportarsi al mondo di Dash e Lily, la serie decide di presentarci singolarmente i ragazzi nelle due puntate iniziali, stabilendo da subito su cosa andrà predisponendosi il racconto, dedicando tempo prima al protagonista maschile, poi alla controparte femminile, volendosi addentrare con sincerità nei disagi e desideri dei giovani. È proprio l’accostarsi a ciò che è altro che i due ricercheranno nella sfida che sapranno reciprocamente lanciarsi.
Partendo da un diario nella libreria Strand di New York con dentro un indovinello, Dash (Austin Abrams) troverà il quadernino rosso della sconosciuta Lily (Midori Francis) col quale i due cominceranno a comunicare senza nemmeno conoscersi. Un passaggio di confidenze, dichiarazioni e ammissioni che porteranno i protagonisti ad intraprendere una relazione a distanza senza sapere chi è la persona a scrivere dall’altra parte, accettando entrambi di affrontare le prove che l’uno escogiterà per l’altro, trovando in queste il modo di conoscere meglio se stessi, prima ancora che colui che si aspetta dall’altra parte della pagina.
Se, infatti, l’impressione è quella di assistere al lento innamoramento stravagante e insolito dei due corrispondenti, affrontando così ciò che più li spaventa prima di avere il coraggio di incontrarsi, è sul comprendere quanto sia importante uscire dalla propria bolla di cui ci fa regalo Dash & Lily.
Immettendosi nell’atmosfera di Natale, in una metropoli che si accende di lucine e stelle filanti durante il periodo più precario – e forse proprio per questo bellissimo – dell’anno, Dash e Lily mostrano le differenze che, però, instaurano un punto di contatto e smuovono l’altro a inoltrarsi in avventure e situazione che, prima di allora, non avrebbero mai tentato.
Sostenendosi a vicenda seppur mantenendo la debita distanza, affidandosi agli scritti che l’uno riserva intimamente all’altro in una corrispondenza fitta e inebriante, i giovani protagonisti sapranno apprendere molto più su loro stessi di quanto abbiano mai fatto fino a quel momento, escludendo la paura dalle sfide lanciatesi per scoprire e, di conseguenza, scoprirsi come mai si erano conosciuti.
E voi, accettate la sfida?
Quando l’amore è, dunque, tutto ciò che si desidererebbe trovare sotto l’albero, auspicando di condividerlo con quell’anima affine che potrebbe finalmente abbinarsi alla propria, è innanzitutto credere in se stessi quello che può realmente spingere ad aprirsi alle persone.
Il lasciarsi andare ad una festa alle due di notte in pieno stile ebraico, il percorrere un viale addobbato con minuscoli e giganti Babbo Natale, il mangiare una torta al formaggio anche se considerata un’eresia e imparare a sfogare le proprie emozioni anche quando quelle negative vorrebbero distruggere tutto.
Nella deliziosa atmosfera che Joe Tracz ha saputo allestire, scorrendo con la fluidità di una serie che si lascia facilmente guardare, di Dash & Lily non si ha la percezione della scansione a puntate, bensì ci si abbandona a un flusso che, se fosse stato pensato come opera cinematografica avrebbe altrettanto – e forse meglio – funzionato, dando così quel ritmo da commedia romantica con cui volersi coccolare a Natale, lasciando allo spettatore la voglia di tentare quelle piccole cose che fino adesso aveva sempre avuto anche solo paura di pensare. Sei pronto, dunque, ad accettare la sfida?