Il futuro è utopia e neon! – I migliori anime cyberpunk
La vostra mano destra non cigola ma sapete bene che l’impianto di hacking, installato tre giorni prima, non sta funzionando come dovrebbe. Il tizio che ve lo ha venduto si spacciava per affidabile ma molto probabilmente non era così: è tempo di porvi rimedio. Bisogna farsi giustizia con le proprie mani in questo futuro utopico, in questo futuro cyberpunk, privo di anime buone.
Il termine cyberpunk, che ultimamente stiamo sentendo pronunciare sempre più spesso grazie all’uscita dell’ultimo titolo di CD Project RED (Cyberpunk 2077), “nasce” – potremmo dire – nel 1983 grazie alla pubblicazione dell’omonimo racconto di Bruce Bethke. Da lì le atmosfere futuristiche utopiche, con cibernetica e scienze avanzate a farla da padrone, hanno spopolato sempre di più, diventando cross-mediali, uscendo dal reame delle pagine scritte. Dall’onda cyberpunk non sono stati esenti neanche gli anime ed i manga, come ben presto vi dimostreremo, facendovi conoscere i migliori di essi.
Akira
Quando parliamo di anime dalle atmosfere cyberpunk non si può di certo non nominare il capolavoro assoluto di Ōtomo, Akira. Accompagnato da una colonna sonora che definire evocativa è dir poco, l’anime, che differisce dal manga omonimo per il finale, ci presenta una Tokyo distrutta e poi ricostruita in seguito alla Terza Guerra Mondiale: Neo Tokyo, una metropoli tanto futuristica quanto in degrado, dove a farla da padrone sono le gang. Kaneda e Tetsuo sono due ragazzi appartenenti a una banda di motociclisti e sebbene il secondo rispetti profondamente il primo lo invidia per la posizione da leader che ricopre. Tetsuo però scopre di essere dotato di poteri psichici unici, tanto da venire coinvolto nel progetto Akira, scatenando un susseguirsi di eventi tanto sanguinosi quanto assurdi, tenendo lo spettatore incollato allo schermo in una spirale di dialoghi e scontri al cardiopalma. Oltre alla forte atmosfera cyberpunk, questo anime cela dentro di sé anche una serie di forti messaggi che veicola in modo originale ma diretto, legandolo alla cultura e al modo di essere, unico, del popolo giapponese.
Ghost in the Shell
In molti sono venuti a conoscenza di quest’opera grazie alla rivisitazione live action con protagonista Scarlett Johansson, ma Ghost in the Shell costituisce una pietra miliare del mondo dell’animazione giapponese già da molti anni addietro, costituendo, insieme ad Akira, uno dei pilastri del cyberpunk nel mondo degli anime.
Siamo nel 2029 e la Sezione 9, corpo speciale di polizia di cui fa parte Makoto Kusanagi, ha il compito di fermare un pericoloso individuo in grado di hackerare i cervelli degli esseri umani. Tutti i componenti della Sezione 9 sono potenziati da svariati impianti, venendo così classificati come dei veri e propri cyborg, come gran parte della popolazione globale. Ghost in the Shell ci catapulta in un futuro in cui la distinzione fra uomo e macchina è sempre più labile, facendoci interrogare cosa veramente voglia dire essere considerati “umani”. L’opera riesce a colpire in pieno qualunque appassionato degli anime e del genere cyberpunk e non solo, seppur inizialmente non ottenne molto successo, sebbene il suo valore non si discuta. Tanto per lasciarvi intendere quale sia stato il suo lascito: è stato d’ispirazione anche per le sorelle Wachowski per la creazione della trilogia di Matrix.
Ergo Proxy
Forse più di nicchia rispetto ai due mostri sacri appena citati, Ergo Proxy merita comunque una menzione di rilievo in questo nostro personalissimo listone. Diretto da Shukō Murase, l’anime parla di Re-l Mayer, ispettrice che vive nella città-cupola Romdo. Al di fuori di essa l’atmosfera è mutata a tal punto da diventare letale. All’interno della cupola vivono sia umani che androidi, chiamati AutoReiv e che di fatto servono i primi, essendo dei veri e propri automi.
Questa situazione però è destinata a cambiare radicalmente con l’arrivo del virus Cogito, che dona agli AutoReiv la capacità di sviluppare una coscienza e provare emozioni, argomento caro a moltissime opere futuristiche (Detroit Become Human vi dice qualcosa?). In tutto ciò anche una creatura, detta Proxy, sfugge da dei laboratori di ricerca in cui si dice si studiasse il segreto per la vita eterna. Starà a Re-l indagare su degli omicidi causati da AutoReiv infetti da Cogito e sul proxy. Questo anime a tema cyberpunk si incentra molto sui temi psicologici e sull’effetto che ha l’ambiente sulla mente degli individui che lo popolano. L’anime è ben costruito, poggiando su dei personaggi molto ben caratterizzati e che conosceremo pian piano nella loro interezza.
Battle Angel Alita
Così come con Ghost in the Shell, anche Alita è diventato ancor più popolare grazie al lungometraggio hollywoodiano che gli è stato dedicato. Il manga però è uscito molti anni prima della versione cinematografica (1990) così come l’anime (1993). Potremo intendere Alita come una sorta di modernissimo Pinocchio: la ragazza infatti è un cyborg rottamato poi riportato in funzione dal cyberdottore Daisuke Ido. Il cervello di Alita però non ha conservato i ricordi della vita precedente al ritrovamento in discarica e l’unica chiave per tornare quella di un tempo sembra essere il Panzer Kunst, arte marziale nata e sviluppata nelle colonie marziane. La ragazza diventa così una cacciatrice di taglie, scoprendo cosa si cela nel suo passato e maturando proprio come il celebre burattino della favola di Collodi.
Psycho Pass
Parlando di cyberpunk e distopia non possiamo non citare anche Psycho Pass, anime dove la legge è regolata da algoritmi che monitorano la stabilità mentale degli esseri umani. A seconda del proprio modo di essere e delle proprie inclinazioni, ad ogni individuo è affibbiato un “Coefficiente di Criminalità” e se questo supera la soglia critica si finisce per avere le manette ai polsi. Ad occuparsi di mettere gli individui pericolosi al fresco sono due gruppi: gli Esecutori, criminali latenti, e gli Ispettori, che sovrintendono i primi. Un’altra particolarità del coefficiente di criminalità è che grazie ad esso vengono calibrate anche le tipologie di proiettili che le armi degli uomini e donne di legge portano con sé: a seconda del coefficiente di criminalità del bersaglio, i proiettili possono diventare letali o meno. Qui i temi affrontati sono leggermente diversi rispetto agli altri anime cyberpunk e volgono meno sulla psicologia e più invece nel rapporto che esiste fra l’essere umano e la tecnologia: più concreto rispetto ai precedenti ma non per questo superficiale.
Bubblegum Crisis
Per certi versi l’intreccio di Bubblegum Crisis è simile a quello di Ergo Proxy (o forse sarebbe meglio dire il contrario, vista la “differenza di età”). Nel 2025 un terremoto ha distrutto totalmente Tokyo, ricostruita poi grazie all’aiuto dei Boomers, degli androidi creati dalla Genom Corporation. I Boomers, negli anni a seguire, si integrano sempre di più nella società, tanto da apparire quasi umani, ma alcuni di essi costituiscono un pericolo, in quanto instabili, diventando autori di omicidi. Le uniche in grado di fermarli sono le Knight Sabers, armate di esoscheletri chiamati Hard Suits, creati dallo stesso scienziato che ideò i Boomers. In pieno stile anni ‘80, tutte e tre le ragazze hanno dei lavori che fungono da copertura per il loro vero compito. Si respira molto l’atmosfera da Blade Runner ma quello che colpisce di Bubblegum Crisis è la colonna sonora, abilmente mixata con i combattimenti in pieno stile cyberpunk.
Armitage III
Le cospirazioni costituiscono uno stratagemma narrativo ben inserito nel genere cyberpunk e Armitage III ne è un degno esempio. Ambientato in un futuro in cui Terra e Marte stanno per unirsi in un’unica colonia umana, Armitage III vede la detective omonima e il suo compagno Ross dover far luce sull’entità che sta mettendo contro umani e cyborg. Quest’ultimi infatti si sono introdotti fra gli esseri umani, imitandoli alla perfezione e confondendosi con essi: tutto ciò viene a galla quando vengono perpetrati dei femminicidi nei confronti di alcune donne che si rivelano essere appartenenti ad una nuova “specie” di cyborg, uguali in tutto e per tutto agli umani. Armitage III parla del rapporto uomo/macchina ma in maniera diversa rispetto ai termini “classici” del cyberpunk, quindi da non prendere come banale già in partenza.
Bonus – Cyberpunk 2077: Edgerunners
Parlando di cyberpunk non potevamo esimerci dall’includere il progetto animato ambientato nell’universo di Cyberpunk 2077. Dopo il mastodontico lavoro che il developer ha portato avanti durante questi anni, gli abitanti di Night City saranno destinati ad arrivare anche sotto forma di anime sui nostri schermi. Ad oggi non ci sono stati dati molti dettagli: sappiamo solo che l’anime di Cyberpunk 2077 sarà frutto del lavoro di Studio Trigger, coadiuvato da Netflix e CPDR, e che dovrebbe vedere la luce prima del 2022. Saranno in totale diec episodi in cui conosceremo personaggi totalmente nuovi rispetto all’opera videoludica ed esploreremo ancora più a fondo i meandri della suggestiva Night City.