Gli autori di Mamma ho perso l’aereo furono quasi costretti a inserire il cammeo di Donald Trump nel film
Mamma ho perso l’aereo è stato uno dei film simbolo degli anni ’90, ed il suo sequel forse ha avuto ancora più successo, tanto che molti fan sono convinti che sia il miglior film della saga (gli ulteriori sequel non sono neanche considerati)… nonostante un cammeo di Donald Trump.
La storia dell’ospitata del magnate americano nonché quarantacinquesimo Presidente degli Stati Uniti, è un po’ particolare, ed è stata raccontata da Chris Columbus durante una recente intervista.
Il primo film come dicevamo fu un enorme successo ed era logico che dovesse esserci anche un sequel (oggi ancora si parla di un reboot). La premessa fu ricreare la stessa situazione su basi diverse: anziché perdere l’aereo, appunto, il protagonista sale sull’aereo sbagliato e anziché passare il Natale con la famiglia in Florida, finisce a New York, dove incontra peraltro la banda di banditi sconfitta nel primo film (Joe Pesci e Daniel Stern).
A New York Kevin finisce, tra i vari luoghi, nella lobby del Plaza Hotel per chiedere informazioni, che all’epoca era di proprietà proprio di Donald Trump, che in cambio della location chiese di far parte del film:
“Come la maggior parte dei posti di New York, paghi una tariffa e sei autorizzato a girare in quella location. Noi ci siamo recati al Plaza Hotel, che Trump all’epoca possedeva, perché volevamo girare nella lobby. Non potevamo ricreare il Plaza su un set.
Trump diede l’ok. Noi pagammo la tariffa, ma poi lui disse: “L’unico modo per usare il Plaza è farmi essere nel film”. Così noi abbiamo accettato, e quando lo abbiamo proiettato per la prima volta è successa una cosa che non ci aspettavamo: la gente ha applaudito quando Trump è apparso sullo schermo. Così ho detto all’editor: “Lasciamolo nel film, è un momento per il pubblico”. Ma diciamo che ci ha quasi costretti a farlo apparire nel film.”
Chissà come sarebbe oggi una reazione a un cammeo di Trump, e chissà soprattutto se qualcuno, ormai quasi trent’anni fa, avrebbe mai scommesso che l’imprenditore sarebbe un giorno diventato Presidente degli Stati Uniti.
(Fonte: Screen Rant)