Borat contro la comunità kazaka: richiesta l’esclusione del film dagli Oscar e da altri festival
Che Borat 2 non sia esattamente un manifesto a favore della comunità kazaka è cosa nota. Forse per questo la notizia di uno scontro tra la Kazakh-American Association e Sacha Baron Cohen non arriva inaspettata.
Nelle scorse ore, la rappresentanza della comunità Kazaka negli Stati Uniti, si è schierata contro Borat – Seguito di film cinema. L’accusa è la stessa della precedente pellicola. Quella di fornire un’immagine denigratoria del popolo kazako.
La KAA, insieme alla Council on American-Islamic Relations (CAIR), ha lanciato una campagna per far escludere la nuova pellicola di Cohen dai festival, dai premi e dalle mostre cinematografiche. Ovviamente tra queste c’è anche l’Academy of Motion Picture Arts & Sciences, nota per essere l’organizzatrice dei Premi Oscar.
“La comunità kazaka nel mondo è sottorappresentata e intrinsecamente vulnerabile. Sacha Baron Cohen comprende questo fatto e sfrutta il popolo kazako dirottando la nostra identità etnica, ‘imbiancandoci’ (whitewashing us, nell’originale) e incitando a molestie nei nostri confronti”, ha detto il CEO della Holly Film Academy, Gia Noortas. “Considerando il clima politico socialmente consapevole di oggi e le nuove politiche sulla diversità adottato dalle associazioni cinematografiche di tutto il mondo, è incredibile che un film che traumatizza apertamente e prepotentemente una nazione persone di colore sia ancora una forma di intrattenimento accettabile”.
“Ci uniamo ai kazako-americani nel chiedere alle associazioni cinematografiche di bandire il sequel di Borat dalla considerazione dei premi. Riconosciamo che il signor Cohen a volte usa i suoi personaggi bigotti per smascherare il bigottismo negli altri”, aggiunge il regista del CAIR, Nihad Awad. “Tuttavia, il signor Cohen non può contrastare il razzismo e il fanatismo contro alcune persone mentre perpetua il razzismo e il fanatismo contro altre persone, in particolare i kazaki-americani, la cui vera cultura potrebbe non essere familiare alla maggior parte degli americani”.