A Painter’s Tale: Curon, 1950 è un bell’esempio di videogioco come risorsa per la cultura. Protagonista di questo racconto videoludico in bilico tra finzione e realtà storica è l’iconico borgo altoatesino
Tommaso è un pittore dotato di grande sensibilità. Lo si capisce subito non appena termina di dipingere il suggestivo paesaggio che gli si staglia di fronte: le montagne cingono il Lago di Resia, da cui emerge il solitario campanile del vecchio borgo di Curon Venosta. Improvvisamente, un bagliore al centro dello specchio d’acqua cattura l’attenzione di Tommaso, che si ritrova catapultato in un mondo che subito dà l’idea di essere sospeso nel tempo. È la Curon del 1950, prima che venisse coperta dal lago per consentire la costruzione, già avviata in epoca fascista, di una diga per la produzione di energia idroelettrica.
Così comincia A Painter’s Tale: Curon, 1950. Sviluppato dal team bolognese Monkeys Tales Studio in collaborazione con l’associazione IVIPRO, il titolo – che è disponibile su Steam – racconta le fasi precedenti all’evacuazione del borgo altoatesino fino al suo triste epilogo. Lo fa attraverso il protagonista Tommaso e gli abitanti della vecchia Curon, in un mix tra finzione e sensibilità storica. Nei tre atti che compongono il gioco, che può essere definito un walking simulator in terza persona intervallato da mini-giochi molto semplici, si snoda la lotta dal basso contro politica e impresa per mantenere la propria casa, i propri affetti, i propri ricordi.
Tutto questo viene espresso con tenera malinconia tramite le parole e i pensieri dei diversi personaggi che costellano A Painter’s Tale: Curon, 1950, grazie a una sceneggiatura dolce e particolarmente attenta al contesto storico-culturale. Durante le camminate con Tommaso, tra le vie del piccolo borgo altoatesino, emergono diversi elementi di particolare interesse.
Tra i tanti: il ruolo centrale della chiesa nella comunità, rappresentato dalla figura realmente esistita di padre Alfred; il conflitto tra la cultura tedesca e quella italiana, che prende forma nella piccola ma accogliente taverna di Curon; la varietà della cucina altoatesina nei manicaretti preparati da Ida; il cinismo dell’impresa, racchiuso nella figura dell’ingegnere Gorini, del colosso industriale Montecatini; la narrazione dicotomica città/campagna nell’aspirante pianista Ludovica, e molto altro ancora. Sono tanti temi per circa un paio di ore di gioco, ma A Painter’s Tale: Curon, 1950 si rivela molto efficace nelle sue rappresentazioni.
A proposito della componente narrativa, è interessante la possibilità di prendere una decisione importante nel pieno dell’avventura, che lascia presagire un duplice finale. In realtà l’epilogo è uno e solo. A Painter’s Tale: Curon, 1950 rinuncia alla pratica del what if, a cui a volte i videogiochi ad ambientazione storica ricorrono, per rimarcare il peso della Storia, quella vera.
Questo perché è la Storia di Curon stessa la reale protagonista del titolo. Lo dimostra il menu interamente dedicato a lei, con brevi schede informative sulle voci sbloccate in seguito alle interazioni fatte con personaggi e luoghi. All’interno di tale menu vi è spazio anche per i disegni: fil rouge tra il passato e il presente di A Painter’s Tale: Curon, 1950 è l’arte.
In realtà, i disegni raccolti trovano una loro funzionalità, al di là della loro valenza simbolica. Sono infatti utili a dare espressività e carattere a personaggi che visivamente appaiono apatici e piatti. Con loro si empatizza grazie alla scrittura elogiata poc’anzi, tuttavia lo stile voxel adottato dal team di sviluppo crea un rapporto stridente tra il calore dei testi e l’inespressività dei volti degli abitanti. L’immersione nel mondo di gioco è comunque garantita dalla colonna sonora di Marta Ascari, che con delicatezza ma al contempo carattere si inserisce nei momenti centrali del gioco.
A Painter’s Tale: Curon, 1950 utilizza l’interazione tipica del medium per raccontare una controversa vicenda del passato. Tentativo totalmente naufragato nella ben più celebre ma deludente serie tv Netflix Curon. Nonostante i limiti da piccola produzione, il titolo di Monkeys Tales Studio in collaborazione con IVIPRO si rivela un interessante esperimento di divulgazione culturale.
Tale ambizione è resa evidente dal fatto che parte del ricavato di A Painter’s Tale: Curon, 1950 (adesso disponibile al prezzo di 6,90 euro) viene donata al Museo Alta Val Venosta per contribuire alla gestione e alla valorizzazione del patrimonio storico e culturale dell’area. Un’espressione diversa del videogioco, che merita il massimo supporto da chi ritiene che il medium sia maturo per poter aspirare a essere risorsa per la cultura.