5 fumetti con supereroi politicamente scorretti che vi faranno innamorare della brutalità della (non)giustizia
Grazie a numerose e fortunate trasposizioni in serie TV i supereroi politicamente scorretti sono tornai in auge, ciò non è una coincidenza perché molti fumetti avevano teorizzato le idiosincrasie e i malanni di una società americana sempre più modellata secondo le ingiustizie, le aberranti pressioni fiscali, la negazione dell’inclusività e le battaglie per bloccare qualsivoglia di uguaglianza. Sotto la presidenza Trump molte storie a fumetti si sono rivelate a dir poco profetiche e per questa ragione sono state finanziate ottime serie TV, perché sotto l’impulso della narrativa fantastica e immaginifica dei comics e la tangibilità grottesca del presente si andava a concretizzare un super-realismo sensibile al mondo sociale; utilissimo per denunciare l’America che era (per esempio anche in Watchmen) e gli States del presente-futuro.
A simboleggiare queste distopie politiche intervengono dei supereroi politicamente scorretti, violenti, prototipi “perfetti” di un patriarcato occidentale che umilia le donne e le minoranze, “eroi” che fungono a metafora di un nuovo colonialismo “imperialista” e di un disturbo congenito del tessuto socio-metropolitano d’America. Eppure, nonostante i terribili difetti, i supereroi politicamente scorretti generano un fascino irresistibile nei fumetti quanto nelle serie tv. Probabilmente perché sono reali, non sono divinità corrotte dal male o da potenze demoniache, ma influenzate dal potere (che si può tradurre in svariati termini, economici, di popolarità e influenza) e la loro tirannia è qualcosa di riconoscibile, comprensibile un qualcosa di palpabile quanto la quotidianità. Sono il contrario dei paladini perfetti, degli eroi utopici e immacolati di molta narrativa classica in fumetti e non. La facilità con cui ci si può immedesimare in esseri fallibili, decadenti, umani e poveri di grandezza porta chiunque ad affezionarsi ad essi. Di seguito alcune opere che sono l’apoteosi del politicamente scorretto.
Invincible, i supereroi politicamente scorretti di Kirkman
Si è conclusa proprio di recente la colossale serie animata (Amazon Prime Video) dedicata al capolavoro di Robert Kirkman. Invincible è stato uno dei fumetti (in Italia edito da SaldaPress) più rivoluzionari a tema supereroi politicamente scorretti che non solo ha decostruito la figura dell’eroe ma ha anche fatto capire al suo pubblico che la morte è la vera morte, che non esistono deus ex machina, rimaneggiamenti autoriali o fanservice. Soprattutto Kirkman e l’illustratore Cory Walker ritraggono un fumetto che presenta i tipici cliché del teen drama americano e delle situazioni familiari care all’immaginario contemporaneo con il giovane Mark e famiglia Grayson, per poi stravolgerle con una dose di violenza al limite dello splatter.
Invincible ci interroga su una questione semplicissima, cosa farebbe un essere dotato di un potere semidivino? Beh, probabilmente tutto quello che gli passa per la mente. Il sangue scorre a fiumi, i morti non si riescono a calcolare mentre le loro interiora tappezzano le strade delle cittadine statunitensi, muoiono bambini, donne, anziani. Nessuno viene risparmiato dalla furia di Omni Man, un tempo il principale difensore della Terra e beniamino d’America. Gigantismo dei suoi personaggi, ignoranza totale, totale impotenza dei deboli ai forti che li sfruttano fino allo sfinimento. Invincible, nonostante sia Mark e quindi un “umano” dagli ideali giusti, punge i nostri nervi scoperti e diventa una lettura/visione imprescindibile. Anche gli altri supereroi inscenano macchinazioni, tradiscono, mentono e sfruttano “i normali”, la tirannia del forte si abbatte totalmente sulla Terra e l’unico modo per salvarla è credere in qualcuno che ha avuto il volto spappolato dal proprio padre e che non vuole ripetere l’esperienza.
Buzzkill, se sei strafatto sei super
Buzzkill. Il potere dell’ebbrezza è uno dei fumetti con supereroi politicamente scorretti più divertente degli ultimi tempo, firmato da Donny Cates, Mark Reznicek, Geoff Shaw e Lauren Affe e pubblicato in Italia in un volume unico da SaldaPress. La storia di Cates ha un premessa semplicissima, Ruben il nostro super-protagonista è un “eroe” atipico e fallito perché trae i suoi poteri sovrannaturali (mega forza etc) soltanto assumendo sostanze che alterano il suo organismo, come stupefacenti, droghe, sigarette e alcolici. Ruben è costretto ad usare le sue capacità totalmente anti-tradizionaliste per difendere il nostro pianeta da una catastrofe globale, e pur riuscendo nell’impresa non ricorda più niente e forse ha fatto del male anche alle persone a cui tiene.
Seppur possa far parte del club dei supereroi politicamente scorretti Ruben è uno dei pochi personaggi che tenta un percorso di riabilitazione, per spurgare anima e corpo dalle sostanze che lo infestano e corrompono. Ruben non è soltanto un “dio” alimentato ad alcool e droghe ma un essere umano con gravissime dipendenze da sostanze nocive e illegali che cerca di brancolare nel buio dei suoi ricordi frammentati da vuoti assoluti e flashback di brutalità disumana. L’epica del suo racconto non deriva dal fatto di sconfiggere l’antagonista di turno bensì di abbandonare la sua controparte “super” per essere un umano qualsiasi pur di non danneggiare la sua ex fidanzata o altre persone innocenti. Eppure nonostante tutta la sua buona volontà Ruben dovrà essere ancora una volta strafatto, essere un supereroe inebriato del suo stesso potere oltre che dall’alcool, distorto dalla sua tirannia interiore e dalle droghe; perché per salvare la Terra bisogna essere maledettamente marci. Ah, le tavole sono super, davvero.
Jupiter’s Legacy
Ecco l’ennesimo fumetto superoistico che diventa una serie TV (Netflix, dal 7 maggio 2021, diretta da Steven S. DeKnight), ovvero Jupiter’s Legacy dello straordinario Mark Millar e illustrata con un afflato degno di un film d’azione epico da Frank Quitely e racconta le vite di un gruppo (o forse meglio dire, di una famiglia) di supereroi politicamente scorretti. La genesi del fumetto prende vita in un’isola non distante dall’Africa dove i nostri protagonisti vengono “investiti” da poteri soprannaturali e diventano i difensori della giustizia e formano il gruppo Union che rivaleggia contro super criminali e outsiders. La storia diventa molto più interessante quando si scopre che i poteri sono ereditari e i tipici conflitti genitori/figli mutano a vere sfide intergenerazionali e poi a guerre ideologiche e morali, Mark Millar nelle nuove generazioni di eroi non vede uno revival della golden/silver age o in generale il rinnovarsi di ideali patriottici e filantropici, bensì essi simboleggiano il disfacimento del sogno americano.
Ebbene forse ci siete arrivati, chi può intervenire a salvare l’America se perfino gli eredi dei più grandi e utopistici eroi non hanno voglia di muovere un dito, o addirittura remano contro gli ideali della propria Homeland? Ma naturalmente, i bastardi super-villain, che fungono da cartina di tornasole per mostrare le debolezze e le iniquità di entrambi gli schieramenti. Per questo Jupiter’s Legacy sarà amato da tutti, perché davvero coerente e realistico e ben lontano dai prototipi confezionati degli stereotipi classici. La fine del capitalismo occidentale è alle porte, il resto vi toccherà scoprirlo o con i volumi Panini o con l’imminente serie Netflix.
Supereroi bizzarri, gli outsiders della Doom Patrol
Deformi, osceni, irascibili, violenti, mentalmente instabili, schizofrenici, robot umani, mummie possedute, blob umani e molto altro, la formazione della Doom Patrol è un’accozzaglia bizzarra, grottesca e irresistibile di supereroi politicamente scorretti. A seconda degli sceneggiatori la serie a fumetti diventa sempre più allucinante e complessa, con nemici inusuali e fuori di testa che mettono alla dura prova la sospensione dell’incredulità richiesta ai suoi fruitori. Ed è proprio questo che garantisce successo ai fumetti e alla serie TV targata Netflix.
Gli (anti) eroi di Doom Patrol (come in Umbrella Accademy) sono individui fuori controllo, vengono plasmati a loro volta dai poteri, e non hanno pieno controllo delle proprie facoltà. Difficile difendere l’umanità quanto non si conoscono i propri poteri, i limiti e i misteri che avvolgono il nostro animo, figurarsi collaborare tra tanti membri che formano il quadretto perfetto della famiglia disfunzionale arricchita da molte relazioni amichevoli e intra-familiari a dir poco tossiche. Le storie di Doom Patrol sono visionarie, veri incubi metafisici e ricchissimi di no-sense, soprattutto nella serie di Morrison, e sono in filigrana il ritratto di un’America alle prese con un popolo che non riesce a riconoscersi in niente e a tenere nel proprio cuore qualsivoglia tipo di ideale
The Boys, il capolavoro di Garth Ennis e Darick Robertson
Ho lasciato per ultima la bomba atomica dei supereroi politicamente scorretti, The Boys che insieme a Invincible è un’altra serie TV targata Amazon Prime. Un capolavoro bloody-splatter che rappresenta l’America di Trump (o in nuce, nei fumetti, la sua previsione) controllata dalle multinazionali che a loro volta detengono il coltello dalla parte del manico, ovvero gli stramaledetti supereroi dopati al massimo dal composto V. E va bene, è un mezzo spoiler ma se non conoscete questa parte della storia allora vivete in una caverna. “I ragazzi”, i the boys, sono membri irregolari delle forze speciali statunitensi (dei veri fuori di testa) che devono monitorare e all’occorrenza uccidere i Super che travalicano la giustizia o compiono azioni criminali.
Pervertiti sessuali, sadici, menefreghisti, razzisti, misogini, fascisti, militanti del disordine mondiale, cavie perfette per psicanalisi freudiane, i supereroi politicamente scorretti di The Boys hanno fatto scuola e sono gli emblemi per antonomasia della violenza e dell’abuso di potere. Patinati da una bellezza da “american boy/girl”, i bignamini della nazione, fingono di salvare il mondo e di consegnare alla giustizia i criminali che si macchiano di qualsiasi tipo (e ovviamente meglio uccidere senza un processo che portarli in tribunale). Forse avete capito che sono i nemici di tutta la serie, mentre i “ragazzi” (non proprio dei santarellini) faranno di tutto per fermare questi grandissimi bastardi diventando loro stessi degli ossessionati. The Boys è un capolavoro ed è una cospicua palata di sterco lanciata contro la bandiera a stelle e strisce.