Billie Piper torna a parlare del suo addio a Doctor Who
L’attrice Billie Piper ha senza dubbio un posto speciale nei ricordi dei fan di Doctor Who, essendo stata la prima companion del nuovo corso dello show. Quando, nel 2005, l’alieno più amato del Regno Unito venne riportato sullo schermo da Christopher Eccleston, a Piper toccò il ruolo di Rose Tyler. Un compito non facile, data la popolarità dello show a livello nazionale e globale, che portò diversa pressione sulla giovane attrice.
Proprio quella pressione sembra essere stata il motivo che ha spinto l’interprete, dopo alcune stagioni, a lasciare il ruolo. Questo pur avendo un forte attaccamento al personaggio e alla serie, cosa sembra averla convinta a tornare successivamente in televisione per qualche occasione.
“Per quanto io abbia amato quello spettacolo, amato Rose Tyler, Russell T. Davies e tutte le persone con cui continuo ad avere una rapporto ancora oggi, volevo fare cose diverse. Non mi piaceva la responsabilità di essere una sorta di modello di riferimento”, dice.
Quando Billie Piper disse addio a Doctor Who
L’attrice non ha nascosto quindi un certo rammarico per la scelta. Anche se la pressione dietro al ruolo ha spinto senza dubbio a favore di un addio prematuro. Per la popolarità che Doctor Who ha nel Regno Unito e presso le fasce più giovani di pubblico, essere il companion non è un ruolo facile per gli interpreti.
Nonostante tutto Piper sembra aver mantenuto un ottimo ricordo del lavoro svolto nello show. “È stato fantastico sotto molti punti di vista. Stavo facendo quello per cui sentivo di essere nata”, ha spiegato. “È stato un periodo molto eccitante e soddisfacente della mia vita, perché è stato difficile ottenere un lavoro di recitazione dato il mio passato da pop star prima. E dopo essere stata dipinta come una sorta di “piccola star bruciata” ero lì con Chris (Eccleston, ndr). In realtà, ho dovuto lottare fino a poco tempo fa per cambiare la percezione delle persone, cosa che è davvero fastidiosa e completamente inutile, ma comunque, siamo quasi arrivati qui, quasi vent’anni dopo”.