Robert Kirkman, tra zombie, supereroi e fantascienza apocalittica è un autore da leggere assolutamente
Anche se non avete mai sentito nominare Robert Kirkman conoscete almeno una delle sue opere, ovvero la serie tratta dal fumetto di The Walking Dead. Lo sceneggiatore americano è a dir poco prolifico, infatti uno dei suoi tratti distintivi è di lavorare a più progetti contemporaneamente . Robert Kirkman esordì a inizio 2000 con un fumetto irriverente come Battle Pope, creato insieme all’artista Tony Moore.
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Il successo iniziò a palesarsi nel 2003, dopo l’uscita dei primi numeri di Invincible, la nuova serie a fumetti a tema supereroistico di Image Comics. Negli stessi anni lavorò ad altri fumetti e strappò un ingaggio a Marvel Comics curando la pubblicazione di un numero di Capitan America. Uno degli apici della carriera di Robert Kirkman coincide con la creazione di Skybound nel 2010, un’etichetta semi-indipendente di Image Comics che tutt’ora guida personalmente. La Skybound Entertainment segnò la svolta anche per Image Comics proiettando la casa editrice verso le top leader del panorama fumettistico. Skybound ampliò i suoi progetti anche creando prodotti tratti dai suoi lavori come videogames e sceneggiati televisivi.
Uno dei pregi fondamentali di Robert Kirkman come sceneggiatore risiede nella sua capacità di ritrarre i personaggi. Tutte le sue opere hanno una profonda cifra psicologica. Siano essi lavori più demenziali e violenti o più cupi e introspettivi, Kirkman ha il talento di farci appassionare a tutte le sue creazioni. Inoltre ha una fantasia pazzesca, spazia tra tantissimi generi e si sente a suo agio a lavorare a progetti seriali dalla notevole lunghezza. Kirkman inoltre presta particolare cura al worldbuilding dei suoi universi narrativi rendendoli altrettanto centrali della storia che racconta. In Italia le serie di Kirkman sono edite da Saldapress e ve ne presentiamo 5.
Invincible
La serie supereroistica Invincible è tornata in auge grazie all’adattamento in serie TV trasmesso da Amazon Prime Video. Le gesta del formidabile Mark Grayson sono riconosciute da pubblico e critica come l’apice della carriera di Robert Kirkman. Ben prima di The Boys di Garth Ennis, Robert Kirkman aveva già iniziato a decodificare il mondo supereroistico e aveva fatto conoscere al suo pubblico le nefandezze degli eroi politicamente scorretti. Ma la patina di mistificazione contro gli ideali eroici è solo uno dei tanti temi di Invincible che ha il suo fulcro nel rapporto padre e figlio e le complesse dinamiche familiari e relazionali che possono ruotare intorno alla figura di un eroe.
Nell’universo di Invincible la Terra è costantemente sotto minaccia, per evitare che i suoi abitanti vengano uccisi da mostri marini giganteschi, rapiti da eserciti alieni distopici e semplicemente sopraffatti da criminali con capacità uniche sono state create delle squadre di supereroi. Tuttavia il supereroe più forte della Terra lavora da solo, costui è Omni Man il padre di Mark Grayson un giovane adolescente americano.
Omni Man è un viltrumita, una razza aliena del tutto simile agli esseri umani per aspetto ma i figli del pianeta Viltrum possono volare e avere una forza divina oltre ad altre capacità eccezionali. Purtroppo Mark ha una madre umana e i poteri del padre non sembrano essere stati ereditati, quando un giorno, per puro caso scopre di avere la super forza. Da quel momento Mark diventa Invincible e inizia a collaborare con il Teen Team, uno dei tanti gruppi di eroi che difendono la terra, seppur il più famoso ed efficiente sia I Guardiani del Globo. Un giorno I Guardiani scompaiono e la vita di Mark prende una piega del tutto inaspettata, diviso tra l’essere un eroe, un adolescente e il figlio dell’essere più potente del sistema solare.
In Invincible hanno collaborato due artisti eccezionali. Il curatore dei numeri iniziali della serie è Cory Walker dal tratto originalissimo, pulito ed essenziale a cui subentrò Ryan Ottley, un maniaco del perfezionismo e che ha proiettato Invincible verso vette splatter di ultra violenza.
Robert Kirkman e The Walking Dead
Uscita per Image Comics nel 2003 The Walking Dead è la serie a fumetti che ha rivelato Robert Kirkman al mondo, grazie anche alla trasposizione televisiva del 2010. Ai primi albi lavorò Tony Moore e poi venne sostituito da un altro artista di talento come Charlie Adlard che rese ancora più cupa e claustrofobica l’ambientazione e disperati i personaggi. I grigi delle tavole invece sono curati da Cliff Rathburn.
La storia è molto semplice, il poliziotto Rick Grimes a seguito delle ferite dovute a uno scontro a fuoco viene ricoverato in ospedale. Si risveglia parecchio tempo dopo in una struttura ospedaliera devastata e infestata da strane creature che poi scopriremo essere dei morti viventi. I classici zombie. Rick si organizza, torna a casa e scopre che sua moglie e suo figlio sono scomparsi, credendo che siano ancora vivi il nostro poliziotto si incamminerà verso Atlanta nella speranza di trovarli. Giunto in città una visione catastrofica si palesa ai suoi occhi, Atlanta è colma di morti viventi.
A quel punto Rick viene tratto in salvo da un ragazzo misteriosi e si ricongiunge con un gruppo di sopravvissuti, tra cui sua moglie Lori e il figlio Carl. Da questo momento Robert Kirkman ci fa capire una cosa, noi ameremo tutti i suoi personaggi, gli zombie sono soltanto una metafora e uno sfondo per farci appassionare alle struggenti dinamiche familiari e della sopravvivenza degli ultimi esseri umani.
Saldapress ha stampato diverse versioni per leggere l’opera di Robert Kirkman, dai compendium che raccolgono tutte le storie i alle deluxe, passando per l’edizione raccolta o brossurati. Ultimamente è disponibile la versione a colori in albi mensili con il contributo del colorista Dave McCaig.
Die! Die ! Die! Un Robert Kirkman impazzito
Die! Die! Die! è una miniserie scritta da Robert Kirkman e dallo showrunner di The Walking Dead Scott M. Gimple. Colori e disegni sono di un’altra coppia esplosiva come Chris Burnam e Nathien Fairbairn. C’è da aggiungere che il primo numero di Die! Die! Die! è stato immesso nel mercato totalmente a caso, senza nessun preavviso o campagna di marketing. Ancora prima di essere letto il fumetto è ammantato di follia.
La storia è un mix vincente di spionaggio, violenza, sangue e volgarità gratuita. Come fare a resistere? Durante la presidenza Obama si innesca una guerra-ombra tra diverse agenzie di spie e corporazioni che manipolano le sfere governative, le multinazionali e alte consorzi burocratici, ovviamente grazie all’uso e abuso delle armi. A tessere tutte queste infide trame c’è Connie Lipshitz, manipolatrice abituata a lavorare con i potenti e i subdoli organismi governativi che calpesta a suo piacimento perché ha il coltello dalla parte del manico.
Se Connie ha un obiettivo da eliminare non deve far altro che contattare Paul, lo spietato assassino che fin da giovane coltiva l’arte dell’omicidio. Paul fa parte di una famiglia di assassini prezzolati, tra cui Jhon e George e finirà per scontrarsi con uno di loro durante le guerre tra spie e i vari tradimenti alle loro spalle. Die! Die! Die! Fonde le storie a base di cospirazioni con il super pulp di Tarantino e la suspense dello storytelling thriller a tinte hard boiled. Dal punto di vista grafico il sangue è il colore principale, si vuole una storia esagerata, sensazionalistica ai limiti dello splatter e dell’ipertrofia guerriera. L’avventura messa in atto da Robert Kirkman e Gimple è letale, serrata e piena di fisicità grandguignolesca. Ma la genialità dello script è di mostrare duelli sanguinari quando nell’ombra ci sono attività molto più pericolose.
Oblivion Song
Oblivion Song viene etichettato dallo stesso Robert Kirkman come un fumetto apocalypse adjacent, ovvero una narrazione catastrofica a ritmo alternato perché il disastro sembra coesistere con un mondo normale. L’Oblivion Song è proprio una dimensione alternativa che fagocita la Philadelphia del nostro mondo e imprigiona i suoi abitanti. La trama si basa sul tentativo fallito del governo statunitense di recuperare e salvare i propri cittadini, dopo vari tentativi l’idea sarà abbandonata e solo un pugno di irriducibili soldati e scienziati guidati dall’instancabile Nathan Cole.
Il volume Saldapress oltre alla sceneggiatura di Robert Kirkman ha gli eccezionali contributi artistici di firme tutte italiane. Ai disegni Lorenzo De Felici invece ai colori c’è una favolosa Annalisa Leoni. Uno dei punti di forza del fumetto deriva dal talento di De Felici nel ritrarre le mostruosità delle dimensioni parallele con semplicità e aderenza allo script.
Il tratto essenziale si adegua perfettamente poi ai colori cangianti di Leoni che dipanano un mondo crepuscolare e terrificante. Una grande padronanza del repertorio immaginifico ci permette di visualizzare architetture bislacche, creature organiche ibride e deformi e altri elementi che conducono alla follia.
Outcast
Outcast è l’ennesima opera di Robert Kirkman diventata una serie TV (dopo The Walking Dead e Invincible). Il fumetto è una storia horror dalle forti tinte evocative e drammatiche. Outcast è un’epica di possessioni, il fumetto si apre davanti a uno scenario quasi biblico dove anime immortali si fronteggiano in battaglia. Il protagonista è un outsider, o meglio un reietto emarginato che corrisponde meglio al termine outcast, e il suo nome è Kyle Barnes. Il giovane ha avuto un’esistenza gravemente segnata in tutti i suoi aspetti. In particolare ha sperimentato, inconsciamente, quanto sia doloroso assistere alla possessione delle persone amate.
Per superare il proprio dolore e per salvare altri posseduti Kyle si unirà al Reverendo Anderson che lo accompagnerà in un abisso crudele. Questo è anche merito del disegnatore Azaceta che riesce perfettamente a evocare il male grazie ai suoi disegni e tavole oscure. La storia di Outcast nonostante gli aspetti horror ha una narrazione lenta, più riflessiva che ci fa immedesimare nel protagonista e nei pensieri tormentati. Il centro della storia infatti è Kyle, sullo sfondo ci sia un repertorio visionario e tetro che farebbe pensare a un horror ad alta tensione o un dark fantasy.