La peggiore collection possibile della migliore saga action di tutti i tempi
Ninja Gaiden è un brand che ha totalmente saltato questa generazione, e di questo se ne dispiacciono moltissimi appassionati che, inutile negarlo, non hanno mai avuto un degno sostituto negli ultimi anni, e non ci sono Devil May Cry o action game di Platinum Games che tengano. Ninja Gaiden è sempre stato unico, inimitabile, un connubio quasi surreale tra elementi anche super dissonanti tra loro come immediatezza e profondità, estetica quasi camp e design stilosissimo, tecnica e visceralità, momenti incredibilmente emozionanti e narrativa sterile. Inoltre Ninja Gaiden, in qualunque sua iterazione, è sempre stato sinonimo di azione velocissima, fluida, di controlli precisissimi, di annichilimento completo di qualsiasi momento morto. Insomma, lo avrete capito e non vi annoierò ulteriormente in tal senso, stiamo parlando di videogiochi che rappresentano la storia del loro genere di appartenenza. Questo è il punto di partenza, al netto dei soliti tormentoni negativi che accompagnano la serie: la telecamera sballata, sezioni poco equilibrate e capitoli più claudicanti di altri.
Eppure, dicevamo Ryu Hayabusa si è preso una “generazione sabatica”, è sparito dai radar, lasciando Team Ninja libero di concentrarsi su Nioh, che ad onor del vero eredità dalla serie di Ninja Gaiden molto più di quanto non faccia dai cosiddetti soulslike, a dispetto di quanto dicano le credenze popolari.
Qualcuno però deve aver ricordato a Team Ninja non solo dell’esistenza di un certo shinobi vestito di nero parcheggiato in panchina da troppo tempo, ma anche dell’attuale impossibilità di giocarlo nella maggior parte degli hardware in circolazione, salvo recuperare gli originali in digitale grazie alla retro compatibilità di Xbox. Nasce quindi la Ninja Gaiden Master Collection, un pacchetto irrinunciabile se avete amato la saga in passato e non avete modo di rigiocarla nei sistemi moderni, ma che è invece lo è assolutamente se siete tra i possessori di Xbox e potete recuperarli come detto poco sopra. Perché questa premessa? Perché sebbene dal lato contenutistico ci troviamo di fronte ad un’offerta a dir poco straripante, sul fronte concettuale della riproposizione dei titoli c’è davvero di che indispettirsi. Il motivo è presto detto, si poteva fare MOLTO di più. Partiamo dal macroscopico: la selezione dei giochi NON rappresenta il meglio della saga.
Nello specifico: Ninja Gaiden Sigma non è male, è molto federe al primo fantastico NG, ma opta comunque per diversi accorgimenti e tagli che lo rendono diverso dalla formula originale. Si è tagliuzzato qualcosa per rendere più snelli alcuni passaggi ma siccome non cambia più di tanto essendo la natura adventure esplorativa sempre il perno della struttura di gioco, tanto valeva inserire nella collection un bel Black. Ma ok, il Sigma lo accettiamo, in fondo staccare con Rachel tra un livello e l’altro non è male e il team di sviluppo si è ritrovato gli assets ritoccati dall’epoca in cui uscì il gioco, possiamo quindi capire la scelta. Ninja Gaiden 2 Sigma però, è senza ombra di dubbio diverse spanne sotto la versione liscia del gioco. Ci sono dei lati positivi in questa versione, non possiamo negare che a tratti è più bilanciato né che la possibilità di usare Ayane, Momiji o Rachel nelle modalità aggiuntive sia qualcosa di piacevole, visto che il gameplay è sempre stellare. Ma il gioco ha un altro ritmo, è meno viscerale, frenetico, aggressivo (la difficoltà è drasticamente ridimensionata), violento e adrenalinico. E non è solo un problema di censure (per quanto queste rendano i combattimenti molto meno spettacolari), ma proprio di aver impoverito tanti momenti pensati da Itagaki, spesso un po’ fuori di testa, è vero, ma che davano a Ninja Gaiden 2 il carattere che aveva.
Quindi per carità bello sì anche il secondo Sigma, non serve ribadire l’ovvio, parliamo di giochi che giocati OGGI si mangiano a colazione praticamente il 99% dei colleghi usciti in tempi più recenti (e non dico il 100% solo per non sembrare troppo di parte), ma Team Ninja, davvero dobbiamo giustificare la cosa con il fatto di aver perso i codici sorgenti dei vostri giochi? Possiamo farlo, ma l’amaro in bocca non viene via comunque.
Per Ninja Gaiden 3, il discorso è altrettanto complesso, per il sottoscritto quanto meno, mentre sarà sicuramente più scontato per gli altri. Ninja Gaiden 3 è odiato dai fan della saga da sempre, orfana di Itagaki, la trilogia viene conclusa da Hayashi, con un capitolo fortemente diversificato rispetto al primo, peggiore, lo ammetto, se si devono tirare le somme, ma non per questo brutto. Ninja Gaiden 3 era molto asciugato rispetto al passato, per certi versi semplificato, ma che a parere mio funzionava lo stesso, era dignitosissimo, seguiva giustamente l’attitudine di un autore diverso che non cercava per forza di scimmiottare quanto visto in precedenza. Ed era un titolo con la sua personalità, il suo stile, le sue meccaniche interessanti, come la steel on bone.
Razor’s Edge, presente nella collection, è la versione del terzo capitolo che rinnega un po’ tutto per tornare ad assomigliare ai vecchi episodi in maniera più incisiva, quindi una valanga di contenuti aggiuntivi tra armi, progressione delle skill sbloccabili (a parer mio inutile), ancora più personaggi con cui crogiolarsi in battaglie extra (la new entry è Kasumi) e diversi cambiamenti proprio al ritmo di gioco e alla struttura dei combattimenti, tra cui un riscrittura del funzionamento dello steel on bone. Una versione migliore del gioco? Forse. Ma ecco il problema. Ninja Gaiden Sigma, Sigma 2 e Razor’s Edge non rappresentano l’evoluzione naturale della saga, che venne contraddistinta da 3 titoli molto molto diversificati tra loro, e che sarebbe stato bellissimo riscoprire e rigiocare (soprattutto il secondo). Nella collection troviamo invece le tre versioni dei suddetti che in qualche modo con le loro modifiche, togliendo e aggiungendo caratteristiche, andavano ad omologarsi di più tra loro, mantenendo senza dubbio tanto del buono dei singoli capitoli, e aggiungendo anche cose interessanti se consideriamo gli extra, ma togliendo così molta dell’autorialità dei singoli prodotti.
Quindi una selezione che delude e va ad unirsi ad una pigrizia quasi imbarazzante con cui sono stati riproposti questi giochi. Sono in alta risoluzione, hanno 60 fps stabili, ma dobbiamo veramente bearci del minimo sindacale? Perché per il resto non si possono nemmeno definire rimasterizzazioni quasi, sono porting a tutti gli effetti. Non hanno toccato NULLA del codice originale quando ancora una volta, con pochissimi accorgimenti potevano fare tanto. La cosa più assurda che mette in luce proprio la pochezza di impegno di questa operazione sono i caricamenti che interrompono il gioco mentre si esplora in Ninja Gaiden Sigma. Un gioco praticamente di 3 generazioni su hardware odierni che deve caricare il livello mentre lo esploriamo. Ho detto tutto.
Nonostante questo, se amate il genere, questa collection con le sue decine e decine di ore di divertimento rappresentano un acquisto praticamente obbligatorio per gli amanti del genere d’azione, in quanto il DNA di Ninja Gaiden rimane qualcosa di inossidabile e sempreverde. Che dire, la vita è bella anche per le sue contraddizioni.