A quattro anni dall’ultimo film della serie, Spiral – L’eredità di Saw riesce a rinnovare la saga dell’enigmista grazie a delle nuove interessanti idee
Sin dal suo esordio di diciasettenne anni fa, la saga dell’enigmista non è mai stata in grado di proporre del “grande cinema”. Si tratta di film a basso budget, girati in poco tempo e con poche idee buone ma riciclate all’infinito. E va bene così, un film di genere non deve per forza vantare di altissime pretese produttive. Eppure, con Spiral – L’eredità di Saw (Spiral: From the Book of Saw), Lionsgate sembra voler alzare il tiro e proporre sul grande schermo un reboot della serie più meditato e distintivo.
Ma prima, un attimo di contesto.
Tutto inizia nel 2004 con Saw – L’enigmista, film horror indipendente diretto da un giovanissimo James Wan e scritto e interpretato da un acerbo Leigh Whannell. Il concept era tanto semplice quanto geniale: un serial killer rapisce le persone e le fa partecipare a dei giochi dove in ballo c’è la loro vita. Le famose frasi “voglio fare un gioco” e “vivere o morire, fai la tua scelta” sono ormai diventati iconiche all’interno del panorama horror. Jigsaw non uccide direttamente le proprie vittime, ma lascia che siano loro a decidere del proprio destino. Certo, sì tratta di scelte difficili e molto spesso ingiuste (tipo il doversi cavare un occhio per recuperare una chiave che garantisce la libertà), e sono senza dubbio sintomo di un distorto senso della morale.
La cosa diverte dei Saw erano sicuramente le ingegnose trappole che, film dopo film, soddisfacevano a pieno la voglia di gore e splatter dello spettatore. Delle storie assai basilari (e spesso stupide) contornavano il tutto e impacchettavano una serie cinematografica che, il più delle volte, volte sfociava nel trash. La maggior parte dei Saw non sono dei bei film, nonostante il primo capitolo abbia lanciato la carriera di due incredibili cineasti del genere horror come James Wan (The Conjuring, Aquaman) e Leigh Whannell (L’uomo invisibile).
A otto anni dalla conclusione della serie originale, e quattro dal mediocre Saw Legacy dei Spierig Brothers, l’enigmista torna al cinema con Spiral – L’eredità di Saw, diretto da Darren Lynn Bousman, ossia un vero e proprio veterano del franchise.
Una nuova svolta per Chris Rock
Leggenda vuole che sia stato lo stesso Chris Rock, attore noto principalmente per i suoi ruoli comici, ad aver proposto l’idea per Spiral – L’eredità di Saw al vicedirettore della Lionsgate durante un matrimonio di un loro amico in Brasile. Chris Rock è infatti da un po’ di tempo che sta cercando di distaccarsi dalla propria reputazione di commediante, per passare a ruoli a decisamente più seri (come nell’ultima stagione di Fargo). Ad accompagnarlo in Spiral troviamo anche il volto noto dell’onnipresente Samuel L. Jackson e del giovane e talentuoso Max Minghella (The Handmaid’s Tale).
E Chris Rock riesce nel suo intento di far dimenticare al pubblico il suo passato da stand-up comedian, e porta su schermo l’interpretazione convincente di un poliziotto che affronta il ritorno per le strade delle trappole dell’enigmista. Se John Kramer (vera identità del primo Jigsaw) sottoponeva ai propri giochi persone che secondo lui avevano “sprecato il dono della vita” (dai tossicodipendenti alle prostitute), il serial killer di Spiral prende di mira specificatamente agenti di polizia corrotti, facendo in questo modo una critica abbastanza diretta al sistema delle forze dell’ordine statunitense.
Se il primo Jigsaw dimostrava di possedere dei valori prettamente moralisti, il suo erede è convinto di star intraprendendo una vera e propria battaglia sociale contro chi, giorno dopo giorno, abusa della propria posizione. Questo è il primo punto che rende Spiral – L’eredità di Saw un film nettamente più interessante dei suoi predecessori. Ci mette, anche se solo per pochi minuti, nei passi dell’assassino e ci fa domandare l’effettiva validità delle sue terribili azioni. Lo stesso protagonista sviluppa una sorta di conflitto interiore dopo che inizia ad assistere alla morte dei suoi colleghi che per anni l’hanno maltrattato e ostracizzato con la loro indifferenza. Non si meritano una punizione per aver ucciso persone disarmate e mandato in galera gente innocente? Chi interviene nel momento che è la giustizia stessa ad essere corrotta? Sono domande interessanti che Spiral metto sul tavolo, e giocano a favore di una storia di maggior spessore contenutistico rispetto a qualsiasi altro film dell’intera serie.
Questi dubbi morali non vengono (ovviamente) esplorati a fondo. Si tratta pur sempre di un film di genere, e si capisce sin da subito che non è l’obiettivo del film cercare di analizzare tematiche filosofiche sulla morale e la giustizia. Ma non per questo non si deve riconosce all’opera la capacità di saper “parlare” di qualcosa che vada oltre al semplice torture porn a cui siamo abituati.
E a proposito di torture, le trappole dell’enigmista a questo giro riescono a reinventarsi e a mostrarsi realmente pericolose. La posta in gioco è molto alta, e i sacrifici richiesti non sono affatto da poco. Il regista Darren Lynn Bousman è stato in grado di aggiornarsi e di portare in scena uno stile di regia decisamente più incisivo e interessante. Nonostante il budget del film sia più o meno lo stesso degli altri film di Saw, per la prima volta non si ha l’impressione di star guardando un film di serie Z. Una caratterizzazione tematica più articolata, un cast di attori talentuosi e uno stile visivo distintivo rendono Spiral – L’eredità di Saw il film più affascinante della saga dell’enigmista.
Ma attenzione, il fatto che sia il film più affascinante della serie non significa che ci troviamo di fronte a un capolavoro del genere, tutt’altro. La trama è raffazzonata, certi passaggi sono poco chiari e qualche punta di trash ancora rimane.
Spiral è un film che rappresenta molte cose per le molte parti coinvolte. Per Chris Rock è un modo per far prendere più seriamente al pubblico la sua carriera d’attore, per il regista Darren Lynn Bousman è un modo per tornare sul franchise che l’ha lanciato per provare a cambiare le carte in tavola, e per il fan di Saw è un modo andare al cinema per rivedere un vecchio amico ormai dimenticato.
Spiral – L’eredità di Saw non è un film grandioso, ma è lo stesso un’operazione da non sottovalutare e che nel tempo potrebbe portare a dei seguiti per nulla scontati.