Dopo tantissima attesa, Demon Slayer Mugen Train, il film che ha battuto tutti i record possibili in Giappone, è finalmente arrivato anche in Italia
È stata l’opera che ha infranto ogni record quest’anno.
Un manga concreto, raffinato, dalle tinte antiche e dai sapori lontani. Un anime eccezionale, con effetti incredibili, animazioni irreali, e un lavoro di Ufotable capace di mettere in secondo piano persino lo studio Mappa.
Finalmente, con un anno di ritardo, arriva l’incredibile secondo atto della creatura di Koyoharu Gotoge: Demon Slayer The Movie: Mugen Train (Dal 13 Luglio su Prime Video).
Dopo la prima stagione di Demon Slayer, ci eravamo lasciati con Tanjiro, Inosuke e Zenitsu, prossimi a salire sopra un treno verso l’ignoto. La missione li metterà dinnanzi a nemici ancor più formidabili di quelli incontrati sino ad ora, ma per loro fortuna, ci sarà un alleato nuovo dalla loro parte: Rengoku, il pilastro del fuoco.
Ed è quest’ultimo il cuore pulsante del film, nonché scintilla che incendierà i cuori dei nostri protagonisti. Rengoku è un personaggio lineare, nonostante una profondità di scrittura affascinante che si riesce ad aprire a noi in poco più di due ore di proiezione.
Il pilastro del fuoco ha un animo incendiario, un cuore ardente, e uno spirito infuocato. Un elemento positivo e costantemente votato a gesti eroici, pronto ad accendere il nostro spirito con discorsi degni del miglior Erwin Smith o All Might.
Demon Slayer Mugen Train è un titolo che, nonostante la sua linearità, ha delle diramazioni affascinanti e ben studiate. L’abilità di Gotoge, ormai, è chiara a tutti quanti, e i richiami al folklore giapponese, permeano nel contesto del treno. Un arco narrativo, così breve, viene comunque dotato di un animo ben definito e che gli permette di essere ampiamente riconoscibile nel marasma delle produzioni a lui affine.
Forse, l’unica vera pecca, è (breve accenno per evitare qualsiasi forma di spoiler), l’aver messo così tanti elementi in così poco tempo. Paradossalmente, Mugen Train, sarebbe risultato efficace anche con una mini stagione, ma lo portiamo comunque a casa in formato di lungometraggio e ne rimaniamo ampiamente soddisfatti.
L’aspetto fondamentale di questa produzione, oltre ad un ritmo devastante, sono tre elementi.
Il primo, che è già saltato all’occhio più volte durante la prima stagione, è la sua ottica orrorifica. Demon Slayer Mugen Train è un’avventura horror in tutto e per tutto, ma non ha solo riferimenti alla cultura dell’orrore nipponico, ma sfrutta anche artifici occidentali, facilmente riscontrabili nelle caratteristiche principali del villain Enmu, demone capace di sfruttate i sogni a proprio vantaggio.
Il secondo, cosa che senza dubbio farà molto piacere ai fan più accaniti, è l’incredibile spazio dato a Inosuke. Il folle ammazzademoni mascherato, è stato uno dei personaggi più amati di tutta la prima stagione, nonostante le poche volte a disposizione per potersi mettere in mostra. In questo film, fortunatamente, sarà una pedina fondamentale per lo sviluppo della trama, e avremo modo di poter godere appieno di tutte le sue capacità più stravaganti.
Ultimo elemento che va assolutamente approfondito, nonostante fosse più che scontato, è l’incredibile lavoro svolto dal compartimento grafico e sonoro di Ufotable e Aniplex. Gli scontri di Demon Slayer Mugen Train sono di una qualità assurda e, dopo qualche piccolissima sbavatura della prima serie (la risoluzione che poteva essere ottimizzata solo su determinati schermi), ci offre un’esperienza ancora più importante.
Memorabile la battaglia “finale” dell’opera. Uno scontro talmente avvincente e ricco di picchi di narrazione epica, tale da metterlo al livello di alcuni dei combattimenti più iconici degli ultimi anni dell’animazione giapponese.
Il film di Demon Slayer, in sostanza, oltre ad essere uno snodo fondamentale ai fini della trama globale dell’opera di Gotoge, è un costante omaggio alla cultura nipponica. Sia sotto l’aspetto folkloristico, che cinematografico.
La sua profondità di scrittura accompagna Tanjiro durante il suo viaggio e permette allo spettatore di poter vedere sullo schermo un eroe che riesce a distaccarsi dagli stereotipi della sua generazione, potendo camminare da solo nella tempesta.
La regia di Haruo Sotozaki (che prosegue il suo lavoro con l’opera) è di una qualità importantissima. I movimenti di “camera” seguono in tutto e per tutto i nostri protagonisti, donando al film una dimensione spaziale multi direzionale e, di conseguenza, un dinamismo eccelso, messo ancor più in mostra durante le scene di combattimento.
Quando il Maestro Miyazaki disse “Demon Slayer è il mio rivale”, con ogni probabilità, non si stava riferendo solamente all’aspetto di apprezzamento del pubblico e di vendite (è ben nota la sua avversione al mercato odierno), ma bensì anche alla capacità di un’opera (di base un battle shonen) in grado di unire una scrittura leggera, avvincente e ricca di rispetto per la cultura giapponese, con una qualità di animazione unica nel suo genere.
Con Demon Slayer The Movie: Mugen Train, siamo riusciti ad arrivare a una conclusione, il presente, e il futuro, degli shonen è assolutamente in bune mani.