Accuse di intimidazione ai lavortatori e repressione dei rapporti col sindacato: si complica la situazione per Activision-Blizzard.
“Potrebbe andare peggio: potrebbe piovere” diceva Igor in una celebre scena di Frankenstein Jr: chissà se in Activision-Blizzard qualcuno ha mai seguito il lavoro di Mel Brooks. Perché, di certo, quando piove diluvia sopra la sede di Santa Monica. Dopo gli scandali emersi in estate, sembra che gli argini si siano rotti e nuove accuse stiano venendo fuori poco alla volta.
L’ultimo male uscito dal vaso di Pandora noto un tempo come Activision-Blizzard sarebbero delle accuse pesantissime mosse dai lavoratori: intidimidazioni e repressione dei rapporti sindacali. Queste le motivazioni che hanno spinto un gruppo di impiegati dell’azienda a fare causa ad Activision.
Le nuove accuse ad Activision-Blizzard: scoppia un nuovo caso?
La nuova causa, presentata al National Labour Review Board dal collettivo di lavoratori ABetterABK in collaborazione con la Communications Workers of America, sostiene che Activision-Blizzard “stia impiegando pratiche di lavoro sleali” volte a violare le leggi previste sui rapporti di lavoro.
“Il management di Activision Blizzard sta usando tattiche coercitive per tentare di impedire ai suoi dipendenti di esercitare i loro diritti di unione sindacale e chiedere un posto di lavoro più equo, sostenibile e diversificato”, ha scritto la CWA nel comunicato stampa che annuncia l’azione legale. “È loro diritto come lavoratori organizzarsi per un ambiente di lavoro libero da abusi, discriminazioni e molestie sessuali, e questo diritto è protetto dalla legge federale sul lavoro”.
Stando a quando emerso Activision si sarebbe macchiata di una serie di reati. Tra questi avrebbe “minacciato i dipendenti di non poter parlare o comunicare di salari, orari e condizioni di lavoro” e impedito loro di “comunicare o discutere le indagini in corso su salari, orari e condizioni di lavoro”. Inoltre la società avrebbe “mantenuto una politica repressiva dei social media”. Ultimo aspetto, non meno grave, la compagnia avrebbe danneggiato le fasce di lavoratori protette dalle leggi dello stato della California.
Insomma, gli scandali continuano. E il diluvio pare appena essere cominciato.