Darling in the Franxx: il controverso anime torna a far parlare di sé
Il 2018 è stato, per i fan degli anime, un anno pieno di prodotti spettacolari. Moltissimi degli anime usciti in quell’anno sono entrati nel mainstream degli show più apprezzati degli ultimi tempi – basti pensare a colossi come Devilman Crybaby, Banana Fish e Aggretsuko. Darling in the Franxx ha fatto anch’esso molto parlare di sé, ma per motivi diversi: questo anime, frutto della collaborazione tra studio Trigger e A1 Pictures, ha lasciato il segno come prodotto animato più controverso dell’anno. In occasione dell’uscita in Italia del suo omonimo manga, oggi andremo a dare uno sguardo più da vicino a questo anime che oggi sembra essere stato dimenticato da molti.
La trama di Darling in the Franxx: tra il romance e il mecha
Innanzi tutto, per i meno addetti ai lavori, di cosa parla Darling in the Franxx? La storia è ambientata in una società post-apocalittica costituita da umani che vivono in fortezze mobili chiamate plantation. Per difendersi dagli attacchi dei stridiosauri, enorme creature che provengono dalle viscere dellla terra, sono stati costruiti enormi robot dalla forma umana chiamati, appunto, Franxx. Per pilotarli serve una coppia di ragazzi giovani, maschio e femmina. Il protagonista, Hiro, è uno dei membri a difesa della sua plantation, ma i suoi risultati non sono decisamente i migliori. Un giorno, incontra Zero Two, una misteriosa ragazza dotata di corna capace di pilotare un Franxx da sola. Dopo averla aiutata in un frangente pericoloso, la ragazza decide di fare squadra con lui e chiamarlo il suo “darling”.
Gli “omaggi” a Evangelion
Nonostante il mecha sia un genere abbastanza limitato nelle sue applicazioni – dopotutto, dove c’è un robot gigante ci sono altrettanti elementi giganti da combattere – è particolarmente evidente che in Darling in the Franxx siano presenti innumevoli riferimenti a Evangelion. Solo nella sinossi abbiamo i seguenti elementi simili: robot enormi e umanoidi, piloti esclusivamente giovanissimi, un’ambientazione post-apocalittica e così via; per non contare il format del “mostro della settimana”, le biomacchine e molto altro. Nonostante le similitudini siano innegabili – in alcuni casi, le scene vengono proprio ricopiate – questa pesante ispirazione a Evangelion prende un drastico turno quando si prendono in considerazione gli elementi assurdi aggiunti dallo Studio Trigger.
Immaginatevi, dunque, le premesse di un mecha come Evangelion, ma aggiungendo lo stile e i twist dello stesso gruppo di persone che hanno creato Kill la Kill e Gurren Lagann e avrete più o meno una vaga idea di cosa sia Darling in the Franxx. Per quanto non sia possibile separare del tutto le due serie, è tuttavia doveroso notare i punti in cui esse divergono; uno tra tutti l’aspetto dei mecha che, mentre in Evangelion si rifà alla mitologia giapponese, nel caso di Darling in the Franxx hanno la forma di ragazzine. In DITF i robot vengono pilotati da una coppia di ragazzi, al contrario degli Eva che necessitano di solo un pilota e, a proposito di piloti, la psicologia dei protagonisti delle rispettive opere è decisamente diversa.
L’appeal di Darling in the Franxx è da individuare nelle relazioni tra i personaggi
L’elemento di attrattiva di questo prodotto erano le relazioni interpersonali tra i personaggi. Nonostante le premesse, quello su cui lo show si concentra all’inizio sono le relazioni tra i vari personaggi piuttosto che sull’elemento action, comunque curatissimo e accattivante quando si palesa. Darling in the Franxx aveva dato l’idea di essere un anime in cui era presente, sì, una quantità spropositata di allusioni; ma che avrebbe anche guardato al tema del desiderio sessuale attraverso lenti decisamente più serie. Infatti, nella società in cui vivono i personaggi, la maggior parte della popolazione è sterile e sono stati eradicati tutti i riferimenti e l’educazione in ambito di sessualità e scoperta del proprio corpo, percependo il sesso e la scoperta del proprio corpo come qualcosa di impuro e un intralcio alla difesa della loro fortezza.
Un’occasione mancata: il setup di Darling in the Franxx
I personaggi sono quindi completamente inconsapevoli dei cambi che la pubertà porta con sé, dell’attrazione verso un’altra persona, come funziona il proprio corpo, come nasce un bambino e cose del genere – questo perché sono stati cresciuti come armi per difendere le plantations. Si necessitava che fossero fertili, ma senza eventuali complicazioni che una gravidanza o comunque delle relazioni carnali avrebbero potuto comportare. Purtroppo, però, l’elemento del forzato puritanesimo e della demonizzazione del desiderio sessuale viene solo toccato di sfuggita. Erano presenti tutte le premesse per imbastire un ottimo commentario sociale, specialmente vista la dicotomia con le palesi allusioni di certe scene. Sarebbe stato davvero interessante vedere affrontato questo tipo di tema, ancora di più dal punto di vista del Giappone, famoso per racchiudere all’interno della propria società sia una rigidissima divisione tra i sessi – che sta portando ad un’estraneazione sempre più drastica – sia una produzione mediatica in cui spadroneggiano sessualizzazione e fanservice.
La svolta inaspettata di Darling in the Franxx getta gli spettatori nella confusione più totale
Arriviamo ora al punto di svolta della serie: quando mancano appena una manciata di episodi alla fine della serie, sembra verificarsi un vero e proprio tiro alla fune tra i produttori. Nel giro di poco tempo la trama viene completamente ribaltata, viene impiegato un intero episodio per fare infodump sullo spettatore e veniamo sbalzati da quello che era lo sfondo di un’ambientazione post apocalittica con focus sulle relazioni interpersonali tra i personaggi a una vera e propria battaglia galattica interplanetaria. Questo fatto, unito all’annullamento della caratterizzazione di alcuni personaggi, da’ allo spettatore l’impressione di star guardando una serie completamente diversa, come se avessero tentato di incastrare il contenuto e lo sviluppo di un’intera stagione in tre episodi o poco più.
Il modo in cui è stato gestito il tutto non aiuta: nonostante stessero cercando di impostare un’atmosfera triste e malinconica con il contesto degli avvenimenti, tutta la tensione crolla quando decidono di fondere un’astronave a Zero Two, con tanto di capelli, pelle e trucco. Un po’ alla “finale di Gurren Lagann”, se vogliamo, con la differenza che nella serie appena citata un elemento del genere non risulta fuori posto visto i precedenti della serie. Darling in the Franxx, invece, passa da un volubile teen action drama, a una guerra interplanetaria dai toni seri, a questo. Abbastanza estraniante.
Antagonisti deludenti: l’ennesimo inciampo
Un altro punto debole della serie è uno di quelli che, generalmente parlando, crea o distrugge un franchise: i suoi villain. Come Thanos ha portato sulle proprie spalle Infinity War e Endgame, se non si ha un buon villain in una storia che lo richiede, l’apprezzamento ne risentirà particolarmente. Purtroppo, nel caso di Darling in the Franxx, nella prima metà gli unici elementi che si avvicinano a creare conflitto sono gli screzi tra i personaggi. Il dramma romantico viene esasperato, fino a far diventare i triangoli amorosi l’elemento di tensione nella trama.
Nella seconda metà, invece, si delineano dei villain più convenzionali, ma gestiti anch’essi in modo non soddisfacente. Mentre alcuni sembrano del freddi pretesti di trama, quasi degli deus ex machina su cui ci si fa ancora oggi molte domande, altri sembravano promettere rivoluzioni con la loro aura di mistero, per poi capitolare a cliché sempliciotti e generalisti, come uno scienziato pazzo che giustifica le sue azioni con il suo ateismo. Come se non fosse abbastanza il continuo accostare dell’ateismo alla amoralità, il tutto viene condito da un passato tragico che di tragico ha solamente il lampante e freddo bisogno di dare una motivazione emotiva al villain per commettere i suoi crimini. Visto, rivisto e, in questo caso, gestito pure malissimo.
Worldbuilding insensato: quando alla fantascienza manca il fattore scientifico
Forse uno degli elementi più deludenti di questa serie, visto anche il suo potenziale. Il mondo di Darling in the Franxx si basa su presupposti logicamente impossibili e, se ci si pensa un momento, spezza tutta la magia del patto narrativo. Non ne parlo in dettaglio per evitare gli spoiler, ma se si vuole scrivere una sceneggiatura fantascientifica, sarebbe come minimo consigliabile dare un occhio di riguardo all’elemento scientifico e assicurarsi che gli elementi inseriti siano logici e almeno vagamente possibili da un piano teorico. Non solo, ma gli infodump a cui lo spettatore è spesso sottoposto narrano di cambiamenti sociali accaduti in un arco di tempo troppo limitato per essere credibili.
Una sceneggiatura pigra e potenziale sprecato: i buchi nell’acqua di Darling in the Franxx
Uno dei motivi che rese Darling in the Franxx uno degli anime più controversi dell’anno fu non solo la sua incapacità di capitalizzare e sfruttare i propri personaggi al meglio – nonostante un character design e delle premesse accattivanti. Purtroppo, mentre alcuni personaggi hanno compiuto uno sviluppo caratteriale – amato o meno dal pubblico, non importa – altri sono rimasti incastrati in semplici ruoli di contorno, delle macchiette che non hanno apportato un effettivo impatto sulla trama. Ci sono dei singulti di vita in alcuni momenti cardine, come per esempio quando un personaggio scopre la sua attrazione omosessuale verso un’amica, oppure quando una delle ragazze trova un libro che accenderà in lei il bruciante desiderio di avere un figlio e diventare madre. Purtroppo, tutto questo a volte porta i personaggi ad essere limitati ad una singola caratterizzazione a testa. Altri, come per esempio Zero Two, vedono il loro carattere e sviluppo annullato o messo in pausa in favore di un’esposizione forzata del worldbuilding, per poi tornare in vita per il finale.
Un ritorno col botto: il manga torna a far parlare della serie
Nonostante i suoi difetti, questa collaborazione tra Studio Trigger e A1 Pictures è riuscita a costruirsi uno zoccolo duro di fan che ha continuato ad apprezzarla per tutta la sua messa in onda. È innegabile che in certi punti riesca a costruire dei momenti di pathos davvero coinvolgenti. Nonostante alcuni personaggi siano stati esplorati poco, sono riusciti a catturare l’attenzione del pubblico con la loro chimica. Ai fan più affezionati farà quindi piacere sapere che è da poco uscito il primo volume del manga italiano di Darling in the Franxx, edito in italia da Star Comics!