In questi anni League of Legends è entrato prepotentemente nell’immaginario comune, a Netflix, con Arcane, spetta l’annoso compito di portare in vita personaggi con un oscuro passato
L’universo di Runeterra ha deciso di mostrarci i suoi segreti, tra tecnologia steampunk di Piltover, lotte chimiche tra le strade di Zaun e rimandi alla magia del Freljord, le emozioni provate con Arcane sono state una continua scoperta.
Piltover, il regno della scienza, dove innovazione e rettitudine innalzano, di pari passo, la società al di sopra dei bassifondi zauniti.
Le strade però parlano, gorgogliano, si ribellano, e 4 giovani ragazzi decidono di farsi portavoce del malcontento comune e di trovare il proprio posto nel mondo. A capeggiare questo bizzarro gruppo troviamo Vi e Powder, due sorelle rimaste orfane in seguito a vecchie rivolte cittadine.
In questi primi tre episodi di Arcane (Netflix ha optato per una cadenza di 3 puntate a settimana) esploriamo un mondo che, sin da subito, crea una fascinazione profonda nello spettatore. Le strade e i grattacieli di Arcane prendono vita sotto i nostri occhi, sia per un’animazione di altissimo livello, sia per un art design che ci pone una palette cromatica raramente vista oggigiorno. L’immaginifico di League of Legends permea in questa produzione di Netflix, donandoci una creatura ricca di sfumature e carisma. Non solo per il sopracitato aspetto visivo (che comunque merita lodi a più riprese), ma soprattutto per un livello di scrittura concretamente maturo.
Morte, abbandono, faide, lotta, rivalsa sociale. In Arcane gli archetipi che caratterizzano la società contemporanea, nonostante la necessaria sospensione dell’incredulità, riescono a trasparire perfettamente. L’opera ha una narrazione fluida e ci dona molto più di quanto potessimo aspettarci, ponendo la produzione della N rossa adeguata per un pubblico incredibilmente vasto. La complessità dello script non è da ricercare nello sviluppo della fabula (poche novità rispetto alle serie degli ultimi tempi), ma nella narrazione sociale che contestualizza la caratterizzazione dei personaggi.
Powder, Vi, Jayce, Caitlyn e tutti gli altri protagonisti, vengono analizzati dettagliatamente sin dalle proprie origini. Riuscire a svelare ancora qualcosa di celato all’interno del macroverso di League of Legends, dopo anni di fumetti, libri e sviluppi della lore in game, era una sfida degna di poter essere affrontata, ma ricca di insidie. Netflix con Arcane supera questo scoglio e ci dona qualcosa di più.
Arcane è un prodotto articolato che giova, senza ombra di dubbio, delle numerose contaminazioni di genere. Il fascino dello steampunk e del weird si celano dietro ogni fotogramma. La produzione, però, non si limita a prendere in prestito l’immaginario, ma lo eleva ancor di più. L’accademia di Piltover e il consiglio cittadino, ad esempio, sono perfettamente contestualizzati e fanno trasparire il substrato sociale che lega i rapporti tra politica e la scienza (rappresentata dal geniale Heimerdinger).
Da sottolineare tutte le scene action. Il genere di Arcane, per la moltitudine di temi e argomenti narrati in soli tre episodi, è così vasta da impedire una chiara inquadratura negli schemi della serialità, ma le sequenze d’azione rubano la scena.
Violet e i suoi amici sono potenti e perfettamente animati. La palette switcha improvvisamente i canoni che aveva posto pochi minuti prima, e ci proietta in un altro mondo, e poi in un altro, e un altro ancora. A chiudere la cornice artistica è la colonna sonora curata dagli Imagine Dragons assieme a JID, i quali, con la loro Enemy, ci portano perfettamente nell’universo di flashback e flashforward di una giovane Jinx.
Scegliere quale regione rendere protagonista, dal macroverso di LOL, sarà stata dura, ma Arcane ha centrato perfettamente l’obiettivo.
Netflix, con Arcane, mostra tutto il suo potenziale, portando la serialità animata su un altro livello. Il piano dello streaming ha un nuovo padrone, perché la qualità ha alzato la propria asticella.
Arcane è per molti, ma non adatta a tutti. È potente e matura, caratterizzata da una scrittura viva ricca di artifici perfettamente studiati e strutturati. Il compartimento artistico, di grandissimo livello, ci dona una giusta cornice dove poter porre personaggi che riusciranno a entrare nel cuore del pubblico a casa, creando vere e proprie fazioni.
Anche lo studio di portare questo show con una simile calendarizzazione è una scelta che, oltre al mero marketing, ci fa riassaporare il gusto della vera serialità, fatta di attesa, studio, dibattiti e approfondimenti. Emozioni sopite per una serie capace di farcene provare in grandi quantità, in un sali e scendi di avvenimenti proiettati alla rivalsa del singolo sulla società, sulla storia e sulla propria vita.
Una storia nuova che non vediamo l’ora di poter vedere e assaporare nuovamente.