Arriva su Disney Plus Home Sweet Home Alone – Mamma ho perso l’aereo, sesto film della saga Home Alone e reboot del primo di Chris Columbus, ma oltre a tanta nostalgia ci lascia davvero poco altro
Home Alone, conosciuto in Italia col nome di Mamma ho perso l’aereo, è uno dei cult natalizi per eccellenza, e la sola idea di approcciarsi a un reboot di questo tipo fa venire i brividi.
Eppure i film natalizi hanno sempre un certo fascino, ne è una dimostrazione ad esempio il fatto che sui canali in chiaro delle nostre TV vengano trasmessi con regolarità ogni anno anno durante le feste, e lo evidenziano ancor di più le classifiche delle principali piattaforme di streaming nel mese di dicembre, in cui figura costantemente questa tipologia di film.
Ecco allora che l’idea di dar vita al sesto film della saga Home Alone e farlo con una sorta di reboot, appunto, del primo grande successo firmato Chris Columbus, che ci fece scoprire il Kevin McCallister di Macaulay Culkin, può sembrare meno assurdo. Del resto siamo nell’epoca dei rifacimenti filmici, per cui nessuno si scandalizza più.
Ma chi può sostenere l’onere e l’onore di rimpiazzare uno dei personaggi più amati della settima arte, da grandi e piccini? Quando abbiamo scoperto che il nuovo ruolo di piccolo protagonista sarebbe finito ad Archie Yates, tutti abbiamo esultato. È infatti ancora vivo nella nostra memoria il suo Yorki in Jojo Rabbit e se non vi ha fatto sorridere ed emozionare in quel film, allora avete davvero un cuore di pietra.
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Max!
Certo, come detto, sostituire l’iconico Kevin è un’impresa ardua, ma infatti non è questo deve fare Max Mercer – questo il nome del suo personaggio – dal momento che Home Sweet Home Alone – Mamma ho perso l’aereo è un reboot puro, quasi al 100%, totalmente diverso dal primo della saga.
Probabilmente infatti è proprio il titolo, la croce e la delizia del nuovo film di Dan Mazer distribuito in Italia su Disney +, poiché per quanto sia utile il paragone in termini di visibilità e nell’instillare curiosità nel pubblico, diventa deleterio per via dell’impossibilità di raggiungere i picchi di Home Alone, non tanto qualitativamente, ma a livello emozionale.
Lo palesa il fatto che i momenti in cui ci sentiamo più vicini all’opera di Mazer sono propri quelli in cui partono Somewhere in my memory o le altre canzoni della soundtrack di John Debney che richiamano ad Home Alone, in cui la nostalgia ci prende a pallate di neve come fa Hunter McKenzie nel film (Timothy Simons) con suo fratello Jeff (Rob Delaney).
Ma ci si stringe ancor di più il cuore nel vedere improvvisamente sulla scena, in un cameo, Devin Ratray, il terribile fratello di Kevin che interpreta proprio il “se stesso” di 21 anni fa, Buzz McCallister. Ora è un adulto, è un poliziotto, ma per noi resterà sempre il Buzz che faceva temibili scherzi al fratellino.
È rimasto tuttavia a Chicago, perché è di nuovo qui che prende vita il racconto di Mazer.
Anche stavolta, nel marasma generale, la famiglia lascia sbadatamente a casa il proprio figlio il giorno di Natale e si dirige a Tokyo, rendendosi conto del disastro soltanto una volta arrivati a destinazione.
Come Kevin, Max è inizialmente entusiasta di avere la casa tutta per sé, tra TV e dolci a volontà, ma ben presto arriverà qualcuno a rompergli le uova nel paniere.
È qui che iniziano le enormi differenze strutturali tra l’originale Home Alone e Home Sweet Home Alone – Mamma ho perso l’aereo, perché gli avventori che cercano di irrompere nella casa dolce casa del ragazzino non sono ladri, come i leggendari Marv e Harry, ma due genitori disperati.
La storia del film di Dan Mazer infatti si sviluppa contemporaneamente in due differenti filoni: il primo è quello che vede appunto Max dimenticato dalla madre (Carol Mercer, interpretata da Aisling Bea), e il secondo è quello della famiglia McKenzie, col già citato Jeff e sua moglie Pam (Ellie Kemper). Questi ultimi, complice l’improvviso licenziamento del marito, non versano in condizioni economiche esaltanti e si vedono costretti a mettere in vendita la propria casa, alla quale però i loro figli sono molto legati. L’unico modo per fare i soldi necessari a trattenerla è vendere su internet un vecchio e strano bambolotto di Jeff, che vale circa 200 mila dollari, ma in una delle visite dei potenziali acquirenti il pupazzo scompare e i McKenzie ritengono possa esser stato proprio il piccolo Max, dal momento che è entrato in quella casa insieme alla madre.
Questo è dunque il motivo per cui Jeff e Pam si improvvisano ladri ed è anche quello per cui viene meno l’empatia verso Max da parte del pubblico, dal momento che i sentimenti dei McKenzie sono puri e la loro azione spinta da una giusta causa.
Le trappole ordite da Max risultano intelligenti e divertenti, tra cadute e vecchi classici di genere e innovazioni generazionali come il mix di Cola e caramelle alla menta, però in fondo tutto questo sa di già visto e non riesce a entusiasmarci più di tanto.
Come detto in apertura, Home Sweet Home Alone – Mamma ho perso l’aereo è un prodotto che comunque porta con sé un certo fascino, quello tipico dei film di Natale, ma oltre a questo e un’adeguata componente di entertainment c’è davvero poco altro in grado di farci sobbalzare dalla poltrona, come ci riusciva il vecchio Marley.
Home Sweet Home Alone – Mamma ho perso l’aereo è su Disney+.