Caos attorno a Warhammer 40000: Games Workshop costretta a emettere un comunicato contro l’odio razziale in seguito agli eventi di un torneo
Quanto stiamo per raccontare senza dubbio farà discutere i giocatori di Warhammer 40000 e scatenerà una polemica nella comunità sull’odio e l’uso di certi simboli in contesto ludico, cosa che ha costretto Games Workshop a un comunicato per prendere posizione. Quanto vi stiamo raccontando è avvenuto in Spagna, nel corso del GT Talavera, un torneo che attira numerosi giocatori in ambito europeo.
Tra questi anche c’era anche un gruppo proveniente dall’Austria, dove era presente un giocatore registrato come Pintor Austriaco. Fin qui niente di strano, non fosse che il giocatore in questione abbia presenziato indossando numerosi simboli nazisti sul proprio vestiaro.
Di fronte alla presenza di quel giocatore, molti altri partecipanti al torneo avrebbero rifiutato di affrontare questo gruppo, cosa che di fatto ne ha sostanzialmente sancito l’esclusione dal torneo, divenuta formale dopo una serie di proteste rivolte all’organizzazione. L’evento ha fatto immediatamente discutere la comunità. Da un lato c’è chi ricorda come in Spagna l’uso della simbologia nazista, al di fuori del contesto politico, non sia considerato come un reato.
Dall’altro ovviamente c’è una questione che potremmo definire di semplice buon gusto: sfruttare i simboli della Germania nazionalsocialista nel contesto di una manifestazione ludica non può essere considerato come semplice goliardia. Ma, soprattutto, è da considerare il fatto che Games Workshop abbia una politica ben precisa sull’uso di certe simbologie richiamanti l’odio razziale. La violazione di queste norme, tacitamente sottoscritte da chi partecipa a un torneo della compagnia, porta a un’ovvia esclusione.
Nonostante ciò, la questione ha avuto un richiamo enorme nella comunità dei giocatori di Warhammer, tale da costringere la stessa Games Workshop a intervenire. La casa produttrice del gioco ha quindi emesso un duro comunicato in cui ricorda a tutti che l’odio è qualcosa che va confinato all’interno dell’ambientazione del gioco. Insomma, il razzismo e le ideologie fasciste vanno lasciate all’Imperium dell’Umanità.
Il comunicato di Games Workshop: l’odio razziale non deve far parte della community di Warhammer 40000
“Non ci sono buoni nell’universo di Warhammer 40,000. Nessuno. Specialmente l’Imperium dell’Uomanità. Le sue innumerevoli legioni di soldati e fanatici si fanno strada con la violenza attraverso la galassia, consegnando la morte a chiunque non aderisca alla loro visione ottusa della purezza. Quasi tutti gli uomini e le donne lavorano nella miseria sul campo di battaglia, dove la sopravvivenza si misura in ore, o negli innumerevoli fabbricati e baraccopoli alveari che alimentano la macchina da guerra imperiale. Tutto questo in stato di servaggio verso il cadavere vivente di un Dio-Imperatore, i cui comandamenti sono, nella migliore delle ipotesi ricordati solo a metà, distorti dal tempo e dalla fallibilità dell’Umanità”.
“Warhammer 40,000 non è solo grimdark. È il più cupo, il più oscuro dei giochi. L’Imperium dell’Umanità si pone come un ammonimento su cosa potrebbe accadere se la peggior brama di potere dell’umanità e la xenofobia estrema e inflessibile si manifestassero. Come molti aspetti di Warhammer 40,000, l’Imperium dell’Umanità è satirico. Per chiarezza: la satira è l’uso dell’umorismo, dell’ironia o dell’esagerazione, che mostra i vizi delle persone o i difetti di un sistema per disprezzo, derisione e scherno. Qualcosa non deve per forza essere stravagante o far ridere a crepapelle per essere satira. La derisione sta nell’amplificazione dell’ambientazione di un regime tirannico e genocida, portato fino all’estremo”.
“L’Imperium […] è una civiltà mostruosa e la sua mostruosità è visibile a tutti. Detto questo, alcuni gruppi di odio del mondo reale – e seguaci di ideologie storiche che è meglio lasciare nel passato – a volte cercano di rivendicare proprietà intellettuali per il proprio divertimento e di cooptarli per i propri programmi. Lo abbiamo detto prima, ma è bene ripetere un promemoria su ciò in cui crediamo: “Crediamo e sosteniamo una comunità unita da valori condivisi di gentilezza e rispetto reciproci. Le nostre ambientazioni fantasy sono cupe e oscure, ma questo non riflette chi siamo o come pensiamo che dovrebbe essere il mondo reale. Non accetteremo né perdoneremo mai alcuna forma di pregiudizio, odio o abuso nella nostra azienda o nell’hobby di Warhammer”.
“Se venite a un evento o entrate in un negozio Games Workshop e vi comportate in modo contrario, indossando i simboli di gruppi di odio del mondo reale, vi verrà chiesto di andarvene. Non vi lasceremo partecipare. Non vogliamo i vostri soldi. Non vi vogliamo nella community di Warhammer. Per quegli eroi là fuori che gestiscono i propri eventi di Warhammer, ci piacerebbe che vi uniste a noi su questa posizione”.