Oscar Isaac è sempre più al centro della scena del grande e piccolo schermo, dimostrando finalmente il suo talento
mpossibile non notarlo ultimamente: Oscar Isaac è ovunque, potreste persino incontrarlo quando andate a fare la spesa o siete in fila alla posta. Battute a parte, l’attore guatemalteco ha subito nel recente periodo una sorta di sovraesposizione che sta facendo benissimo alla sua carriera e che vede riconosciuti i meriti di un interprete dal grande talento e in passato troppo spesso relegato a ruoli da comprimario.
Quarantatré anni ancora da compiere significano per Isaac la possibilità di prendersi ulteriormente la scena e conquistare ciò su cui ancora non ha messo le mani, ovvero il premio più ambito, che peraltro è paradossalmente anche il suo nome: il premio Oscar.
Ma facciamo un passo indietro e scopriamo per bene chi è Oscar Isaac.
Accennavamo alle origini guatemalteche, perché in effetti è proprio a Città del Guatemala che il futuro attore nasce, nel 1979, da uno pneumologo cubano d’origine in parte ebraica, e da María una casalinga guatemalteca d’origine francese per parte di madre. Il Guatemala tuttavia è una piccolissima parentesi della vita di Isaac, perché ad appena cinque mesi d’età si trasferisce con la sua famiglia negli Stati Uniti, a Miami, dove avrà luogo il resto della sua esistenza.
Sebbene sia la musica a farsi inizialmente largo nella sua vita, sfoggiando le sue abilità di cantante e chitarrista in un gruppo punk rock, è il cinema la sua vera strada, già intrapresa a inizio secolo con i primi piccoli ruoli, come quello ottenuto in All About the Benjamins nel 2002, o in un episodio della serie Law & Order: Criminal Intent, sebbene solo 4 anni dopo, nel 2006.
Ci mette un po’ a tracciare il suo sentiero il giovane Isaac, ma a 27 anni ha finalmente un ruolo importante, quello di Giuseppe di Nazareth nel film Nativity di Catherine Hardwicke.
La discesa però non è ripida, anzi piuttosto dissestata, e sebbene arrivino partecipazioni per film di alto livello, con registi importanti, i ruoli non sono mai di primissimo piano. Che – L’argentino di Steven Soderbergh o anche Davanti agli occhi di Vadim Perelman: film con cast d’eccezione dove Oscar Isaac è relegato ai margini.
È tuttavia il segno che qualcosa si muove e l’attore non demorde, conquistando la fiducia di Ridley Scott che lo ingaggia per una parte nel sottovalutato Nessuna verità. Ci sono DiCaprio e Crowe, è impossibile ottenere un ruolo da protagonista, ma stavolta Oscar Isaac ha un minutaggio consistente e inizia a mostrare il suo talento, al punto che sempre Ridley Scott lo scrittura nuovamente per il suo film successivo, Robin Hood (201) – dove c’è ancora Crowe protagonista – affidandogli un ruolo delicato, ovvero quello del Principe Giovanni. È eccezionale Isaac nel dar vita a un personaggio folle e spietato per il quale ha ammesso di essersi preparato moltissimo, e i risultati sono evidenti.
Questo è un passaggio importante nella sua carriera, poiché l’aver impersonato così bene un villain fa sì che altri ruoli da cattivo gli vengano presto assegnati. Arriva quindi un’altra collaborazione significativa, con il regista Zack Snyder, nel controverso Sucker Punch (2011), in cui è il capo dello staff del manicomio e l’anno seguente ottiene una parte anche nel masterpiece di Nicolas Winding Refn, Drive. Non è un ruolo da villain, ma il suo scomodo Standard Gabriel riesce in qualche modo a farsi odiare dal pubblico più di un cattivo vero e proprio, e di certo oltre alla scrittura parte del merito è di Oscar Isaac.
Ancora però la strada verso il successo sembra irta di ostacoli, sebbene sia fuori discussione che ormai Isaac sia parte integrante dello star system. Come si suol dire, tuttavia, manca sempre un soldo per fare una lira e quella moneta arriva improvvisamente grazie ai fratelli Coen, che decidono di investire su di lui affidandogli il ruolo del protagonista in A proposito di Davis.
Isaac quella moneta se la gioca benissimo e fa jackpot, con un ruolo che forse fino a quel momento in pochi avrebbero creduto potesse essere nelle sue corde. E parlare di corde, peraltro, è quanto mai azzeccato dato che il suo Llewyn Davis è un cantante e chitarrista folk americano che cerca la strada verso la gloria. Quella che è una storia di successi e insuccessi pone l’attore al bivio, un po’ come il suo personaggio, ma Isaac ce la fa e dà vita a una performance impeccabile che gli vale anche la prima candidatura ai premi importanti, i Golden Globe. Gli Oscar non lo accolgono, ma è l’anno di Christian Bale con American Hustle, Leonardo DiCaprio con The Wolf of Wall Street, Chiwetel Ejiofor in 12 anni schiavo e soprattutto del sorprendente Mattew McConaughey in Dallas Buyers Club, per cui senza dubbio lo stesso Oscar Isaac non si sarà fasciato la testa.
Il Globe peraltro arriva due anni dopo, nel 2016, ma grazie a una miniserie, Show Me a Hero. Nel frattempo proseguono le collaborazioni di rilievo e partecipa a film importanti, facendo il suo ingresso anche nel franchise di Star Wars. Il risveglio della forza (2015) di J.J. Abrams infatti vede nel cast anche il nome di Oscar Isaac e per di più con un ruolo notevole, il pilota della resistenza Poe Dameron.
Nel 2016, oltre al sovracitato Globe, è un anno altresì importante per l’attore guatemalteco poiché gli si aprono le porte del mondo dei cinecomic, interpretando Apocalisse in – appunto – X-Men: Apocalypse. È un’interpretazione complessa ma dalla riuscita eccellente, a tratti imponente come la maestosità del suo personaggio.
Ormai la strada è spianata e Oscar Isaac è più che un semplice tassello nell’industria cinematografica hollywoodiana, proseguendo la saga di Star Wars e collaborazioni considerevoli come Suburbicon di George Clooney e tanti altri.
È la stagione 2021-2022 però a sancire l’anno della definitiva salita al trono. Il collezionista di carte, Dune e poi la miniserie di successo Scene da un matrimonio, per chiudere con l’arrivo ormai prossimo di Moon Knight (marzo 2022), in cui sarà Isaac protagonista.
Se è vero che in Dune il suo ruolo, per quanto importante, non ruba la scena, va considerata la maestosità di un’opera di tali fattezze, la possibilità di essere uno degli eletti che ha avuto la chance di partecipare al nuovo kolossal corale di Villeneuve. Per Il collezionista di carte il discorso è chiaramente differente: il film di Paul Schrader non ha avuto certo la cassa di risonanza di Dune, ma è stato tra i più apprezzati del 2021 e buona parte del merito va riconosciuta proprio all’attore. Oscar Isaac, nei panni del metodico William Tell ci mostra la sua poker face e ci incanta, in un thriller/drama intenso in cui finalmente può sfoggiare il suo talento grazie a una eccellente scrittura del personaggio e un minutaggio degno delle sue qualità.
Per la miniserie in cinque puntate Scene da un matrimonio (di cui è anche produttore), poi, ottiene anche una candidatura ai Golden Globe, insieme alla compagna di scena Jessica Chastain.
La consacrazione è ormai avvenuta e Oscar Isaac è sempre più lanciato nello star system. La curiosità di vederlo nei panni di Moon Knight, nella serie che sarà trasmessa da Disney+ , è tanta ma siamo sicuri che ancora una volta non deluderà le nostre aspettative, confermando la sua stoffa e la sua natura eclettica, la sua capacità di passare agevolmente da un eroe a un villain, da una personalità forte a una debole e insicura, con la stessa naturalezza, con una invidiabile preparazione al personaggio e una dedizione indiscussa al proprio lavoro.
Oscar Isaac è meritocrazia al potere, e magari presto arriverà anche qualche premio.