Moon Knight e la Psiche frammentata
arc Spector non è uno dei visi più famosi della Casa delle Idee, sovrastato da figure quali Iron Man, Captain America e Spider-Man, ma non per questo merita meno attenzione degli eroi sopracitati. Moon Knight, nome “mascherato” di Spector, popola le riviste cartacee da più di 40 anni e ha portato una ventata di freschezza soprattutto nell’ultimo periodo, con la rivitalizzazione del 2014 ad opera dello scrittore Warren Ellis, il disegnatore Declan Shalvie e il colorist Jordie Bellaire. Parliamo di un personaggio abbastanza maturo rispetto agli altri suoi simili, soprattutto per le tematiche che vengono trattate quando si parla di Moon Knight. Marc infatti soffre di svariate problematiche psicologiche, in primis di disturbo dissociativo d’identità, causategli in seguito a svariati eventi traumatici. Qualcuno potrebbe vedere Moon Knight come una risposta a Batman ma la complessità del personaggio gioca su altri toni rispetto a quelli del Cavaliere Oscuro, più intimi. Ciò fa di Moon Knight un giustiziere che più si avvicina a un pubblico maturo, cosa che speriamo si rifletta anche nella serie omonima che uscirà su Disney+ a fine marzo.
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Mille volti, mille mestieri: un solo (anti)eroe
Tradizionalmente, i supereroi sono raffigurati come persone in grado di superare qualsiasi difficoltà ma poi ci sono personaggi come Moon Knight, con tutti i loro problemi, che fanno dubitare che non sia esattamente così. L’instabilità di Moon Knight è in contrasto con il suo legame con la mitologia egizia. Marc ottenne infatti i suoi poteri durante una spedizione come mercenario in Egitto, dopo essere apparentemente morto e resuscitato grazie all’intervento della divinità chiamata Konshu, fortemente legato al suo culto lunare. Fu però solo in seguito che i suoi disturbi psicologici fecero capolino: durante la sua vita Marc ha creato svariate personalità, dovute al suo disturbo dissociativo, il quale causa la presenza di due o più identità, ciascuna con i suoi modi di relazionarsi col prossimo e pensare. Generalmente almeno due di queste identità assumono in modo ricorrente il controllo del comportamento della persona e ognuna di esse, quando presente, non ha assolutamente coscienza dell’altra. Spesso quando si è vittime di disturbo dissociativo si soffre di amnesia dissociativa, che si traduce nell’incapacità di ricordare importanti informazioni personali o eventi importanti. Di ritorno dall’Egitto quindi non esisteva solo Marc Spector ma distanziandosi dal suo passato, Spector ha creato vari alter ego quali: l’imprenditore Steven Grant, il tassista Jake Lockely, oltre ad intraprendere vari mestieri fra cui, ovviamente, anche il violento giustiziere.
Le fasi della Luna come metafora
Come tramite di Khonshu, i poteri di Moon Knight derivano dalla Luna. Durante la luna piena, il giustiziere incappucciato è più potente, più forte, a livello superumano, inoltre Marc è stato in passato un agente CIA, un pugile, un marine e altro ancora quindi addestrato in vari stili di lotta. Tuttavia l’aspetto “super” di Moon Knight è sempre stato ambiguo proprio a causa delle malattie mentali di Spector. La connessione di Moon Knight con la Luna non è altro che una metafora per legarsi alle sue problematiche mentali che lo rendono instabile e, appunto, lunatico. Secondo alcune credenze anche il ciclo lunare stesso può influenzare svariati aspetti e inclinazioni dell’essere umano, fra cui l’essere più violenti durante una notte di luna piena. Moon Knight tra l’altro non è affatto estraneo alla violenza, essendo un avatar della vendetta. Spector è legato a doppio filo a questo ciclo, in quanto mantiene la sua inclinazione violenta nei confronti dei criminali ma, al tempo stesso, sviluppa svariate personalità per alleviare il suo senso di colpa ed aver ucciso innocenti durante il suo passato da mercenario e avere la meglio sui suoi demoni interiori.
Il dialogo divino
Nonostante Marc Spector sia una persona tormentata, frammentata, la cui vita è una continua scommessa, ha un continuo punto fermo nella sua vita, ossia il Dio Konshu. Questa non sempre è però una carta a suo favore in quanto il rapporto con la divinità non è di certo idilliaco: spesso Marc entra in contrasto con Konshu, sebbene molte volte non stia parlando con la divinità vera e propria ma soltanto con un altro aspetto di sé stesso. Proprio grazie al contrasto con Konshu e al dialogo con le sue personalità multiple, Spector ha accettato il suo stato, rendendosi conto che per essere se stesso (o se stessi) doveva abbracciare le sue personalità, così come erano. Questa seconda metafora sta a sottolineare che accettare la propria condizione, i propri disturbi, è un passo importante lungo la via del miglioramento: accettare se stessi è un atto di libertà dovuto alla propria persona, vivendo liberi da costrizioni.
Fra le varie battaglie di Moon Knight, quella con la sua salute mentale è una lotta condotta non solo da lui ma da persone in tutto il globo. La sua decisione di continuare a combattere, di continuare a proteggere il prossimo nonostante i suoi problemi è ammirevole. Questo lo rende degno di essere chiamato un supereroe, così come chi prosegue nella propria battaglia personale.