Dopo oltre vent’anni dalla prima messa in onda Futurama mantiene tutte le sue qualità e al contrario di molti prodotti è invecchiata benissimo
uturama torna nel 2023. È notizia di questi giorni che la serie animata di Matt Groening e David X. Cohen iniziata nel 1999 è stata rinnovata per una nuova stagione dal canale Hulu, a distanza di anni dalla messa in onda del series finale. Ma in realtà, Futurama non se ne è mai andata: il suo impatto sulla cultura pop si è mantenuto stabile in tutto questo tempo, e nonostante siano passati più di venti anni, la serie dimostra di non essere invecchiata come è successo ad altre dello stesso tipo.
Se paragonata ai Simpson, lo show di punta ideato da Matt Groening che prosegue ininterrottamente dal 1989, Futurama ha avuto una storia produttiva ben più travagliata. Dopo le prime quattro stagioni (o cinque, se si contano le broadcasting season) la serie non è più stata rinnovata da Fox, ed è stata quindi data per terminata. Se non che, grazie soprattutto alle sorprendenti vendite di DVD e merchandise (all’epoca ancora non erano diffusi i canali streaming), la stessa Fox acconsentì alla produzione di quattro lungometraggi direct-to-dvd che sono stati poi scomposti in quattro episodi ciascuno, formando un’ulteriore stagione di sedici episodi. E quindi, di nuovo addio Futurama…
Salvo poi vederla ancora riemergere dal wormhole in cui si era tuffata, stavolta con il patrocinio di Comedy Central, che avalla la produzione di una nuova stagione di 26 episodi. Ma niente di più, perché non era sicuro se il suo ritorno sarebbe stato gradito dal pubblico, che fu invece abbastanza entusiasta da permettere il rinnovo per un’altra stagione ancora. Ma quella fu la fine, davvero: 140 episodi, otto stagioni, dopodiché di Fry, Leela, Bender e tutta la ciurmaglia della Planet Express non c’era più niente da dire.
Almeno fino al recente annuncio di Hulu. Anche se per il momento non è ancora confermata la presenza di John Di Maggio, la voce originale di Bender (che è diventato nel frattempo una delle star americane del doppiaggio, con ruoli in Adventure Time e Disincanto), tutto il team principale di attori e sceneggiatori è pronto a rimettersi al lavoro. Futurama quindi si trova nell’insolita situazione di essere una serie che è stata sospesa e ripresa quattro volte di seguito, in un intervallo di quasi un quarto di secolo. Segno che, evidentemente, ha davvero qualcosa di unico.
Benvenuti nel mondo di domani
La premessa di Futurama è semplice, praticamente un trope della fantascienza: il protagonista Fry finisce accidentalmente (o no?) ibernato e si risveglia dopo mille anni, all’alba del capodanno del 3000. Da tipico ragazzino della lower class americana con una vita povera di soddisfazioni, Fry si trova a vivere le meraviglie del 3000, un’epoca popolata di robot, alieni, astronavi e tutte le diavolerie che le serie scifi più classiche (da Star Trek a I Jetson) hanno sempre proposto al loro pubblico. Fry è un ragazzo ingenuo e non proprio brillante, dall’entusiasmo facile ma altrettanto facile a illudersi o farsi ingannare. Trovandosi proiettato in un mondo lontano e alieno, reagisce inizialmente con grande gioia alla possibilità di vivere un’epoca in cui tutto è possibile, in cui la sua vita possa finalmente prendere la direzione giusta. Ma non passa troppo tempo prima che la nostalgia di quello che si è lasciato indietro inizi a pesargli.
Naturalmente lo scopo principale di Futurama è l’intrattenimento. Come I Simpson e tanti altri show simili che andavano in onda in quegli anni, l’intenzione era soprattutto presentare situazioni divertenti. Ma anche all’interno di questo paradigma, gli autori (tra i quali figurava una notevole proporzione di specialisti in discipline scientifiche) hanno sempre cercato di offrire qualcosa di più rispetto alla tipica sitcom che si accontenta della risata facile. Molte delle gag, soprattutto quelle visive che si compiono con una scritta visibile sullo sfondo per pochi fotogrammi, si basano su nozioni e teorie della fisica, matematica e informatica. Una lista degli esempi sarebbe infinita, ma tra i concetti tirati in ballo per una battuta troviamo per esempio come la cardinalità degli insiemi numerici, la teoria della relatività, il Principio di Indeterminazione di Heisenberg, il Paradosso di Banach-Tarski, oltre a un’incalcolabile numero di citazioni ai classici cinematografici e letterari della fantascienza.
Inoltre nonostante la sua struttura da sitcom con episodi autoconclusivi, Futurama sviluppava fin da subito alcuni archi narrativi orizzontali che attraversavano l’intera serie, e che permettevano di dare una dimensione più coerente ai personaggi e al mondo. Il passato di Fry e il suo arrivo nel futuro, le origini di Leela, il rapporto Professore/Mamma e Amy/Kif, oltre naturalmente alla ship delle ship tra Fry e Leela. Aspetto notevole, e per certi versi rivoluzionario di questa serie rispetto alla sua epoca, era come i cambiamenti più profondi introdotti negli episodi venissero poi tenuti in considerazione nel seguito invece che resettati, rispettando una continuity che dà un senso di progressione alla storia complessiva.
I Simpson non avevano previsto Futurama
Questo approccio da parte degli sceneggiatori della serie ha fatto sì che Futurama rimanesse una serie universale, le cui situazioni e battute non perdessero valore con il tempo. Molte delle sitcom contemporanee (ma anche attuali) soffrono di scarsa replayability: le gag si basano quasi sempre su riferimenti alla cultura pop del momento, e per questo anche a distanza di pochi anni perdono il loro significato. Questo invecchiamento precoce è sempre più rapido ora che i tempi di fruizione e sostituzione degli show aumentano costantemente: quando uno spettatore di oggi guarda una delle prime puntate dei Simpson e sente Homer dire “Mi hai scambiato per Marco Columbro” probabilmente non ha idea di cosa voglia dire (ovviamente in questo caso la scelta è dell’adattamento italiano, ma il principio è il medesimo con le star americane).
Futurama è caduta raramente in questa trappola: proprio perché la serie si svolge in un mondo diverso dal nostro, i riferimenti delle gag sono per lo più contestualizzati all’interno della stessa ambientazione. Oppure, come abbiamo detto, si ricollegano a leggi e teorie scientifico/matematiche che rimangono sempre valide. Anche quando vengono inserite guest star o ci si ricollega al nostro presente, come nell’episodio con il cast originale di Star Trek, non è necessario conoscere quella serie per poter capire le dinamiche e le battute nell’episodio. Futurama è un universo narrativo completo e coerente, in cui ci si può immergere senza bisogno di ulteriori nozioni del mondo esterno, il nostro.
A contribuire a questa universalità della serie concorre anche la complessità e varietà dei temi affrontati nel corso della stagione. Grazie alle capacità analitiche della fantascienza, Futurama riesce a parlare di temi attualissimi come il cambiamento climatico, lo scontro generazionale, la pervasività dei social network, i diritti delle coppie non eterosessuali, la transizione di genere. E ancora concetti filosofici profondi come il libero arbitrio, il paradosso della Nave di Teseo, lo scontro tra scienza e fede. Tutto ciò senza voler considerare le cose che Futurama ha effettivamente “previsto” come la viralità delle app (addirittura la app inventata in una puntata si chiama proprio twitch) e anche… la pandemia dovuta a una “semplice influenza”.
No cringe zone
Ma c’è anche un altro aspetto che emerge in modo evidente, soprattutto rivedendo oggi gli episodi che sono andati in onda nei primi anni 2000. Chiunque abbia provato a riguardare una sitcom o un film degli anni ’90-’00 si sarà trovato probabilmente di fronte a situazioni che oggi appaiono superate e poco accettabili per la sensibilità attuale. Esclusi i casi in cui la serie puntasse volutamente al politicamente scorretto, come I Griffin e South Park, anche negli show più “family friendly” come gli stessi Simpson o Friends, ci si trova spesso di fronte a gag che si basano su pregiudizi o stigmatizzazione di minoranze che all’epoca erano più tollerate nell’ambito della comicità. Senza voler invocare censura e alimentare le polemiche sulla cancel culture, è innegabile che certe battute su donne, omosessuali o etnie oggi più che divertire mettano a disagio, facendoci pensare “ma davvero ridevamo di questo?”.
In Futurama non ci sono casi del genere. Quando anche vengono fatte battute di questo tipo (come avviene nell’episodio sul pianeta delle amazzoni, tutto basato sui pregiudizi di genere) viene subito mostrato come queste siano irricevibili, e la situazione è presentata più come una parodia del pregiudizio in sé che della minoranza in questione. Quando Bender vuole sposare Amy, in contrasto alle leggi contro la robosessualità (in un episodio che peraltro era stato in prima istanza censurato in Italia ed è arrivato con molti anni di ritardo), l’unica cosa che gli fa cambiare idea è il pensiero che il suo matrimonio debba essere limitato anche dalla monogamia, estendendo ancora di più il concetto di “amore libero”. Futurama era una serie progressista quando per le major non c’era nessun vantaggio a mostrarsi tale, e il pinkwashing, il queerwashing o tutte le altre modalità di lavaggio non erano ancora state capitalizzate dall’industria dell’intrattenimento.
È ancora presto per speculare su cosa Futurama ci proporrà nel 2023. Gli autori hanno sempre detto che avevano decine di idee che non avevano avuto occasione di sviluppare, ma nuova serie si affaccia su un mondo profondamente cambiato da quello con cui Fry e Leela ci avevano salutato, dopo aver vissuto una vita insieme in un universo immobile, con la domanda “Ti va di fare un altro giro?”. La risposta può essere solo quella: “Sì, lo voglio.”