The Dawn of the X logo
li X-Men sono storicamente i rappresentanti degli esclusi, degli “stranieri”, di coloro non accettati nella nostra società. Al tempo stesso però, nei fumetti, rappresentano una sorta di passo avanti nell’evoluzione umana, del progresso, della novità, del rinnovamento. Chi, se non loro, dovrebbe essere il portatore dell’innovazione? Aprendo un albo qualsiasi delle testate degli X-Men nell’arco degli ultimi mesi, tutti avrete notato un cambiamento di stile, una ventata di aria fresca e modernità. Non stiamo parlando solo del lavoro di Hickman, specialista dei fresh start, che ha comunque stravolto e rinnovato l’epopea dei mutanti in casa Marvel ma anche dello stile grafico degli albi, del logo delle testate, adesso ancor più riconoscibile di quanto non fosse in precedenza.
L’uomo dietro il restyling del brand degli X-Men ha un nome, Tom Muller. Il designer è stato contattato dalla Marvel qualche mese prima del lancio di House of X e Powers of X, le saghe che hanno posto le basi per la rifondazione di Hickman, per rinnovare gli X-Men anche graficamente, a partire dal loro storico simbolo, che li ha rappresentati per anni e anni. Muller ha lavorato braccio a braccio sia con Hickman che con Jordan White e Annalise Bissa, rinnovando e riadattando il logo e lo stile del design delle pagine di inframezzo a seconda dei loro suggerimenti, mixando questi con le sue idee e proposte.
Riuniti sotto un unico emblema
Muller ha lavorato con lo scopo di rinnovare non solo la testata “X-Men” ma tutto il parco titoli legati ai mutanti. Il fine ultimo era infatti quello di rendere subito riconoscibili le ‘X testate’ con un solo sguardo, riunendo sotto un’unica bandiera, anzi logo in questo caso, tutti i personaggi che sono legati al gruppo di Xavier dal gene X. Il concetto di partenza è stato proprio quest’ultimo, già presente nel logo pre-esistente. Muller ha dato varie interpretazioni al nuovo logo: le due metà della X come due stringhe di DNA che vanno l’una verso l’altra. Altro richiamo tramite la scissione della X è quello all’eterna lotta fra gli X-Men e chi vuole escluderli dalla società, due fazioni che cozzano fra loro ma fanno parte di un tutt’uno.
Muller, dopo aver ridato un nuovo aspetto alla X, ha ricreato un font simile, generando un nuovo set di caratteri, rimanendo sempre fedele al concetto centrale della X. In questo modo è stato possibile applicare il nuovo stile a tutti i titoli/loghi, oltre al principale. Uno dei feedback fondamentali per Muller è stato quello di mantenere comunque il nuovo logo ricollegabile al precedente, dando al tempo stesso sia l’idea di continuità e tradizione che di rinnovamento, tanto che sono rimasti sia la X che il cerchio che la racchiude. Questo elemento è poi finito anche all’interno delle storie di Hickman, non limitandosi solo alle copertine o alle pagine di inframezzo. Il Quieto Concilio di Krakoa, l’isola mutante che è diventata adesso la nazione X, siede infatti proprio attorno allo stemma creato da Muller, che ha avuto quindi un impatto non solo “esterno” alle trame ma anche nel mondo “reale” creato dall’autore statunitense.
Giorni di un logo passato
Il processo di creazione del nuovo design non è stato immediato o breve: Muller si è aggregato al team “X-Men” qualche mese prima dell’uscita di House of X e Power of X. La precedenza è stata data, ovviamente, al nuovo logo e alle copertine delle nuove collane mutanti. In seguito si è passati anche alla copertina dell’hardbook contenente i due eventi mutanti, dove Hickman e l’X-office hanno dato carta bianca al designer, che ha optato per dei colori ed uno stile che richiamano non solo la modernità ma anche la fantascienza. Quest’ultimo è un tratto tipico dei lavori di Muller, presente anche nelle sue produzioni al di fuori del campo dei fumetti, in quanto lui stesso trae ispirazione dalla corrente architettonica conosciuta come Movimento Moderno, nata nella prima metà del ‘900, che vede la funzionalità come fulcro per la costruzione delle opere e l’estetica è legata alla funzionalità stessa.
Come avevamo accennato in precedenza, i frutti del lavoro di Muller sono nati anche grazie all’intervento di Hickman, soprattutto per le cosiddette pagine di inframezzo o informative, da sempre presenti nei cicli dell’autore, che lui stesso usa come supporto alla narrazione. Muller ha dato il là, costruendo lo scheletro delle pagine e Hickman li ha poi adattati a seconda della storia che andava a narrare, aggiungendo diagrammi e altre particolarità. La volontà di Muller nella creazione delle pagine informative è stata quella di creare contrasto, facendole risaltare, tanto da lasciare predominare il bianco ed il nero come colorazione, in opposizione ai colori vivi delle pagine a fumetto. L’inverso invece è stato fatto per i caratteri ed i font utilizzati ossia l’Helvetica Now, font moderno in continuità con l’idea di rivoluzione. Queste pagine, tanto per restare in tema, ricordano molto anche il tipico layout degli schermi dei pc (più vicini a quelli che si vedono nei film di fantascienza, appunto, piuttosto che a quelli reali).
Tutti gli sforzi compiuti da Muller per gli X-Men sono valsi anche un encomio, visto che per il suo lavoro sul logo originale, sui collaterali e sul design interno delle pubblicazioni ha vinto un Brand Impact Award, testimone del fatto che l’importanza del design, anche nel campo fumettistico, è rilevante, aiutando non poco il lettore nell’immedesimazione e nel dare un tono deciso all’atmosfera che si crea all’interno delle trame.