Alla Gamescom 2022 abbiamo intervistato Luca Esposito, Narrative Designer di Batora: Lost Haven sviluppato da Stormind Games
vril non ha mai pensato che avrebbe dovuto farsi avanti ed essere un eroina, ma dopo un evento misterioso e devastante, il suo mondo è stato capovolto. Con il suo pianeta natale sull’orlo della distruzione, Avril ha ricevuto poteri straordinari e dovrà viaggiare attraverso l’universo per scoprire antichi segreti e fare i conti con una serie di decisioni che cambiano la vita.
In Batora: Lost Haven, esplorerai una serie di pianeti alieni unici e scoprirai una galassia in cui la morale è offuscata e il confine tra giusto e sbagliato è spietatamente sottile. Mentre esplori, dovrai sfruttare le abilità uniche di Avril per perfezionare diversi stili di combattimento e sconfiggere nemici mortali, risolvere intricati enigmi e affrontare missioni di curiosi abitanti alieni. Ogni scelta che farai plasmerà il tuo viaggio e forgerà il modo in cui porti a termine la tua missione finale… Ripristinare il tuo rifugio perduto.
Il primo approccio con Batora: Lost Haven è disorientante. Si ha a che fare con un tema un po’ adolescenziale, con una protagonista sedicenne, che oltretutto riesce a scherzare nel momento in cui l’Universo è in pericolo. Poi, all’improvviso, ti trovi a dover compiere delle scelte assurde, complicate. E questo ti stupisce incredibilmente.
In occasione della Gamescom 2022 ne abbiamo parlato con Luca Esposito, Narrative Designer del gioco sviluppato da Stormind Games. Il suo lavoro è la scrittura, e dall’esterno sembra difficilissimo riuscire a coniugare un tono di base frizzante, adolescenziale per poi avere a che fare con delle scelte così profonde che effettivamente ti toccano. Per farci capire come si può riuscire a trovare un equilibro tra due toni così differenti tra loro, Esposito ci ha fatto l’esempio della musica.
Ci ha fatto immaginare di essere un compositore, che quando fa della musica e vuole far emergere la violenza in un determinato passaggio, abbassa tantissimo la velocità, ne abbassa la dinamica, mentre nel momento clou alza di nuovo e improvvisamente il tutto. Ecco, anche nella scrittura è così.
Il suo approccio alla scrittura lo definisce tecnico. “Di pancia c’è tanto, per carità, ma non tutto”, sottolinea Esposito. “Quando viene fuori un colpo di scena, un fallout molto negativo su una scelta che hai fatto, con tematiche che non ti aspetti, deve darti uno schiaffo. Ma per far sì che questo avvenga il resto deve essere orchestrato in modo tale che ti coccoli”.
Tutto questo è stato possibile anche perché se è vero che il target di Batora è giovane – e quello che Stormind ha voluto fare è stato avvicinarci a loro il più possibile, con un tono a là Uomo Ragno – è altrettanto vero che si tratta di un pubblico ormai maturo, che al netto dell’età conosce la morte, la violenza, e quando nella vita ha compiuto delle scelte ha già visto senza dubbio andar male qualcosa, per cui sa di cosa si tratta.
- Ti potrebbe interessare Spider-Man, Kindred e Goblin: fra pazzia e incubi
Un altro aspetto per certi versi disorientante in positivo di Batora: Lost Haven è che viene presentato come un’avventura interplanetaria, quindi il cervello pensa spontaneamente al genere sci-fi, ma poi il gioco sembra un po’ un mix tra fantasy e fantascienza, riuscendo a mescolare due generi così apparentemente diversi. Insomma, sottolinea Luca Esposito, “Batora è inquadrabile quanto lo è Guerre Stellari, con la fantascienza che fa soltanto da sfondo, ma se lo analizzi è un fantasy puro, c’è addirittura la magia”.
Le tematiche sono quelle universali, che tutti possano aver vissuto in qualche modo. “Batora – prosegue il Narrative Designer – ti vuole far capire che quando sei davanti a un bivio e ci sono due scelte, non c’è la scelta giusta e quella sbagliata. Tutto al più può esserci c’è quella facile e quella difficile”.
Per Luca Esposito, Batora è stato un po’ una sorta di salto nel vuoto. Ha un’esperienza tratta dall’horror, e la stessa Stormind è nota per Remothered, che l’ha legata a sua volta a quello stesso immaginario. Un vero stravolgimento, se pensiamo al genere di Batora – un action RPG un po’ hack and slash, un po’ twin-stick shooter – soprattutto se si passa dall’horror a scrivere di una ragazzina di sedici anni super ottimista.
Ma Stormind Games – ricorda Esposito – fa giochi narrativi su storie intense, e Batora lo è. L’horror non è una prerogativa, non è l’unico che vogliamo toccare come software house. “Se poi ci pensi, quando l’horror è estremo diventa quasi comico. E quando la comicità è estrema non fa ridere. L’horror e la commedia non sono sempre così distanti, senza pensare che il messaggio di Batora è un messaggio duro”. Il genere di Batora è comunque abbastanza tecnico, ma sul passaggio da un horror in stile stealth a un action RPG così diverso, Esposito ribadisce ancora che lui dà sempre priorità al gameplay. “La narrative deve supportare il gameplay dal momento in cui il gameplay supporta la narrative. Prima vengono sempre le meccaniche”.
Manca poco per vivere appieno le sensazioni delineate da Luca Esposito in occasione di questa intervista alla Gamescom 2022: l’appuntamento è previsto in autunno 2022 su PlayStation4, PlayStation5, Nintendo Switch, Xbox One, Xbox Series X|S e PC.
Intervista a cura di Lorena Rao