Durante la Gamescom 2022 abbiamo incontrato Choi-Ji Won, autore di Lies of P, che ci ha parlato di questo particolare souslike ispirato alla fiaba di Pinocchio
ies of P è un soulslike ispirato a Pinocchio, nonché il primo prodotto di questo genere sviluppato da Neowiz Games.
La scelta di una fiaba italiana per un publisher sudcoreano è di certo insolita tuttavia, in occasione dell’intervista, l’autore Joi-Chi Won ci ha spiegato che è stata fatta per poter sfruttare la popolarità di un brand noto a livello internazionale, come Pinocchio per l’appunto. Il tutto però senza rinunciare a un twist personale e ad aggiungere qualche segreto, “altrimenti sarebbe stato noioso giocare semplicemente la storia di Pinocchio”, ha affermato.
La scelta, quindi, è caduta sulla fiaba di Collodi per dare un’ambientazione dark fantasy, che non fosse tuttavia la solita medievale, ma più da XIX-XX secolo, epoche di gran lunga meno usate. “Volevamo poi una storia che non fosse troppo infantile”, prosegue Joi-Chi Won. C’è una grossa differenza, infatti, tra il classico di animazione Disney e la storia originale, decisamente più cupa e oscura. Oltretutto, con la miriade di personaggi e ambientazioni partoriti da Collodi, agli autori è sembrata la scelta perfetta per questo tipo di gioco.
In termini di gameplay, Won ci ha spiegato che non hanno voluto realizzare un action game frenetico, di quelli veloci con scene d’azione rapide e spettacolari, ma hanno cercato piuttosto un approccio diverso, virando più una continua serie di decisioni ravvicinate da prendere, per dare al giocatore maggior tempo di studiare il gioco e il da farsi.
Relativamente al genere soulslike, Joi-Chi Won ci ha detto che quello che ho sempre trovato un po’ spiacevole è l’interfaccia di gioco, generalmente troppo complicata, che crea difficoltà nella scelta degli oggetti che si hanno a disposizione. Proprio per questo il team si è concentrato su questo aspetto, e aiutare così i giocatori e le giocatrici meno esperti.
Nel Pinocchio di Neowiz Games, il protagonista è un burattino consapevole di non essere umano, ma non sa perché deve combattere con alcuni nemici. “I motivi chiaramente si scoprono durante il gioco. Così come si snoda la trama; si conoscono i personaggi; si fa luce sui vari segreti di cui parlavo prima”, sottolinea l’autore.
In Lies of P ci sono molti riferimenti alla storia di Pinocchio, ma al momento non può dirci granché, se non che gli umani possono mentire; quindi, Pinocchio deve mentire per essere umano. “Pinocchio affronterà alcune situazioni in cui dovrà dire bugie, o dire la verità. Capire pure se gli altri stanno mentendo o meno. In ogni situazione non c’è una netta distinzione tra bene e male, ma le scelte che fai avranno conseguenze sul mondo di gioco”.
In chiusura, Joi-Chi Won afferma quanto l’Italia sia stata la sua più grande ispirazione per il gioco. “Ho viaggiato molto, ma l’Italia è stato il paese che mi ha colpito di più, e questo gioco è un po’ una dedica all’Italia e agli italiani, tanto che come easter egg ho deciso di inserire alla fine del trailer la statua della Pietà di Michelangelo”.
Le bugie di Pinocchio provate con mano
Oltre ad aver potuto parlare con Joi-Chi Won, abbiamo anche potuto giocare circa 20 minuti a Lies of P. Vi diciamo subito che le aspettative non erano altissime a giudicare dai trailer, ma che ci siamo subito ricreduti pad alla mano.
Recentemente vi abbiamo parlato di Thymesia e di come sia molto difficile per i soulslike indipendenti raggiungere determinati standard, eppure Lies of P ci ha restituito le giuste sensazioni sotto ogni aspetto, iniziando dal sistema di combattimento: puntuale e preciso, veloce e violento al punto giusto. Ci siamo trovati subito a nostro agio nello schivare, parare e colpire, e abbiamo potuto notare come il timing sia sempre perfetto sia che si voglia evitare un attacco nemico sia che si voglia eseguire una parata perfetta utile ad aprire la guardia degli avversari. A quelle che sono le “solite” meccaniche dell’ARPG à la From Software si aggiungono attacchi speciali caricati che lasciano il nemico scoperto e un rampino, utilizzabile per portare a sé gli avversari distanti.
Un altro punto a favore sembra essere il level design, secondo punto debole (solitamente) di queste produzioni. Il livello provato (ce ne erano due a disposizione, ma uno l’ho solo potuto attraversare di corsa negli ultimi due minuti a mia disposizione) si sviluppava in verticale in orizzontale tra botteghe, viali e tetti e in un dedalo che sì confondeva, ma lasciava ampio spazio all’esplorazione e alla ricerca di scorciatoie e segreti. L’estetica, un mix tra belle époque e steampunk, non reinventa certamente la ruota (dentata), ma riesce comunque a trovare una sua cifra stilistica. Una sola mappa di questo tipo non può chiaramente dire molto sulla direzione artistica complessiva del titolo, ma ancora una volta ci siamo trovati piacevolmente sorpresi da quello che ci aspettavamo essere un lavoro semplicemente derivativo. L’altra mappa a disposizione era invece una fabbrica, sempre in stile belle époque, dove immaginiamo si costruissero automi.
Tante meccaniche più o meno piccole ci son saltate all’occhio nella nostra breve prova, ma quella che più ci ha colpito è la lenta ricarica dell’ultimo oggetto curativo rimasto, decisamente utile nel momento in cui la distanza tra i checkpoint c’è parsa piuttosto dilatata. Alla fine della prova uno degli sviluppatori ci ha detto che il gioco è quasi pronto, “4/5 mesi e ci siamo”, non è quindi da escludere un’uscita all’inizio del 2023.
Dato quanto abbiamo provato e l’approccio dell’autore del gioco è impossibile non aspettare Lies of P almeno con curiosità. Ci sono tantissimi aspetti in un ARPG di questo tipo che è impossibile dedurre da un provato come questo, come l’estensione o la narrativa, o semplicemente le possibilità di build, il loro impatto e le boss fight. Sicuramente però ci siamo alzati dallo stand di Lies of P positivi. Aspettiamo questi “4/5 mesi” con ottimistmo, insomma.