Un marito fedele di Barbara Topsøe-Rothenborg è il nuovo thriller danese di Netflix
thriller sono indubbiamente un elemento di punta di Netflix. Tra le produzioni originali e i film che la piattaforma di streaming va a cercare in giro per l’Europa e per il mondo, questo genere è uno di quelli più apprezzati dall’utenza e perciò la N rossa cerca in tutti modi di distribuire più prodotti possibili.
Sappiamo che la Spagna è ormai una importante fucina thrilleristica per Netflix, con attori come Mario Casas e Javier Gutiérrez Álvarez diventati veri uomini immagine di questa tipologia di film, ma non di rado la piattaforma prova a sorprenderci pescando altre in altri mari.
È il caso della Scandinavia, che del resto ha una importante recente tradizione letteraria per quanto riguarda thriller e gialli, e infatti il nuovo film danese di Netflix, Un marito fedele (Loving Adults) – diretto da Barbara Topsøe-Rothenborg – è tratto proprio dall’omonimo libro di Anna Ekberg, peraltro pseudonimo della coppia di scrittori Anders Rønnow Klarlund e Jacob Weinreich.
Amore e omicidio
“Quasi tutti gli omicidi avvengono per amore”. Un marito fedele apre con questa angosciante affermazione della voce narrante, mentre un breve flash forward ci indica l’inquietante direzione che il film potrebbe prendere da lì a breve.
La voce suddetta è in realtà quella del detective Holger(Mikael Birkkjaer), che si trova in un giardino seduto a tavola con la figlia (Katinka Petersen), mentre racconta un caso di polizia di cui si è occupato.
Un caso di omicidio, ovviamente, fatto tuttavia passare per omissione di soccorso.
Ed è così che Topsøe-Rothenborg ci presenta Christian (Dar Salim) e sua moglie Leonora (Sonja Richter), protagonisti di un matrimonio ormai agli sgoccioli, soprattutto per via del marito che ha totalmente perso la testa per la giovane collega Xenia, interpretata dalla bellissima Sus Wilkins.
Alle spalle della coppia, chiaramente benestante come molto spesso accade in questi film, c’è una storia di sofferenza dovuta alla grave malattia che ha colpito il figlio Johan (Milo Campanale), il quale soltanto ora inizia a stare un po’ meglio.
Tutto ciò è atto anche a evitare che il pubblico abbia una visione troppo negativa della figura di Christian, che capisca le possibili motivazioni dei suoi gesti, le difficoltà che lui e la moglie hanno avuto, e ad attenuare ulteriormente l’avversione si aggiunge bruscamente il passato ombroso e sconvolgente di Leonora, oltre al suo carattere ambiguo e ad alcune stravaganti scelte registiche che a volte la fanno apparire sullo schermo in modo improvviso, rendendo per brevi attimi complicato capire se si tratti di un sogno o della realtà.
Nel corso del film avvertiamo le tante attinenze con opere di genere, e oltre a numerosi film spagnoli di Netflix, a cui Un marito fedele ammicca in modo vistoso, ci viene anche in mente Deep Water di Lyne.
Senza tutta quella carica erotica, ma con un voyeurismo thrilleristico ben più marcato. È paradossale, peraltro, che l’unica scena di nudo ritragga un corpo assassinato.
In sostanza, si tratta di un film che non inventa nulla di nuovo, procedendo speditamente con una trama ordinata e ben congegnata, che riesce a incastrare bene le tante bugie e i numerosi segreti dei protagonisti. regalando anche sviluppi avvincenti e qualche (piccolo) colpo di scena e lasciandosi vedere senza troppi patemi.
Un po’ di giorni fa, in riferimento a Un marito fedele, sul web ho letto il commento di una persona che l’ha definito “trash con una patina di classe”. Forse trash è un po’ eccessivo, ma devo dire che la frase rende piuttosto bene l’idea.